"Targhe lungo Corso Cavour per ricordare le botteghe storiche che hanno chiuso"

"Qui si vendevano bottoni, guanti e passamanerie". "In questi locali, per 148 anni, si è respirato l'odore del caffè tostato e delle caramelle". "Da deposito di ferro e acciaio agli articoli sportivi, i coltellini svizzeri, ora, hanno lasciato posto ad altro". Frasi semplici, di questo tenore. Da imprimere nel legno o, perché no, dipingere su ceramica e collocare in prossimità delle porte d'ingresso di quelle che i calendari alle spalle consentono di definire "Botteghe Storiche".
Anche se, fisicamente, non esistono più, né c'è un albo o una pubblicazione che ne documenti alle generazioni l'esistenza più di quanto non facciano i racconti orali. Di fronte a un Corso cittadino che, per mille motivi, continua a cambiare volto, la proposta di Nicoletta De Angelis invita, allora, a conservare memoria di attività e storie di chi, per una vita, ha indossato grembiuli e dispensato merci e aneddoti dietro il proprio bancone. Un censimento emotivo, per forza di cose parziale.
Ma che consentirebbe di lasciare una traccia. Senza nostalgia, ma con la riconoscenza di una comunità di persone che condivide spazi e tempi. Sì, perché dalla drogheria all'alimentari, dal negozio di elettrodomestici a quello di giocattoli, c'è stato anche un tempo fatto di relazioni umane. Prima di fenomeni come la globalizzazione, il commercio elettronico e l'emergenza economica indotta da quella sanitaria, gomitoli di lana e paia di scarpe non arrivavano con il corriere.
"In tutta Italia – osserva De Angelis – quante sono le vie intitolate a Giuseppe Garibaldi? E, in tutta onestà, senza nulla togliere al grande patriota, quanti possono dire di aver conosciuto questo condottiero? Le attività storiche di una realtà commerciale, specie di dimensioni contenute come la nostra, sono depositarie della memoria di una comunità, di cui hanno visto mutamenti economici, sociali e culturali. Perché, allora, non raccontarlo anche solo con l'apposizione di targhe?".
L'operazione, certo, necessiterebbe di un coordinamento comunale, della collaborazione di associazioni e realtà come la CNA e, non ultimo, della partecipazione di artisti, artigiani e sponsor disposti a realizzare materialmente le targhe, "rifuggendo il macabro effetto cimitero, a favore di una più elegante Passeggiata delle Rimembranze". L'annunciata azione di tutela delle attività che operano sul territorio, potrebbe tenere conto così anche di chi ha chiuso battenti. Ma, una volta, li ha aperti.

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