Giornate FAI d'Autunno, per la decima edizione aprono anche i siti militari

Palazzi, ville, chiese, castelli, aree archeologiche, esempi di archeologia industriale, musei, interi borghi, percorsi naturalistici e ancora parchi, giardini urbani, cortili, orti botanici e luoghi verdi ma anche siti militari. Sì, perché tra i 600 siti solitamente inaccessibili o pochi noti – e, per questo ancora più bisognosi di valorizzazione – che sono distribuiti in 300 città d'Italia figurano anche 42 luoghi-simbolo, beni di proprietà del Ministero della Difesa, dello Stato Maggiore e delle Forze Armate che saranno resi fruibili nel centenario della traslazione della salma del Milite Ignoto.
In campo, nel pieno rispetto delle norme di sicurezza sanitaria, i 98 Gruppi FAI Giovani, con il supporto di 130 Delegazioni, 106 Gruppi FAI e 9 Gruppi FAI Ponte tra Culture. Oltre 5.000 tra delegati e volontari del Fondo Ambiente Italiano alle prese con la decima edizione delle Giornate FAI d'Autunno, presentata giovedì 7 ottobre e dedicata alla memoria di Angelo Maramai (1961 – 2021), già direttore generale del Fondo Ambiente Italiano. Il weekend giusto per scoprire luoghi di immenso valore artistico e culturale fuori dal comune arriva sabato 16 e domenica 17 ottobre.
E si inquadra nell’ambito delle iniziative di raccolta pubblica di fondi occasionale nel corso delle quali si chiede a coloro che lo desiderano di sostenere le attività tra cui, appunto, le aperture straordinarie. Tutti i visitatori potranno sostenere il FAI con un contributo suggerito a partire da 3 euro e potranno anche iscriversi online o nelle diverse piazze durante l’evento. La donazione online consentirà, a chi lo volesse, di prenotare la propria visita, assicurandosi così l’ingresso nei luoghi aperti dal momento che, per rispettare la sicurezza di tutti, i posti saranno limitati.
Il tutto arriva a chiusura della Settimana RAI di sensibilizzazione dedicata ai beni culturali e con il patrocinio della Commissione Europea, del Ministero della Cultura, di tutte le Regioni e le Province Autonome. Sulla Rupe, il Gruppo FAI Orvieto guidato dall'architetto Roberta Mattioni propone visite alla Cappella di San Giovanni XXIII, all'interno della Caserma Nino Bixio, con ingresso laterale. Un luogo anomalo rispetto al sito che lo contiene: una grotta rupestre, con antiche vestigia etrusche, ancora in parte rintracciabili, insieme ai resti di un pozzo e colombari ipogei.
Recuperata ed elevata a rango di cappella, la grotta è stata consacrata e intitolata al patrono dell'Esercito. Sulle pareti si possono notare varie incisioni raffiguranti croci infisse, latine e greche che lasciano immaginare che fosse, comunque, un luogo di culto fin dai tempi dell'Alto Medioevo. Prima della trasformazione in caserma – nel 1870 vi si stabilisce la divisione del generale garibaldino a cui viene intitolata nel 1902 e attualmente è sede di un Raggruppamento del Ministero della Difesa – nel complesso conventuale, edificato per volonta di Papa Urbano IV e risalente al XII secolo, vivevano i Padri Agostiniani.
Oltre alla chiesa rupestre presente all'interno dell'edificio militare – visitabile sabato dalle 10.30 alle 12.30 e dalle 14 alle 16.30 e domenica dalle 10 alle 12.30 e dalle 14 alle 16.30, esibendo all'ingresso un documento di identità in corso di validità – i volontari FAI e gli Apprendisti Ciceroni dell'Istituto di Istruzione Superiore Scientifico e Tecnico di Orvieto guideranno anche le visite – sabato dalle 10.30 alle 12.30 e dalle 14 alle 16.30 e domenica dalle 10 alle 12.30 e dalle 14 alle 17 – al Complesso di San Domenico e, nello specifico, un approfondimento dei monumenti funebri qui contenuti. Anche in questo caso un luogo insolito che racconta la trasformazione dei conventi periurbani.
I primi rimaneggiamenti cominciarono, infatti, nel XVII secolo per concludersi nel ventennio fascista con la definitiva demolizione, nel 1934, della navata centrale della chiesa – occhi puntati sull'esterno dell'abside, normalmente non visibile e su una reliquia mai esposta al pubblico come lo zucchetto di San Tommaso d'Aquino che soggiornò per tre anni ad Orvieto tenendo lezioni di filosofia e teologia proprio in San Domenico – e del convento annesso per la costruzione dell’Accademia Femminile della Gioventù Littoria. Il sito diventerà poi Scuola Militare di Educazione Fisica e attualmente ospita il Centro di Addestramento dei Baschi Verdi della Guardia di Finanza.
L'ingresso è consentito previa esibizione di Green Pass, non obbligatorio sotto i 12 anni. Qui è possibile consultare l'elenco completo degli altri luoghi aperti nel resto dell'Umbria.
Per ulteriori informazioni e prenotazioni (obbligatorie):
www.fondoambiente.it

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