Il Liceo delle Scienze Umane tra colori e forme della Land Art

Le classi seconde del Liceo delle Scienze Umane, accompagnate dalle docenti Silvia Michelangeli e Antonella Rellini, hanno trascorso una mattinata all’insegna dell’interdisciplinarietà, guidate dal professor Roberto Forlini, docente di Discipline Plastiche del Liceo Artistico di Orvieto. L’obiettivo dell’esperienza è stato quello, ormai tradizionale per il Liceo delle Scienze Umane, di coniugare studio teorico e attività pratica e di rendere consapevoli i ragazzi di quanto la psicologia abbia da attingere alla manualità artistica e all’estro creativo, così da "tirar fuori" l'Io più profondo di ciascuno: emozioni, stati d’animo, "flusso di coscienza".
Le docenti hanno introdotto l’attività con riferimenti ad autori della psicologia contemporanea, primi fra tutti Daniel Goleman e Howard Gardner e il professor Forlini ha presentato ai ragazzi la Land Art, una forma d’arte contemporanea in cui l’artista interviene direttamente sul territorio naturale che diventa al tempo stesso soggetto e materia dell’opera d’arte, abbandonando i mezzi artistici tradizionali. La dirigente scolastica, Cristiana Casaburo, sostenitrice delle attività di metodologia in "situazione", da tempo condivide la didattica innovativa, spronando i docenti a sperimentare stili di apprendimento in sinergia disciplinare.
Gli studenti hanno aderito prontamente all’attività che, ispirandosi alle suggestioni ricevute, si è prevalentemente svolta all’aperto nella fase preparatoria, alla "ricerca" di quegli elementi naturali che colpiscono i cinque sensi e stimolano la nostra componente emotiva, immediatamente e senza condizionamenti, così da trasformare gli stessi elementi in opere artistiche originali nella loro semplicità e povertà apparente. In piccoli gruppi, gli studenti hanno collaborato affidandosi a quel pensiero divergente di cui ampiamente parla lo psicologo Joy Paul Guilford, ma anche Gianni Rodari con la sua Grammatica della Fantasia.
E "usando" liberamente pastelli, pennarelli, tempere, forbici e colla hanno riscoperto quella gioia spontanea di quando, bambini, ci si immerge nell’arte senza saperlo e senza preoccuparsi di nient’altro se non di “creare”. D’altronde, come già affermava Giordano Bruno, "I filosofi sono in qualche modo pittori e poeti, i poeti sono pittori e filosofi, i pittori sono filosofi e poeti. Donde i veri poeti, i veri pittori e i veri filosofi si prediligono l’un con l’altro e si ammirano vicendevolmente".

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