cultura

Claudio Baglioni è cittadino onorario di Ficulle. "Qui il luogo dei ricordi più dolci"

sabato 29 ottobre 2022
di Davide Pompei

Per la "raffinata scrittura musicale" con la quale "ha cantato le storie minime che sono di tutti e i grandi temi dell’uomo", cercando "attraverso la canzone quell'attimo di eterno che tramite l’arte sappia descrivere la vita", sabato 22 ottobre, al Teatro Ariston di Sanremo, Claudio Baglioni ha ritirato il Premio Tenco 2022, il riconoscimento assegnato dal 1974 alla carriera degli artisti che hanno apportato un contributo significativo alla canzone d'autore mondiale.

Un altro momento – più intimo, ma vissuto come una festa collettiva – lo ha riportato, invece, venerdì 28 ottobre a Ficulle per ricevere, nel corso di una cerimonia pubblica tenutasi al Teatro San Lorenzo, la cittadinanza onoraria conferitagli dall'Amministrazione Comunale a novembre 2021. Il cantautore, musicista e conduttore televisivo romano che, in più di cinquant'anni ha venduto oltre 60 milioni di dischi, è tornato così nel territorio di origine della famiglia.

Il padre Riccardo, sottufficiale dell'Arma dei Carabinieri, era nato proprio a Ficulle. La madre Silvia, invece, che in questa giornata avrebbe compiuto 104 anni, era originaria della vicina Allerona. Per lavoro si trasferirono a Roma dove, nel 1951, nacque Claudio, facendo ritorno di tanto in tanto nel borgo medievale dell'Alto Orvietano circondato dalle verdi colline che hanno ispirato le sue canzoni giovanili come "Ragazza di campagna". Quella delle estati dagli zii.

A Ficulle, dove ancora possiede l'antica casa di famiglia, si trova "La Casella" in cui ha vissuto momenti di serenità insieme alla compagna, Rossella, alla quale ha dedicato "Signora delle ore scure", ispirata proprio da questo posto in cui "viene la voglia di galoppare e di tornare a vivere". Ed è qui che, in un grande prato messo a disposizione dalla struttura turistica, il 6 luglio 1996 si tenne il secondo raduno del suo ClaB, ricordato come uno dei più autentici e spontanei.

Prezioso, in questa operazione di ricostruzione, anche lo studio genealogico condotto dal ricercatore Roberto Cherubini. All'elenco dei cittadini onorari Piero Antinori, Mario Morcellini e Renzo Cotarella si è aggiunto, dunque, l'autore di tanti successi – su tutti "Questo piccolo grande amore" – che da lunedì 7 novembre sarà impegnato con "Dodici Note Solo Bis", 72 appuntamenti dal vivo nei maggiori teatri lirici e di tradizione d’Italia, a partire dal San Carlo di Napoli.

A lui il sindaco, Gian Luigi Maravalle, ha consegnato pergamena e chiavi del paese realizzate da Stefano Brancaccia e Riccardo Paoletti. "Per Ficulle – ha detto – è un grande onore celebrare un simile personaggio di fama internazionale che ho scoperto essere autenticamente legato al nostro territorio. Molti cittadini ricordano con affetto i genitori e i nonni, per non parlare di quello storico concerto svoltosi in uno dei contesti naturali straordinari che lo caratterizzano.

Ringrazio Claudio, apprezzato ambasciatore della cultura italiana nel mondo, per aver accettato la nostra cittadinanza onoraria, dimostrando una grande sensibilità verso quelle aree interne che sono tesori di bellezza, tradizioni, valori ed eccellenze di questo straordinario Paese. Un sincero legame di affetto lo lega a Ficulle e alla bellezza della natura che circonda il borgo. È un segno identitario per noi ricordare che le origini della sua famiglia rimandano al nostro comune.

Con il conferimento della cittadinanza onoraria, come Amministrazione Comunale intendiamo suggellare una carriera che esemplifica ad altissimo livello la vocazione nazional-popolare dell’impegno di cantautore, esprimendo l’apprezzamento e la riconoscenza di generazioni di ficullesi e proponendo allo stesso tempo un modello positivo per le nuove generazioni per il suo impegno sociale e l'attenzione ai più deboli".

"L'ammirevole capacità di rinnovamento stilistico, l'inusitata capacità di conduttore televisivo e ancora innumerevoli premi e riconoscimenti alla sua carriera di cantautore" stupiscono anche uno studioso e docente di comunicazione come il sociologo Mario Morcellini che, nel suo saluto, non a caso, ha citato i versi più famosi – "Un paese ci vuole..." – del romanzo "La luna e i falò" scritto da Cesare Pavese nel 1950. "È libro dei ritorni felici – ha detto – come quello di oggi".

E poi ci sono le canzoni che nascono da un sentire e condividere sentimenti, emozioni e "i ricordi più dolci". Come quelli a cui "spesso torna il cuore di uomo" di Claudio Baglioni. "Ficulle – ha confidato il cantautore – è il paese natale di mio padre, ma anche il mondo fantastico e avventuroso di me bambino. È un dono prezioso e un grande onore diventarne cittadino per sempre. Pur avendo ricevuto altri riconoscimenti simili, questo ha un significato particolare.

Quando i miei vennero via da Ficulle quasi volarono verso Roma. Il loro era il sogno del dopoguerra di chi era in cerca di una dimensione, l'idea di una terra promessa non così lontana. È nei lunghissimi viaggi in treno, da Ficulle a Roma, che ho imparato a cantare per coprire i versi degli animali vivi che i parenti nelle campagne ci regalavano. Sono davvero tanti gli aneddoti che mi legano a questo luogo. Viviamo in un'epoca in cui i sensi si sono un po' logorati e usurati.

Percorrere di nuovo Corso della Rinascita è stato qualcosa da metabolizzare ancora. Confesso di essere arrivato qua anche con un po' di imbarazzo. Quello dei personaggi pubblici catapultati in realtà in cui non vivono. Quando ero bambino era difficile fare questo tratto di strada. Ricordo che venivamo alla messa e già dalla Porta del Sole, cominciava la Via Crucis delle soste per fermarsi a salutare qualcuno. In città conoscevo due persone, qui c'era un telaio di familiarità allargata.

Mi costava anche un po' di fatica, lo ammetto. Ero un figlio unico di città che si sentiva diverso dai coetanei di campagna. Qui ho sognato, combattuto battaglie fantastiche e immaginato il mondo di Patapan. Grazie a mio padre, un legno diventava cavallo e lungo i sentieri aiutava a non sentire più la stanchezza. Era un'emozione spiare gli animali. Le canzoni sono un'arte povera tascabile dal forte potere evocativo che ha tratto ispirazione da quanto vissuto in questi luoghi".

Di qui la promessa di tornare più spesso per recuperare il ritardo e sanare qualche ferita, ribadita anche in occasione della successiva visita alla Rocca. Sentiti i ringrazimenti verso l'umilità di un artista sincero che ha regalato un accenno a cappella di "Strada facendo" e "non ha avuto remore a raccontare di aver affrontato questo momento con timidezza e desiderio di non essere deludente, proprio come spesso accade quando si ritorna in luoghi e comunità che ci sono cari".