cultura

Ritrovate due monete dell'epoca imperiale romana. Ritraggono Faustina II e Adriano

martedì 22 novembre 2022
di Davide Pompei

Da sinistra: dritto e rovescio della moneta che ritrae Faustina II Augusta (147-153 d.C.)

C'è una storia che non smette di parlare, soprattutto a chi è in grado di ascoltarla. E un territorio, come quello di Allerona, che non nasconde le testimonianze di un glorioso passato etrusco-romano. Da qui, infatti, arrivano le monete d'epoca imperiale ritrovate dall'appassionato di storia locale Felice Roberto Danielli seguendo la giusta dose d'intuizione e le indicazioni toponomastiche dei luoghi e partendo dalle testimonianze raccolte tra chi li ha abitati fin dagli anni '50.

In particolare quelli in località Pianociano – Foglio 28, Particella 90 del Catasto Comunale – dove, durante la lavorazione dei terreni non era raro imbattersi in oggetti in rame, bronzo o leghe metalliche, frammenti o statuine che le figlie dei contadini utilizzavano per i loro giochi. È una lega di rame e zinco con riflessi color oro anche il materiale con cui è realizzata la moneta romana imperiale consegnata al Comune, così come previsto in questi casi dal decreto legislativo 42/2004.

Al diritto presenta il busto di Faustina II Augusta – figlia di Antonino Pio, moglie di Marco Aurelio, madre di Commodo e suocera di Lucio Vero, tutti imperatori – rivolto a destra e, al rovescio, lei stessa nei panni della fecunditas con in braccio un figlio sulla mano sinistra e nella mano destra lo scettro. Vissuta tra il 130 d.C. circa e il 176 d.C., Annia Galeria Faustina, meglio nota come Faustina Minore, ricoprì un ruolo di assoluto rilievo nell'alta società romana del II secolo.

Quanto alla moneta (147-153 d.C.) che ritrae l'imperatrice è un sesterzio dupondio in oricalco di diametro irregolare di 2,5 centimetri e 4 millimetri di spessore che pesa 26 grammi. Sulla scorta del sopralluogo effettuato dalla Soprintendenza Archeologica dell'Umbria sono state date disposizioni al proprietario del terreno e al Comune. Dal momento che l’area presenta un interesse archeologico, deve essere sottoposta a tutte le misure cautelari e preventive del caso.


Da sinistra: dritto e rovescio della moneta che ritrae l'Imperatore Adriano (134-138 d.C.)

C'è poi un'altra moneta imperiale che conferma la presenza della civiltà romana sul territorio. È quella databile tra il 134 e il 138 d.C., ultimo periodo di principato, noto anche in numismatica come "Asse di Adriano". È in lega di rame e stagno, con al diritto il busto dell’Imperatore Adriano e al rovescio il fascio senatoriale romano e la sigla S.C. Ad affidarla a Felice Roberto Danielli affinché fosse consegnata al Comune per la giusta collocazione è stato Francesco Farina.

Quest'ultimo l'ha scovata in località San Lorenzo, nell’area del villaggio etrusco-romano di Sant’Ansano. Catasto alla mano, la particella 91 corrisponde ad uno sperone di tufo gradonato, all’interno di un boschetto. Alla base, scavata nel tufo, la sorgente scavata a pozzetto detta dell’Acqua Morta. "A venti metri di distanza da qui – spiega l'appassionato di storia – c'erano quattro colonne in muratura, resti di un tempio etrusco-romano dedicato al culto dell’acqua.


Sorgente dell'Acqua Morta

Era ubicato lungo la strada che costeggiava il fosso e andava in direzione Perugia. Alcuni anni fa, a seguito ad alcuni lavori di sbancamento i resti del tempio sono stati distrutti per ricavare il prato-pascolo mai fatto. Nella particella catastale 90 resta disegnata la sagoma d’ingombro del tempio. Negli anni '70 testimonianze certe parlano di ritrovamenti di tre bicchieri a ciotola di bucchero pesante, in stile chiusino e di un vaso oinochoe decorato a fasce mancante di una parte del collo.

Il ritrovamento sarebbe avvenuto nei pressi di una grotta. Forse una tomba, nel tempo trasformata in cantina. Probabilmente, infatti, l'area era stata destinata alle sepolture. Numerosi i fittili laterizi e frammenti ceramici di epoca romana con la presenza di qualche frammento di ceramica etrusca. Quest’area di antichi insediamenti era collegata in tutte le direzioni. La strada che proveniva da Orvieto costeggiava il lato destro del Ripuglie.


Planimetria con la sagoma d’ingombro del tempio etrusco romano

Catasto di Allerona, Foglio 28 Particella 90 - Località Pianociano 

Lungo il percorso, dopo aver superato il fosso dentro il bosco, sono ancora oggi percorribili tre strade in terra battuta. Due conducevano all’altro villaggio etrusco romano di Sant’Ansano e l'altra, risalendo per il Podere Pratale portava a Chiusamorra, una suggestiva villa termale romana. La direzione verso Chiusi era la strada che dal Podere Casaccia segue Aiarella, Casanova, Poggio Spino, San Casciano dei Bagni, Cetona e Chiusi.

Dal Podere Casaccia si andava anche verso il Castello di Monte Palgaro-Plagaio dove nell’Alto Medioevo venne costituita la Pieve di San Giovanni. Proseguendo verso Fornaccio e Belvedere si arriva alla strada che costeggia il Paglia per Acquapendente. Verso Perugia la strada, passato il fosso, risaliva verso il Cimitero per proseguire verso Podere Tufo, Peccio, Ginostreto e Taverne, per raggiungere la Strada Perugina".

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