cultura

"L'Officina - Imagination Lab" per un turismo dei tessuti. Da "Il Sacro e le Acque" agli scialli di kashmir di ieri e di oggi

martedì 29 agosto 2023
di Livia Di Schino

Un tempo è stato un luogo per dare nuova vita a mezzi meccanici, adesso è una struttura che si rivolge alle persone, dando spazio alla creatività, all’immaginazione e a qualche idea progettuale. Rivolgendosi al resto dell’Umbria e non solo. "L'Officina - Imagination Lab" di San Lorenzo di Monteleone d’Orvieto si presenta come un intimo dialogo tra natura e persone, tra libri e pensieri, tra arte e dialogo. Un fluido confronto tra chi crea e chi osserva, tra chi fa parte della pancia della balena e chi è dorso della stessa. Con sotto le onde del mare.

Un'immagine che è in bella mostra su tessuto e, per chi è in ascolto, rappresenta la storia di un territorio e la riscoperta di esso, con un immediato ed esplicito riferimento alla Balena di Bargiano, nei pressi di Allerona. Per la voce che accompagna la visita questo ritrovamento assume valenza in termini di simbologia sino ad arrivare ad una sorta di finestra, di passaggio, che apre alla possibilità di vivere quello che non c’è più, quello che si cela dietro l’invisibile.

La performance e mostra collettiva si definisce già dalla sua denominazione, "Il Sacro e le Acque", e nasce da un progetto nel quale hanno collaborato l'Ecomuseo del Paesaggio Orvietano, l’Ecomuseo del Vanoi e "L'Officina - Immagination Lab". In pista diversi artisti e sensibilità per tentare di raccontare tra suoni, immagini e parole il paesaggio, non solo quello del passato immerso in un mare ancestrale, ma soprattutto quello interiore. Individuale che, nel confronto e nella complessità, diventa collettivo. E vuole essere esperienza.

Ad aprirci le porte di un mondo che si affaccia romanticamente, con un quadro naturale su un Monteleone d’Orvieto infuocato dai colori del tramonto, è la stessa direttrice artistica de L’Officina - Imagination Lab, Rosenda Arcioni Meer.

Esattamente cosa è "L'Officina - Imagination Lab?"
E’ un’associazione. E’ un luogo. E’ una casa della creatività. Un laboratorio dell’immaginazione. Un centro culturale per conferenze e mostre.

Si è appena conclusa la mostra "Il Sacro e l’Acqua", quale sarà la vostra prossima proposta?
Dal 2 dicembre 2023 fino al 2 febbraio 2024 proporremo una mostra dedicata agli scialli del kashmir, quelli di ieri ed oggi. Con le fotografie di Stefano Cioffi, che si è recato nella regione in aprile ed è entrato nelle case dei maestri tessitori e ricamatori.

Una mostra che valorizza la ricchezza di tessuti che oggi abitano questo luogo…
Abbiamo libri, tanti libri. E tanti tessuti ed abiti fatti a mano, creazioni uniche provenienti dall’India. Tutti quelli che mi hanno accompagnato nella mia esperienza espositiva a Parigi e che oggi voglio valorizzare in questo luogo che ho scelto di abitare con la mia famiglia. Un centro piccolo ma che ha un grandissimo potenziale.

Tessuti che in questo momento sono gelosamente custoditi…
Per i quali sento la responsabilità di dover fare un’archiviazione, in modo che siano fruibili almeno visibilmente on – line, ma soprattutto rimangano come memoria storica. Questo in un contesto in continuo cambiamento, dove la meccanizzazione sta raggiungendo luoghi, come l’India, dove invece prima era tutto fatto a mano.

Potrebbero essere uno strumento per promuovere il territorio?
Certo che sì. L’Umbria, come altre parti d’Italia, sono ricche di tradizione, di lavorazioni fatte a mano e questo potrebbe essere volano di sviluppo per il territorio. Mi spiego meglio. I tessuti attirano appassionati e intenditori e l’Umbria potrebbe mettere a rete le proprie produzioni, la propria arte espressa nei tessuti, per creare percorsi artistici. Uno potrebbe andare dalla Val Topina, passando per Città della Pieve fino ad arrivare al merletto di Orvieto. Tutto questo per incrementare un turismo di alto spessore, di qualità.