cultura

Paola Tortora per un teatro d'arte per la comunità: dalla formazione alla creazione

domenica 19 febbraio 2023
di Livia Di Schino

Nasce e si forma a Napoli, vive e lavora fra il Cilento, terra di origine paterna, Torino e l'Umbria. Ha un diploma in pedagogia, uno di recitazione e una laurea in architettura in tasca, ma soprattutto tanto, tanto studio e passione per il teatro. Drammaturga, attrice e regista professionista, Paola Tortora si occupa anche di formazione, elemento essenziale per tutti coloro che desiderano avvicinarsi a questo mondo.

"Credo in un teatro d'arte - spiega - a servizio della comunità. Tutti possono vivere il teatro, ma è necessario accompagnare costantemente la passione allo studio e alla pratica. Ci vuole tanta umiltà e la voglia di offrirsi all'arte con grande spirito di ricerca". 

Umiltà, una delle sue parole chiavi. Perché? 
"Perché nessuno di noi smette di crescere e di mettersi in discussione, anche se dotato di grande talento. Il teatro è un eterno maestro di vita, si sa! E noi dovremmo porci come strumenti di trasmissione della bellezza e non come fautori di essa".

Nella sua esperienza quale è stato uno dei momenti topici in termini di carriera?
"Sicuramente quando sono stata a Mosca in occasione di un meeting internazionale promosso dal Workcenter di J. Grotoswky,  dove mi sono confrontata non solo con il teatro d’avanguardia russo, il teatro del grande maestro Anatoli Vasiliev, ma anche con straordinari artisti selezionati da tutta Europa".

Dall'Europa all'Italia. Lei lavora molto a Torino...
"Sì, da più di vent'anni ormai. Tantissimi i progetti realizzati, il più importante fu 'Aporie del Sé. Trilogia sull'insicurezza dell’essere' ipirato al testo 'Hamletica' di Massimo Cacciari. Lui stesso, dopo lo spettacolo mi disse 'Signora Tortora, lei è il teatro di innovazione italiana, complimenti!'. Non le dico che emozione quelle parole per me. A quel lavoro seguì il progetto 'Solit'Aria', una numerosa serie di spettacoli in assolo con musica dal vivo. Per me Torino è costante occasione di aggiornamento, crescita e studio. Inoltre lavoro da più di quindici anni alla Performing Arts University Torino - Atelier Teatro Fisico diretta da Philip Radice, una realtà straordinaria, che amo molto. Invece nel Cilento partecipo ogni anno alla rassegna 'Veliateatro' sul mito antico, un appuntamento preziosissimo per me, data l’importanza dell'evento nella mia terra di origine".

Oltre al teatro, anche il cinema. Da ragazza ha lavorato in fiction televisive e in un paio di cortometraggi con cui ha vinto un premio nazionale come migliore attrice protagonista.
"Sì, e di recente ho partecipato a 'Dante. L'esilio di un poeta', scritto e diretto da Fabrizio Bancale, un'esperienza bellissima, oltre che all'ultimo film di Franco Nero con attori straordinari come Kevin Spacey, Robert Davi, Massimo Ranieri. Ma resto amante assoluta del teatro attraverso ricerca, sperimentazione, formazione".

Tornando alla formazione, è stata forse questa la ragione del suo spostamento da Torino a Orvieto?
"In realtà non mi sono trasferita definitivamente. Sicuramente sto dei lunghi periodi a Orvieto,
ma senza rinunciare mai al dinamismo del Nord e alle passioni del Sud. Vivo diverse vite! Durante la pandemia ho deciso di abbracciare questo territorio con il forte desiderio di ritirarmi almeno per un po' nella natura, ho scoperto questa terra perché anni fa seguii una compagnia teatrale nel suo percorso di crescita, la Compagnia (In)stabile di Città della Pieve. Alcuni attori che fanno parte della compagnia teatrale del Teatro dei Rustici di Monteleone d'Orvieto, continuo a seguirli. Con grandi soddisfazioni".

Una tra tutte è di qualche giorno fa. Giusto?
"Giusto. Ho scritto un documentario teatrale, unico nel suo genere, portato in scena da Alessio Stollo un lavoro in collaborazione con l'Università degli Studi di Perugia. Abbiamo raccontato la storia intensa e commovente di Bernardo Dessau, un grandissimo uomo e fisico rimasto invisibile nel tempo. Il testo nasce anche grazie all’aiuto del nipote Umberto Steindler con il quale ho avuto un lungo scambio di email che hanno dato al lavoro grande spessore umano attraverso aneddoti e ricordi. L'Università ha già parlato di numerose altre date di questo lavoro che ha restituito dignità ad una figura dimenticata. Ne siamo orgogliosi".

Progetti futuri?
"A fine marzo presenterò a Torino una creazione dedicata al mito di Antigone, alle Officine Caos in una rassegna internazionale di teatro contemporaneo, un grande privilegio per me. Intanto sto cercando di tessere una rete di attività culturali fra i vari comuni dell’Umbria, e non solo, tempo fa scrissi un progetto dal titolo 'TeatrinComune', con lo scopo di portare in modo continuativo  il teatro d’arte nei piccoli centri italiani. Ha avuto ottime risposte già in Piemonte, Lombardia, Veneto, Campania. Desidero offrire un teatro d’arte che promuova anche attività di formazione permanente aperte sia a professionisti che appassionati, coinvolgendo tanti maestri artisti del settore. Per aprile, maggio, giugno e luglio, grazie anche al sostegno di Luisa Naso ed Alessio Stollo, continueremo a svolgere presso l’Officina Lab uno splendido spazio in San Lorenzo-Monteleone d’Orvieto, gestito dall’artista Rosenda Arcioni Meer, un weekend intensivo al mese dedicato al mito ed alla comicità, ci auguriamo di avere adesioni. Questo è l'indirizzo a cui rivolgersi per partecipare: vintulerateatro@gmail.com. Intanto attendo risposta dai diversi comuni umbri per l’apertura di un dialogo culturale di ampio respiro".

Per ulteriori informazioni:
www.paolatortora.it 

Foto: Francesco Truono