"Sguardi dal passato" di Roberto Cherubini, "un gesto d'amore per il territorio"

Solo attraverso il ricordo, come raccontato nel film d’animazione Coco, è possibile non precipitare nella dimenticanza. Anche in quel caso, proprio come nel pomeriggio di sabato 10 luglio, a Parrano, lo strumento per arginare l'avanzare del tempo era la fotografia e a lottare era un discendente. In questo caso un discendente di un territorio, perché Roberto Cherubini in qualche modo rappresenta un ponte di congiunzione tra due comuni dell’Alto Orvietano.
Monteleone d’Orvieto, dove abita e per il quale ha finalizzato il proprio lavoro per realizzare pubblicazioni in memoria di personaggi storici come il critico e poeta Pietro Bilancini, ma anche ricerche genealogiche come quella della famiglia Angeli (protagonista dell’ultima edizione De.Co. con "Le macine degli Angeli"), e Parrano, con il quale ha un legame di sangue (da parte paterna). Tutto raccontato nella sua pubblicazione “La terra al centro dell’universo. Storia genealogica della famiglia Cherubini dalla Villa di Parrano”.
La presentazione del libro fotografico "Sguardi dal passato - sessantuno fotografie di Parrano del 1910”, in Piazza della Repubblica, dopo un’attesa forzata a causa delle restrizioni della pandemia, ha trovato cornice nella Festa della Terra. “Ho lavorato alla pubblicazione di questo volume per amore verso il territorio” ha spiegato Cherubini, cercando di nascondere un po’ della naturale emozione che sale ad anticipare un momento importante, per poi sedersi accanto all’architetto Lucio Trizzino e la vicesindaco Isabella Tedeschini. Ad intervenire all’incontro pubblico sarebbero stati anche il già professore ordinario e preside alla Facoltà di Scienze della Comunicazione alla “Sapienza” Mario Morcellini e il sindaco Valentino Filippetti.
Ancora una volta Cherubini è colpito soprattutto dall’aspetto umano: di quelle immagini in bianco e nero da lui raccolte, infatti - messe a disposizione dei presenti in originale in un album sul tavolo dei relatori ed esposte con ingrandimenti nella stessa piazza della presentazione -, sono stati i volti: “La loro semplicità, genuinità, onestà”. Ma nello sfogliare il volume e traendo spunti di riflessione dalle interessanti analisi esposte dai relatori in un pomeriggio di luglio tutto dedicato al territorio, si ha una visione tutt’altro che bucolica e letteraria della campagna.
Nella staticità delle immagini, dove uomini, donne e bambini sono stati allineati nei luoghi dove vivevano e lavoravano alla presenza di un elemento estraneo (come poteva essere un fotografo a quei tempi), si possono cogliere dettagli reali di una vita fatta di fatica e lavoro. Se l’ipotesi emersa nel corso dell’incontro è che quest’insieme di immagini avesse una finalità commerciale, sicuramente adesso questo materiale - trovato da Cherubini su Internet - è diventata una finestra sul passato, su Parrano di 111 anni fa. Una finestra che Cherubini non ha voluto che rimanesse chiusa in un cassetto: un ulteriore tassello, un suo contributo per non dimenticare, per ricordare, per ritornare al cuore.

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