cultura

Apre la sede della Fondazione Bassiri, un nuovo centro dove arti ed esperienze dialogano

sabato 16 ottobre 2021

La sua arte "è ctonica, ma anche solare". Attraverso l’azione trasformativa impressa ai materiali – dalla cartapesta all’acciaio, dal bronzo alle elaborazioni fotografiche – da lui scelti affinché siano veicolo di intensità e frequenza sensibile della sua immaginazione, "l’opera erompe alla luce e sorprende". Dal 1975 Bizhan Bassiri si divide tra Teheran, dove è nato nel 1954, Roma e Fabro. Ed è proprio qui, sulle colline dell'Alto Orvietano, che sabato 16 ottobre alle 11 aprirà al pubblico le porte della sede della Fondazione che porta il suo nome. Alle 16, la presentazione istituzionale al Teatro degli Avvaloranti di Città della Pieve.

Istituita a luglio 2020 per la gestione, la conservazione e la diffusione della sua opera, la Fondazione Bassiri ambisce a diventare un soggetto attivo e propositivo nel panorama del contemporaneo, promuovendo una serie di iniziative multidisciplinari, tra arte, musica, teatro e letteratura. E dando impulso ad attività di ricerca, didattica e formazione, con l’organizzazione di scuole d’arte e laboratori per adulti e bambini, in collaborazione con istituzioni culturali, scientifiche e museali sia in Italia che nel mondo. E ancora a poesia e letteratura contemporanea, attraverso FB Editori diretta da Aldo Iori.

Nelle intenzioni, inoltre, c'è la volontà di organizzare un evento annuale multidisciplinare dove arte, musica, teatro e cinema dialoghino nel segno della contaminazione e della fruibilità. Nei 4.300 metri quadrati – tanti ne conta il capanno industriale in Via dell'Osteriaccia – oltre allo studio, in occasione dell'apertura del nuovo centro dedicato all’arte contemporanea sarà presentato anche il ciclo di grandi opere che hanno come filo conduttore un tema epico come la "Tempesta". Il programma di iniziative si amplierà, poi, anche al Museo del Duomo di Città della Pieve, con l'inaugurazione alle 18 dell'esposizione "Dimora della Sorte", a cura di Bruno Corà.

A quest'ultimo sono affidate la direzione scientifica della Fondazione e la presidenza del Comitato Scientifico composto da Michelle Coudray, presidente dell'Archivio Jannis Kounellis, Thierry Dufrene, docente di Storia dell’Arte presso l’Université Paris Nanterre, Lars Muller, direttore emerito del Bornholm Art Museum, Nicola Sani, compositore e direttore della Fondazione Accademia Musicale Chigiana. Bizan Bassiri e Camilla Cionini Vissani, invece, sono rispettivamente fondatore e presidente e vicepresidente e direttrice generale della Fondazione.

A coadiuvare la loro attività, un Consiglio di Amministrazione formato da Lorenzo Bini Smaghi, Bruno Corà, Gianluca Comin, Elena Di Giovanni, Gohar Homayounpour, Maria Letizia Magaldi, Catia Tomasetti e Rosalba Veltri. Instancabile sperimentatore, Bassiri lavora anche con un materiale così duttile come le parole. È autore, infatti, di una sequenza di scritture poetiche confluite poi nel "Manifesto del Pensiero Magmatico" (1984 – 2021), in cui si rintracciano le motivazioni della sua ricerca artistica, scaturita dalla vista del cratere del Vesuvio.

E dall’idea che l’opera d’arte sia una manifestazione evocativa dell’energia cosmica. "L’immagine – suggerisce l'artista – precede la conoscenza. L’autore è prigioniero delle immagini che lo anticipano e non fa altro che dare corpo a questa pioggia incessante e incandescente. Mi rasserena vedere che da ora in poi il nucleo della fusione ha una dimora per sempre".

Per ulteriori informazioni:
www.fondazionebassiri.com