cultura

Chiesa della Madonna della Pace, "Lautun Rasna" non intende rinunciare al sogno di sistemarla

martedì 15 giugno 2021

La Chiesa della Pace di Proceno si potrebbe definire "un manufatto diroccato senza proprietario". La costruzione, situata lungo la Via Francigena, nel tratto che da Proceno porta ad Acquapendente, nonostante la storia millenaria che fa risalire il primo nucleo della chiesa al 1150, sembra destinata a cessare di esistere. Nel 2019, quando l’Associazione Lautun Rasna ha liberato le mura perimetrali dalla vegetazione, l’intera struttura era immersa nelle sterpaglie infestanti, eravamo ad un secolo dal terremoto (1919) che aveva lesionato la struttura e interrotto le funzioni religiose. Durante gli anni, gruppi di volenterosi erano intervenuti per impedirne il degrado, mantenendo vivo l’interesse della popolazione sulla possibilità di recuperare il sito.

L’impegno dell'associazione è l’ennesimo grido popolare alle autorità che hanno in mano il destino di questa importante testimonianza. La chiesa fu costruita a seguito di un accordo di pace, dopo una delle tante scaramucce tra comunità confinanti, evidentemente più sanguinosa di altre. In seguito, per rafforzare la portata dell’evento, si intitolò una Via alla Pace e fu istituita una festa che ricorreva il quattro di settembre di ogni anno. Questo impegno simbolico nella tradizione procenese, dovrebbe rappresentare un valore storico-culturale da mantenere nella memoria. Oggi, purtroppo, come già anticipato, rischiamo di perdere questo patrimonio, a causa dello stallo che la questione "catastale", sta impropriamente ponendo.

Alle prime avvisaglie del problema, avevamo proposto un "Documento d’intenti” che impegnasse tutte le Parti interessate istituzionalmente a lavorare insieme per il recupero del manufatto. Abbiamo subito apprezzato la disponibilità della Diocesi di Viterbo a collaborare senza nessun pregiudizio. Il testo concordato sembrava avesse armonizzato i vari punti di vista, poi però sono tornate le titubanze, i dubbi dell’Amministrazione comunale e si è tornati alla proprietà dell’immobile. Quello è divenuto l’aspetto dirimente, a significare una sorta di scaricabarile. Andiamo allora a vedere la situazione nei dettagli. Dalla mappa catastale, la chiesa risulta inserita nel percorso della Via Francigena ed è pertanto un “titolo” di possesso pubblico. Nel corso dei secoli sono stati effettuati lavori, interventi di restauro da parte del Comune e nei documenti d’archivio ci sono appunti dove lo stesso Ente rivendica diritti e benefizi sull’immobile.

A fianco della Madonna della Pace è presente un lavatoio-abbeveratoio che nel tempo veniva usato dalla popolazione. Tutto farebbe credere che la proprietà appartenga alla comunità locale. La legislazione intervenuta nel tempo, ha modificato la materia dei benefizi e privilegi degli enti ecclesiastici; particolarmente incisiva fu la Legge Crispi del 1890. E’ pertanto laborioso cercare di ricostruire una qualsivoglia certezza, quando le soluzioni erano previste all’interno del Documento sopra menzionato. Che fare? La domanda che si poneva lo scrittore nel famoso romanzo del 1902 è anche la nostra. Si potrebbe intanto segnalare il problema, uno slogan adatto potrebbe essere: "Siamo tutti proprietari della Chiesa della Pace" inviato alle autorità istituzionali oppure costituire un apposito fondo finanziario per il recupero del sito. 

L'Associazione Lautun Rasna non intende rinunciare al sogno di sistemare l’opera affinché ci sia un luogo, nella tappa 37 della Francigena, immerso nel verde ad un passo dal fiume, dove fermarsi ad ammirare una costruzione che racconta una storia di pace. Un luogo dove si recava Sant’Agnese Segni, vissuta per tanti anni ad un chilometro appena dalla chiesa. Tutti i contributi, i suggerimenti, da inviare a lautunrasna@gmail.com sono i benvenuti". 

Ermanno Guerrini,
presidente Associazione Lautun Rasna