Elena Cornaro e Giuseppina Anselmi Faina: due donne, due talenti

Martedì 20 giugno alle 17.30 all'Auditorium "Gioacchino Messina" di Palazzo Coelli, sede della Fondazione Cassa di Risparmio di Orvieto, Fidapa Bpw Italy di Orvieto e la Fondazione per il Museo "Claudio Faina" in occasione dell'Elena Cornaro Day ricordano Giuseppina Anselmi Faina.
Intervengono Luca Montecchi, autore del libro "Giuseppina Anselmi Faina. Una pittrice dell’Ottocento tra Piemonte e Umbria" e l'archeologo Giuseppe Maria Della Fina. Conduzione a cura di Francesca Compagnucci, presidente Fidapa Bpw Italy di Orvieto, e Daniele Di Loreto, presidente della Fondazione per il Museo "Claudio Faina".
Elena Lucrezia Cornaro e Giuseppina Anselmi Faina, due donne profondamente segnate dai pregiudizi del tempo, figure coraggiose e determinate, dotate di straordinari talenti che si scontrarono con il maschilismo imperante dei tempi nei quali vissero. L’amore per lo studio, per la letteratura e la filosofia segnò la vita della patavina Elena Cornaro, la passione per la pittura, il "fuoco sacro" dell’arte ispirò, invece, la torinese Giuseppina Faina, nata Anselmi.
Due personalità forti, nate in epoche difficili per le donne, specialmente per coloro che desideravano ardentemente esprimere il proprio genio e vedere riconosciuti i propri meriti. Donne che furono costrette a piegarsi alle convenzioni sociali del XVII secolo, Elena, e del XIX, Giuseppina. Ripercorrendo brevemente le vicende umane di queste due figure, troppo precocemente cadute nell’oblio, si apprende che Elena nacque a Padova nel 1646.
Era la figlia naturale del nobile Giovanni Battista Cornaro che, riconosciute le precoci qualità intellettuali della figlia, la affidò ai migliori precettori. Imparò così non solo le lingue classiche, il greco e il latino, ma apprese anche quelle moderne come il francese, lo spagnolo l’ebraico, l’arabo e l’aramaico. Studiò musica, filosofia e teologia. Avrebbe voluto laurearsi proprio in teologia, quando le fu impedito dal cardinale Gregorio Barbarigo, che considerava scandalosa per una donna la possibilità di affrontare questo corso di studi.
Ma Elena non si scoraggiò e nonostante i numerosi dinieghi, riuscì a laurearsi in filosofia il 25 giugno 1678, prima donna al mondo in questa disciplina. Da qui deriva l’idea della Fidapa Bpw Italy di Orvieto di istituire l'Elena Cornaro Day, un giorno per ricordare non soltanto Elena, ma attraverso la sua singolare vicenda, celebrare le tante figure femminili che hanno lottato, sofferto e affrontato molti sacrifici.
Come Giuseppina Anselmi Faina, che dalla natìa Torino, dove aveva coltivato lo studio del disegno e della pittura, a seguito del matrimonio con il Conte Claudio Faina, un uomo con interessi profondamenti diversi dai suoi, giunta in Umbria fu costretta ad adeguarsi alle consuetudini e alla ristretta mentalità del tempo. Alle donne sposate era molto difficile, quasi impossibile, continuare a praticare le arti.
A Torino la giovanissima Giuseppina aveva realizzato opere per il Re Carlo Alberto, a Firenze e a Roma aveva seguito corsi di perfezionamento nell’arte del ritratto, ma il matrimonio, con il conseguente trasferimento ad Orvieto, l’aveva costretta a subordinare il desiderio di affermazione artistica ai doveri familiari. La crisi coniugale e alcune sventure, ad esempio la morte della figlia Gemma, l’angusto e retrivo ambiente nel quale si trovò a vivere, la spinsero a rallentare e poi a sospendere l'attività pittorica.
Negli ultimi anni della sua vita, segnati da una salute sempre più cagionevole, tornò in Piemonte e riprese in mano pennelli e colori per realizzare le ultime opere. Probabilmente il trasferimento dall'ambiente torinese decisamente più aperto e stimolante, a quello umbro gretto e soffocante condizionarono la personalità della contessa, ma questo non le impedì di realizzare una "rivoluzione silenziosa" (per riprendere le parole di Luca Montecchi) durante la quale, tra le mura del proprio palazzo, cercò di affermare se stessa e il proprio talento.
L’edizione 2023 dell'Elena Cornaro Day riporta sotto le luci dei riflettori le vicende di Elena e Giuseppina, donne forti e tenaci, nonostante le loro fragilità, vittime delle convenzioni dei rispettivi periodi storici. Due storie da riscoprire come testimonianza del lungo percorso di emancipazione femminile che soltanto nella seconda metà del secolo scorso ha raggiunto significativi risultati.

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