cultura

Alice Rohrwacher presenta "Futura", ritratto del Paese osservato attraverso gli occhi degli adolescenti

giovedì 21 ottobre 2021

"Il nostro cambiamento è più veloce". È racchiuso qui e nel bisogno di orientare lo sguardo il senso dell'inchiesta collettiva del fim che vuole essere un archivio, anche di sguardi, condotta con una telecamera e tante domande dai tre registi Alice Rohrwacher, Pietro Marcello e Francesco Munzi. Il risultato sono i 105 minuti di "Futura", il docufilm presentato nella Sezione "Quinzaine des Réalisateurs" al Festival di Cannes 2021 e nella Sezione "Alice nella Città" alla Festa del Cinema di Roma 2021, che arriverà nelle sale cinematografiche all'inizio dell'ultima settimana del mese.

Lo scopo dichiarato è quello di esplorare l’idea di futuro di migliaia di "divenenti" ragazze e ragazzi tra i 15 e i 20 anni incontrati nel corso di un lungo viaggio attraverso l’Italia. Ci sono gli apetti di Castel Giorgio accanto ai filosofi di Pisa, i giovani della Diaz di Genova e quelli dei condomini popolari di Roma. Onano, dopo Bologna. Bolsena, accanto a Milano. L'accostamento più significativo, scevro però da giudizio, è quello tra città e campagna, accesso o meno alla cultura. Un ritratto che muta se osservato attraverso gli occhi di adolescenti che raccontano i luoghi di provincia in cui abitano.

I propri sogni e le proprie aspettative, tra desideri e paure. Lontano dal glamour un po' stereotipato delle serie televisive che dipingono i giovani del Belpaese solo come belli – fragili, ubriachi – e dannati. Il lavoro, svolto a più riprese a causa della pandemia, all’inizio non voleva toccare l’argomento Covid ma l'impatto avuto ha, inevitabilmente, cambiato la percezione sul domani e dato forma a quello che è un archivio che interroga il futuro. La pandemia come diario di uno stato d'animo contagiato che ha finito per mutare sogni e umori.

Girato in pellicola, il film che parla di (e fa parlare i) giovani sarà in proiezione lunedì 25 ottobre alle 21.30, martedì 26 ottobre alle 21 e mercoledì 27 ottobre alle 18.30 e alle 21.30 al Multisala Moderno di Bolsena. Allo spettacolo delle 18.30, introdotto dal critico cinemetografico Franco Grattarola, interverrà anche la regista Alice Rohrwacher, alle prese con i giovani anche nel prossimo film, che "non assomiglierà per niente ai precedenti, pur gravitando in una terra selvaggia", e con nuovi casting in programma dalle 13 alle 15 di sabato 30 ottobre al Teatro Boni di Acquapendente.

Prodotto da Avventurosa e Rai Cinema, "Futura" passa in rassegna progetti e ansie adolescenziali ma lascia intravedere anche un'idea di speranza. Un viaggio nel viaggio, così riassunto nelle note di regia:

"Ci siamo incontrati alla fine del 2019 con la voglia di realizzare un film insieme. A tutti noi è stato chiesto, nel corso della nostra carriera, di partecipare a lavori collettivi realizzando l’episodio di un progetto comune. La realizzazione di un singolo episodio pone tuttavia un grande limite alla possibilità di vivere un’esperienza di vera condivisione. Per noi lavorare insieme significa soprattutto guardare il lavoro dell’altro. Per questo, fin dal primo incontro, la nostra idea è stata quella di realizzare un’opera autenticamente collettiva, in cui la collettività fosse messa al servizio di un progetto organico. Un film in cui la pluralità non si esprimesse nella natura episodica ma nella molteplicità della regia, recuperando un’idea di cinema presente nel passato ma di cui oggi esistono pochi esempi.

Da questo desiderio nasce 'Futura', un lavoro condiviso che ha lo scopo di raccontare i giovani italiani e tratteggiare, attraverso i loro occhi e le loro voci, un affresco del Paese. Un film di sentimento che attraverso gli adolescenti ci restituisce come in uno specchio l’immagine di noi adulti. 'Futura' non è un film di osservazione e non è propriamente inscrivibile in quella vasta produzione definita cinema della realtà. Si tratta di un reportage nella sua forma più nobile. Nel realizzarlo ci siamo messi a servizio delle storie, subordinando il nostro ruolo di registi a quello di testimoni ed esecutori con l’intento di produrre un materiale filmico da raccogliere in una sorta di archivio del contemporaneo. Un archivio al quale abbiamo avuto accesso nella fase di montaggio e dentro al quale abbiamo scavato riportando alla luce le immagini, così da creare con la distanza necessaria un rapporto con il presente".