Ultimi giorni per visitare il Presepe di Vera. Le statuine in terracotta hanno i volti degli abitanti

Archiviata anche l'Epifania, il calendario concede ancora qualche giorno per godere dell'atmosfera delle feste, prima che luci e addobbi facciano ritorno nelle scatole in cantina. Ed è proprio una cantina scavata nel tufo, situata a pochi metri dal Palazzo del Municipio di Castel Viscardo, quella dove fino a domenica 9 gennaio, ad ingresso libero e nel rispetto delle norme anti Covid, è possibile ammirare il Presepe realizzato da Vera Bianchini, insegnante di Lettere in pensione che, da oltre dieci anni, si occupa con cura a passione del suo allestimento. L'originalità sta nel fatto che le statuine raffigurano personaggi storici del paese.
Una cinquantina, in tutto, anche se ogni anno si aggiunge qualche nuova figura. Accanto a Giuseppe e Maria, a far visita al Bambinello sono, infatti, anche Bruna, Giuliana, Peppino e tanti altri volti familiari di Castel Viscardo, compresi quelli che, da qualche Natale, non sono più fisicamente presenti. I primi pezzi furono realizzati nel 2000 al Museo Etnografico del Cotto, costituito dal Comune con il supporto del Gal Trasimeno-Orvietano e della Regione Umbria nella sede recuperata di un antico fontanile, assumendo la denominazione di Museo Multimediale delle Terrecotte, struttura che fa parte del circuito dell'EcoMuseo del Paesaggio Orvietano.
Il contesto era quello di un laboratorio per la lavorazione della creta, materia prima fornita dalla Fornace "Luigi Bernasconi". Ad essere raffigurati mentre sono intenti in mestieri tradizionali, così, non sono generici pastori della Palestina di oltre duemila anni fa ma la suocera, la vicina di casa e tutta una serie di fisionomie note. Comprese quelle dei Cantori de La Pasquarella che, secondo un'antichissima usanza, intonano le loro laudi sacre, nella notte dell'Epifania, la prima festa dopo l'inizio del nuovo anno, arricchendole d'appendici e immagini profane o bizzarre e concludendo con la richiesta di doni e cibo in cambio di auguri.
Dalle lavandaie all'uomo che intreccia i cesti in vimini, fino alla samaritana nel pozzo, tra le ultime arrivate, nel Presepe è finito anche qualche amministratore comunale. Di spazio da riempire ce n'è a sufficienza ed ogni anno è bello vedere dalla fantasia e la creatività che muovono le mani della signora Vera quali personaggi si sono aggiunti. "Qualche concittadino – confessa – mi ha chiesto espressamente di essere inserito. Più che un presepe, sta diventando un plastico ma d'altronde ho acquistato questa cantina proprio per dare spazio e giusta collocazione a tutte le statuine che realizzate".
La Betlemme rappresentata assomiglia, insomma, sempre di più a Castel Viscardo, con i suoi angoli che nel tempo si sono modificati e molti dei suoi abitanti che, almeno per le feste, è bello "rivedere" nella cantina di Piazza IV Novembre, seppure sotto forma di statuina modellata e dipinta, così come alcuni mattoni fusi che trovano posto nell'allestimento – dove giovedì 6 gennaio hanno fatto il loro arrivo i Magi – e gli donano profondità prospettica. È anche questo un modo per trattenere i ricordi e la memoria collettiva di un paese. Sopratutto in occasione di feste, segnate anche quest'anno dall'emergenza sanitaria.

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