cultura

Gran Carro, scoperto un bronzetto villanoviano. Bolsena nella convenzione "Etruschi senza confini"

giovedì 5 agosto 2021
di Davide Pompei

Potrebbe essere – il condizionale è ancora d'obbligo – uno spillone di produzione nuragica. In ogni caso è – e qui non ci sono dubbi – una scoperta molto importante, non solo per il territorio intorno al Lago di Bolsena. Si tratta del bronzetto villanoviano venuto in luce dall'insediamento protostorico sommerso del Gran Carro nell'ambito delle attività di ricerca finalizzate all’individuazione e alla migliore conoscenza del complesso archeologico sommerso ai fini della tutela e di una sua eventuale valorizzazione.

A portarle avanti è il personale specializzato del Servizio di Archeologia Subacquea della Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per l'Area Metropolitana di Roma, la Provincia di Viterbo e per l'Etruria Meridionale, in collaborazione con il Centro Ricerche Archeologia Subacquea. Per la prima volta è stata indagata una porzione della cosiddetta "Aiola" – l’accumulo monumentale di pietre di cui ancora non si conosceva la funzione – posizionata poco più a Nord della nota palafitta della prima Età del Ferro.

"Ad una prima analisi dei dati – spiegano dalla Soprintendenza – dovrebbe trattarsi di un’area dedicata al culto all'aperto formatosi nel tempo, probabilmente da un nucleo centrale più antico che, man mano, si è espanso proprio per la natura dei riti che venivano eseguiti e che prevedevano l’accensione di fuochi nella parte superiore, dove la superficie è piana, e il seppellimento di offerte di cibo combusto in vasi biconici coperti da scodelle nelle parti più scoscese sui lati del tumulo".

Quest'ultimo è risultato solo ricoperto di pietre e formato essenzialmente da strati di cenere, carbone e terreno. Tra gli oggetti rinvenuti, certamente da un livello della prima Età del Ferro, emerge un busto di una figurina di bronzo fusa che si inserisce eccezionalmente nello scarso patrimonio finora conosciuto della plastica figurativa protostorica dell’Etruria. Ancora tutta da interpretare la posizione di questo personaggio con corpo e copricapo scanalato.

Nelle mani poste al termine delle esili braccia tiene due oggetti circolari forati, dei quali è ancora incerta la connessione con le espansioni laterali del copricapo. Questo presenta un viso e, soprattutto, una resa degli occhi molto simile ad alcuni bronzetti sardi, con richiami iconografici anche nel geometrico greco. L’incredibile importanza del rinvenimento risiede, tuttavia, proprio nella sua unicità nel panorama della plastica figurativa villanoviana.

In attesa di saperne di più plaude alla scoperta l'Amministrazione Comunale di Bolsena che, di recente, ha sottoscritto la Convenzione "TularRasnal. Etruschi senza confini" con il Museo Nazionale Etrusco di Villa Giulia insieme ad altri venti Comuni italiani che hanno deciso di aderire senza alcun costo offrendo ai propri residenti un motivo convincente per compiere una visita a quello che è considerato il museo più rappresentativo della cultura e della civiltà etrusca.

Ispirandosi ai principi del Sistema Museale Nazionale e della Convenzione di Faro, la convenzione mira a far rete con gli enti locali per promuovere la cultura etrusco-italica lungo tutta la Penisola. Esibendo un documento di riconoscimento che attesti la residenza in uno dei Comuni aderenti, si può beneficiare di una significativa riduzione sull'acquisto del biglietto d’ingresso e sulle varie formule di abbonamento all’Etru.