Orvieto non rinuncia al Corpus Domini. "I colori della sua storia hanno il sapore della ripartenza"

Per il secondo anno consecutivo le disposizioni anti Covid hanno limitano ai simboli l'appuntamento più atteso dalla città. Quello con il Corpus Domini che, proprio sulla Rupe, venne istituito nel 1264 da Papa Urbano IV con la Bolla Transiturus de Hoc Mundo. Nonostante tutto non è mancata la partecipazione della città alla celebrazione tenutasi domenica 6 giugno e presieduta dal cardinale Enrico Feroci, parroco di Santa Maria del Divino Amore a Castel di Leva, che invocando la pace del Risorto, ha augurato alla comunità una pronta ripresa.
"Ringrazio - ha detto il cardinale - dell'invito di venire a pregare, con voi e per voi, in questo giorno così significativo per Orvieto e in questa basilica che è capolavoro dell'architettura gotica, voluta e costruita come tempio dell'Eucarestia. Nella Chiesa si celebra oggi la solennità del Corpus Domini. In maniera particolare e significativa si vive qui, dove è custodito il lino intriso di sangue colato dall'ostia. Meditiamo insieme sul grande mistero del Miracolo Eucaristico. Pane e vino diventano Cristo e l'Eterno ha bisogno di noi".
Riempiti tutti i posti a sedere sia all'interno della Cattedrale, dove hanno potuto accedere solo le persone munite di permesso-invito, che sulle sedie posizionate in Piazza Duomo, tornata piena di orvietani e turisti, ma in maniera composta ed ordinata, sotto l'occhio delle Forze dell'Ordine e della Protezione Civile che hanno permesso che tutto si svolgesse in piena sicurezza. L'ostensione del Corporale è avvenuta alla presenza del vescovo, Gualtiero Sigismondi, senza la consueta accoglienza dei partecipanti alla Marcia della Fede da Bolsena a Orvieto, annullata così come quella con Praga e la Staffetta dei Quartieri.
Tra i presenti anche il vescovo emerito, Benedetto Tuzia, la presidente della Regione, Donatella Tesei, il presidente della Provincia, Giampiero Lattanzi, il prefetto di Terni, Emilio Dario Sensi, il presidente dell'Opera del Duomo, Andrea Taddei, e ancora amministratori del territorio, autorità religiose, civili e militari e rappresentanti delle associazioni. Ridotto ad una rappresentanza simbolica il corteo storico che ha ricordato il nucleo originario della scorta armata che accompagnò la reliquia da Bolsena ad Orvieto. Sui balconi di Piazza Duomo e sul sagrato, in forma statica, solo alcune milizie e cavalieri, con un seguito di trombe e tamburi.
"La città vestita con i colori della sua storia – ha commentato il sindaco, Roberta Tardani – e il senso di appartenenza che trasmettono i costumi del nostro Corteo Storico hanno il sapore della ripartenza. Un altro assaggio di ritorno alla normalità che confidiamo di poter tornare a vivere sin dal prossimo anno per celebrare come sappiamo le feste della nostra tradizione”. A chiudere la giornata, la cerimonia di reposizione del Corporale, animata dai canti della Schola Cantorum "Don Bruno Medori" di Attigliano e la voce di frate Alessandro Brustenghi, per il concerto "La luce della speranza”, patrocinato dall’Ordine Equestre del Santo Sepolcro di Gerusalemme. Nel pomeriggio il duomo è rimasto aperto alle visite gratuitamente.

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