"Ortensia Farnese. La creazione di una dinastia tra Vignanello e Parrano"

Dalla madre ricevette per testamento il Castello di Vignanello. Dal primo marito, Sforza Marescotti di Bologna, ucciso, due figli. L'anno dopo, nel 1539, si risposò con Girolamo dei Conti di Marsciano e, dieci anni dopo, rimasta vedova, si unì in matrimonio con il Conte Ranuccio Baglioni, morto per mano di un carpentiere nel 1553. Una vita, quella di Ortensia Baglioni Farnese – sepolta nella cappella di famiglia, nella Chiesa di San Girolamo della Carità, a Roma, accanto al primogenito Alfonso, erede universale – che non smette di affascinare gli appassionati di storia, degna com'è di un film.
E, oltre ai convegni, di un nuovo libro, curato per Intermedia Edizioni da Francesca Giurleo e Maurizio Grattarola, in distribuzione da venerdì 30 luglio, ma già disponibile sul sito della casa editrice. Il volume – "Ortensia Farnese. La creazione di una dinastia tra Vignanello e Parrano" – ripercorre la storia di una delle grandi protagoniste della vita sociale della Tuscia del XVI secolo, in quell'ampia zona di territorio ora divisa fra Lazio, Umbria e Toscana. Di lei ad incuriosire, finora, sono stati soprattutto gli aspetti più scandalistici della sua biografia, trascurando lo spessore storico e politico.
Attingendo alle numerose fonti archivistiche disponibili e non sempre utilizzate, il libro va oltre l'immagine stereotipata della nobildonna sospettata, e in alcuni casi accusata, dell’uccisione dei suoi tre mariti e di almeno due figli, per offrire al lettore una visione più ampia e policroma della presto ribattezzata "Lucrezia Borgia di Parrano", esaminando in maniera approfondita sia le vicende processuali che la videro coinvolta e talvolta condannata, sia i complessi aspetti della sua forte personalità così da consentire al lettore di farsi un'opinione più aderente alla realtà storica.
Nella prima metà del '500, epoca caratterizzata dal Sacco di Roma del 1527, nell’Italia centrale cominciò ad emergere una famiglia originaria di Bologna: i Marescotti. La loro dinastia attraversò la storia dello Stato ecclesiastico per quasi tre secoli, fino alla fine del feudalesimo a seguito della Riforma Consalvi nel 1816. Guerrieri, corsari, assassini, cardinali e mecenati si susseguirono alla sua guida, tracciando un solco che ancora oggi è ben visibile nelle loro opere e nelle conseguenze socio-politiche delle loro azioni, anche dopo la confluenza nella dinastia Ruspoli.
L’origine di questa lunga vicenda è dovuta proprio ad Ortensia. Fu lei, con la sua forza d’animo, la sua determinazione, il suo coraggio unito ad una notevole spregiudicatezza, a gettare le fondamenta del potere politico ed economico dei Marescotti, opera a cui dedicò tutta la sua vita. Fino all'ultimo continuò ad utilizzare il cognome della madre, Beatrice Farnese di Pier Bertoldo I, Signore di Montaldo e Latera, ignorando o forse disprezzando quello del padre, Antonio Baglioni di Siena, di cui fu forse figlia naturale. Non esitò mai ad affrontare le proprie responsabilità, né a confrontarsi duramente con mariti e figli.
Nonostante i tanti documenti d’archivio che la riguardano, la sua vita non è mai stata raccontata fino in fondo, così come per molti altri personaggi della sua discendenza. "Non ne conosciamo le fattezze – affermano gli autori – e non sappiamo dove, né quando con precisione sia nata. Finora non è stato neanche possibile reperire il suo atto di morte, nonostante la quasi totale certezza di dove e quando sia deceduta. Il libro vuole sopperire a queste mancanze, cercando di descrivere la personalità, senza quegli accenti talvolta scandalistici e senza alcuna indulgenza di fronte ai suoi atti più duri e controversi".

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