cultura

Necropoli del Vallone di San Lorenzo, si torna a scavare. Focus al Salone "tourismA"

mercoledì 22 marzo 2023
di Davide Pompei

Una nuova campagna di scavi per riportare alla luce tombe, oggetti funerari ed eventuali altri reperti. È quella che prenderà il via a luglio a Montecchio, nell'area della Necropoli del Vallone di San Lorenzo, sotto la direzione scientifica del professor Gianluca Grassigli. Le operazioni sul campo saranno condotte dagli studenti dell'Università degli Studi di Perugia, con la direzione degli archeologi Francesco Pacelli e Stefano Spiganti, e dagli studenti della Kent State University – in Ohio, dove nel 2019 si tenne anche un convegno per presentare i risultati ottenuti – che condurranno indagini archeologiche, guidati dalla professoressa Sarah M- Harvey.

Gli scavi ripartiti nel 2017, a distanza di quasi quarant’anni dalle iniziali ricerche, verranno effettuati in una grande area della necropoli umbro-etrusca risalente al periodo compreso fra l’VIII e il III secolo a.C. che potrebbe rivelarsi come una delle più interessanti del territorio provinciale dal punto di vista storico e archeologico. Qui, infatti, ci sono state già importanti scoperte in termini di reperti, alcuni dei quali conservati nell'Antiquarium Comunale. Le prime notizie risalgono al 1855, anche se la zona è stata indagata con metodicità solo nel corso degli anni '70 del '900, quando vennero alla luce una cinquantina di tombe, oggi visitabili su prenotazione.

Se ne parlerà anche in un contesto prestigioso come la tre giorni di "tourismA – Salone dell'Archeologia e del Turismo Culturale", in programma al Palazzo dei Congressi di Firenze. "Confini immaginari: nuove scoperte nella Necropoli del Vallone di San Lorenzo a Montecchio" il titolo dell'intervento a cura di Stefano Spiganti e Francesco Pacelli, archeologi del laboratorio "Follow the Wall" dell'Università degli Studi di Perugia e dell'Associazione Acqua, in programma per le 12.20 di domenica 26 marzo, in Sala 4, nell'ambito del panel "Vetulonia 2023. Meraviglie del Mann in mostra al MuVet e nuove scoperte dalle Terre degli Etruschi".

Quest'ultimo a cura di Simona Rafanelli, direttrice del Museo Civico Archeologico "Isidoro Falchi" – MuVet di Vetulonia. Un appuntamento – ad ingresso libero e gratuito che riaccenderà i riflettori sul sito costituito da numerose tombe a camera scavate direttamente nel banco naturale di roccia, uniche in Umbria nel loro genere. Qui le sepolture sono costituite da camere singole o doppie coassiali. Il secondo ambiente, quasi sempre con soffitto piano o ad ogiva, è di ridotte dimensioni e destinato esclusivamente alla deposizione degli oggetti di corredo. I soffitti delle camere principali sono generalmente displuviati e talvolta riproducono a risparmio l'intelaiatura lignea del tetto.

Quanto ai vani sono muniti di banchine laterali e di fondo, distintamente utilizzate per la deposizione dei defunti e dei materiali di corredo, realizzate a immagine delle klinai, ovvero dei letti conviviali presenti nelle case. Queste le parole con cui lo studio Domenico Golini definì la necropoli: "…sopra un suolo nella massima parte coperto da foltissimi boschi di elci, bosso e fittissime ginepraie emergono indizi di antichissimi fabbricati, tombe sparse e vastissime necropoli, segno della vastità della popolazione di quella immensa città dalla grandezza meravigliosa…". Una grandezza che, a distanza di secoli, non cessa di rivelare sorprese.