cultura

"Io e Federico". Paola Minaccioni e Barbara Ronchi raccontano Fellini e la Tuscia

mercoledì 6 settembre 2023
di D.P.

Profondo, complesso e incredibilmente influente sulla produzione cinematografica di uno dei più grandi registi di sempre. È un rapporto d'ispirazione e vicendevole scambio quello tra la Tuscia e Federico Fellini, la cui capacità di catturare l'essenza dell'anima umana è evidente in molti dei suoi capolavori, alcuni dei quali girati proprio in questo pittoresco lembo dell'Italia centrale che tutt'oggi è meta di pellegrinaggio per quei cinefili in cerca delle stesse location e atmosfere.

Dall'iconico "La Dolce Vita" con Marcello Mastroianni e Anita Ekberg, diretto nel 1960, all'affresco surreale di "Roma", del 1972, con le strade medievali di Viterbo, le sue fontane e le sue tradizioni secolari messe a contrasto con la modernità caotica della Capitale. Da "Amarcord" del 1973 in cui il territorio dell'alto Lazio rievoca il passato rurale dell'Italia a "Il Casanova di Federico Fellini" del 1976 che ne cattura l'atmosfera barocca e decadente.

E ancora prima "I Vitelloni" (1953) e "La Strada" (1954). A trent'anni dalla sua morte – avvenuta il 31 ottobre 1993, all'età di 73 anni, il giorno dopo aver raggiunto il traguardo dei cinquant'anni di matrimonio con Giulietta Masina – "Tuscia Film Fest" chiude gli eventi estivi della sua edizione numero 20 con un doppio incontro con altrettante attrici romane che va sotto il nome di "Io e Federico" e che trova nel cortile del Palazzo dei Priori, a Viterbo, degna ed intima cornice.

La prima a raccontare del suo rapporto con Federico Fellini e con le sue pellicole e il legame tra il cineasta romagnolo regista e la Tuscia, dialogando con Enrico Magrelli, venerdì 8 settembre alle 21, sarà Paola Minaccioni che ha appena concluso le riprese del film "La guerra del Tiburtino III" per la regia di Luna Gualano. Copione analogo, sabato 9 settembre, alla stessa ora, in compagnia di Barbara Ronchi, Nastro d'Argento 2023 come miglior attrice protagonista per il ruolo di Marianna Mortara, madre di Edgardo Mortara in "Rapito" di Marco Bellocchio.

Il tutto avverrà attraverso una conversazione, delle letture e il ricordo di quei film felliniani che hanno trovato nella provincia di Viterbo location ideale. L'evento è promosso in collaborazione con l'Associazione Cineclub del Genio di Viterbo, l'Italian Film Festival Berlin e la Fondazione Carivit. Tra i partner istituzionali e non, MiC – Direzione Generale Cinema e Audiovisivo, Regione Lazio, Comune di Viterbo, Ance Viterbo, Confartigianato Imprese Viterbo, Comune di Bagnoregio, Casa Civita, Comune di Soriano nel Cimino, Sacro Bosco di Bomarzo, In Arte Vicino, Teatro Romano di Ferento.

L'ingresso sarà libero, fino a esaurimento dei posti disponibili.