Il "Merletto di Orvieto già di Irlanda...dimenticato" torna in mostra a Palazzo Coelli

Esce nuovamente dai cassetti, dove troppo spesso resta confinato, per essere ammirato nelle sale espositive di Palazzo Coelli, sede della Fondazione Cassa di Risparmio di Orvieto. L'approssimarsi della Pasqua offre l'opportunità al "Merletto di Orvieto già di Irlanda...dimenticato" di essere riscoperto, insieme alle relative storie familiari, grazie all'omonima mostra allestita dal Lions Club e patrocinata dal Comune, che sarà visibile gratuitamente da mercoledì 5 a venerdì 14 aprile, dal lunedì al venerdì, dalle 11 alle 18, ad eccezione del giorno di Pasqua, domenica 9 aprile.
Un'arte antica e preziosa rappresentata da una sessantina di autentici capolavori, alcuni dei quali inediti. Il doppio nei numeri rispetto a quelli già portati in mostra a dicembre sempre su impulso del Lions Club Orvieto e, in particolare del vicepresidente, Franco Barbabella, dando conto di un'affascinante tradizione e continuità al grande lavoro di documentazione avviato nel 2016 con il service che ha dato forma al catalogo generale, disponibile in mostra. Oltre 700 manufatti, dai più ricchi tovagliati ai più modesti fazzoletti da taschino. E ancora centrini, ventagli e abiti da sposa.
Lungo il percorso espositivo trova posto anche il Palio della Palombella, con al centro la colomba bianca simbolo dello Spirito Santo, che i quattro quartieri cittadini si contendono nella Domenica di Pentecoste, in occasione di "Orvieto in Fiore". Donato da Iva Barbabella, è anch'esso ricamato con filo d'Irlanda. Trina scelta oltre un secolo fa – il Merletto di Orvieto nasce nel 1907 per opera della Contessina Maria Vittoria Faina Mayo – per ragioni tecniche essendo "più facile da suddividere fra molte operaie invece di qualunque altro lavoro di ricamo, di merletto a fuselli o ad ago".
Alle cugine Vittoria Danzetta e alla Nobil Donna Eugenia Petrangeli, nonché al Conte Eugenio Faina, senatore del Regno d'Italia, che poté procurare campioni di filato e modelli della trina d'Irlanda, è legata l'istituzione dell'Ars Wetana, patronato per le giovani operaie – nato con lo scopo di "trarre dalla miseria le giovani donne di Orvieto, fornendo loro una possibilità di guadagno nella lavorazione del merletto" – che, in laboratorio, preparavano disegni e tele, distribuivano i lavori da eseguire a casa a seconda delle specifiche capacità e li ritiravano quando pronti.
Modificando la tecnica irlandese e lasciandosi ispirare da scene di vita agreste – come le fasi della vendemmia che si fanno racconto spazio-temporale – oltre che dai cartigli di Maitani, autore dei bassorilievi della facciata del Duomo, i merletti si imposero presto per la bellezza dei disegni e per l’eleganza della tecnica di lavorazione. Dopo alterne vicende, l'attività dell’Ars Wetana è cessata nel 1978, ma in anni più recenti si è fatta strada la volontà di ridare vita ad una vera e propria scuola. E di candidare il Merletto di Orvieto a Patrimonio Immateriale dell'Umanità dell'Unesco.

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