cultura

Il sogno di Maria

sabato 14 agosto 2021
di Mirabilia Orvieto

Nel vangelo di Luca si dice che "in quei giorni, Maria si mise in viaggio verso la montagna e raggiunse in fretta una città della Giudea" (Lc 1,39). All’annuncio dell’angelo, la futura madre del Salvatore sperimenta uno sconvolgimento così forte che non riesce a frenare, a contenere, tanto da spingerla a mettersi subito in viaggio per andare da sua cugina Elisabetta. Cammina in fretta perché in fretta Maria si appresta a vivere quello che Dio ha donato, una vita a lei e una vita alla cugina. Ci sono due esistenze che si stanno facendo nel segreto del loro ventre e queste due donne ne gioiscono, e ne gioiscono in fretta, subito, quasi con impazienza, come se dovessero colmare lo spazio che ancora le separa da quello che Dio sta preparando nelle loro vite. 

Chi non sarebbe stato un po’ titubante, un po’ timoroso, un po’ lento, pensando che non bisogna mai farsi illusioni e che anche la cosa più bella e straordinaria, è destinata prima o poi a tramutarsi in un fuoco di paglia. Maria ed Elisabetta però non ragionano così, non hanno paura di rimanere deluse. Come Maria va in fretta, così Elisabetta all'istante riconosce chi la visita, cioè Dio stesso: c'è un evento importante che le due donne vivono insieme e in cui sperimentano un mutamento di vita. 

Entrambe riconoscono che qualcosa di nuovo si muove dentro il proprio essere, fidandosi completamente dei sentimenti che questo qualcosa evoca. Esse non fanno calcoli o ragionamenti, ma si aprono alla possibilità che qualcosa di bello possa accadere, quando a volte non si ha neanche la forza di pronunciarlo perché considerato inopportuno, scomodo e magari menzognero. 

Maria invece ha osato sperare, ha osato credere, ha osato camminare in fretta senza paure e preclusioni, proprio perché qualcosa le si stava muovendo in pancia. Dio fa una storia proprio con chi, come lei, ha un sogno serbato nel segreto del cuore. E quando Dio si fa avanti con la promessa dell’angelo, non perde tempo a ragionare, a calcolare ma agisce e si muove in fretta. In lei si riconoscono i poveri, quelli che nel vangelo vengono definiti gli ‘anawim’, coloro che non solo si affidano a Dio ma che annunciano il sovvertimento delle logiche del mondo. 

Il suo sì al progetto di Dio non è un’accettazione passiva e sottomessa, piuttosto l’attesa in una liberazione esistenziale. La vita di Maria, vissuta sotto lo strapotere dell’impero romano, non ha infatti niente a che vedere con immagini devozioniali spesso lontane da quanto raccontano su di lei i vangeli. Con la vocazione di questa donna si assiste al ribaltamento della realtà, quella interiore, intima, privata, come quella sociale e storica. Via, dunque, ogni rassegnazione perché attraverso Maria si affaccerà un Regno di giustizia e misericordia dove Dio innalzerà gli umili per rovesciare i re dai loro troni! 

L’adolescente proveniente dalla Galilea, terra notoriamente anti-monarchica, ha fretta di dichiarare nella Giudea, il centro del potere politico, economico e religioso, la detronizzazione dei potenti e il riscatto dei poveri. 

Maria rappresenta tutte quelle donne e tutti quegli uomini che, privi di potere personale, vivono la propria esistenza con fiducia e speranza. Per questo la giovane madre non fa della fede una consolazione, non gioca in rimessa cercando egoisticamente di ‘tirare avanti’. No! Maria va in fretta per realizzare il sogno di Dio che è anche il suo sogno, e in questo sogno corre, per lei e per gli altri. Sì per gli altri, perché la sua vita sarebbe diventata presto una lotta spirituale. Più tardi il grande padre della Chiesa, Origene, così si esprimerà: “Considera la situazione del secolo presente, la realtà piena di guerre, la vita umana premuta da battaglie visibili ed invisibili. Nel popolo di Dio ci sono alcuni robusti nella fede e armati di virtù da ingaggiare battaglia ogni giorno… Non solo proteggono dalle insidie dei nemici se stessi ma anche gli altri che non possono combattere”.     

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