Buon Corpus Domini! Da Orvieto a tutto il mondo

In Europa e nel mondo cristiano anche detta festa del Corpus Christi, festa del Santissimo Sacramento, festa di Dio (a Liegi dove fu celebrata pere la prima volta nel 1246). Da Orvieto, nel 1264 – questa che è la più alta ed antica solennità eucaristica – fu istituita e promulgata da Papa Urbano IV (che ad Orvieto, per due anni, aveva insediato la curia romana e stabilito la sede apostolica), con Bolla Transiturus de (Hoc) Mundo, inviata al patriarcato di Gerusalemme l’11 agosto e ad Eva di Liegi e alle diocesi europee l’8 settembre, qualche giorno prima di passare a miglior vita.
Sempre ad Orvieto fu celebrata la prima processione del Corpus Domini, nel 1264 il 19 giugno, da Urbano IV in ricordo della festa di Liegi. Il pontefice decretò che la festa si celebrasse il giovedì dopo l’ottava di pentecoste. Così è in quasi tutto il mondo cattolico che celebra il Corpus Domini: Germania, Svizzera, Principato di Monaco, Brasile, Messico, Spagna e tanti altri altri paesi dove il Corpus Domini è festa nazionale.
In Italia e ad Orvieto dove nacque è stata traslata alla domenica seguente (…!), la processione e la festa furono regolamentate dal Comune di Orvieto nel 1337 con la riformagione 24 maggio 1337 «Super Festo et Offitio Festi Corporis Cristi». Il Corpus Domini è la festa di Orvieto, oltre quella della sua patrona la Beata Vergine Maria Assunta in Cielo alla quale è dedicata la Cattedrale e oltre a San Giuseppe, patrono, ma venuta come festa molto molto dopo.
Riformagione 24 maggio 1337 «Super Festo et Offitio Festi Corporis Cristi». «Nel nome del Signore amen. Nell’anno dalla natività 1337 della medesima quinta indizione … convocato e riunito il Consiglio dei Signori Sette e dei Dodici Sapienti della Città di Orvieto nelle case di Romana Chiesa in cui gli stessi Signori Sette in detta città hanno dimora per esercitare il loro incarico… allo stesso modo hanno disposto, ordinato e decretato – dopo aver fatto tra gli stessi consiglieri una solenne votazione ed essendo risultato allo scrutinio che tutte le palline erano nell’urna rossa dell’approvazione e nessuna pallina nell’urna nera dell’opposizione contro l’onore e la venerazione del corpo del nostro Signore Gesù Cristo – che per sempre nel giorno della festività di nostro Signore tutte le rappresaglie per tutti i cittadini orvietani e del circondario, in qualunque modo concesse, debbono essere sospese per cinque giorni, cioè nei due giorni prima del suddetto giorno festivo e nel giorno festivo stesso e nei due giorni seguenti, cosicché nessuno possa servirsi di dette rappresaglie e a tutti coloro che vengono alla festa sia garantito un sicuro arrivo e una sicura permanenza e partenza.
Parimenti che a tutti i nobili della città sia ordinato di giocare nel giorno della vigilia e in quello della festa con cavalli bardati e con ornamenti. Ancora che nessun artigiano faccia alcunché di sua mano nel giorno della vigilia e in quello della festa. E anche che in onore e rispetto di detta solennità e festività ogni anno sia dato e offerto e posse e debba esser dato e offerto – in predetta festività – dal camerario del comune orvietano alla chiesa della Beata Vergine Maria un cero del peso di cinquanta libbre di cera da portare dietro la processione e durante la processione da tenersi in detta festività, e il predetto camerario possa comprare questo cero col denaro e i beni del comune e offrirlo alla chiesa e debba quindi devolverlo alla fabbrica per l’opera di detta chiesa.
Così, che ogni arte e corporazione di qualsivoglia arte faccia e sia tenuta a fare e a far fare un torciglione di cera del peso di almeno dodici libbre per accompagnare il tabernacolo in cui sarà il corpo di cristo e il santissimo corporale per tutto il tempo che sarà portato per la città. Sia tuttavia lecito a quelli o offrire alla chiesa o riportare a casa quei torciglioni che parimenti siano offerti per le opere e la fabbrica della chiesa. hanno inoltre stabilito che tutta la città sia ripulita e in particolare modo le strade attraverso cui passerà la processione e ciascuno stenda davanti alla sua casa i migliori drappi che ha. E le strade siano piene di piante e fronde. E queste siano le vie per dove passerà la processione: dalla chiesa di santa maria a san francesco, da qui a san lorenzo e quindi alle case di manno di corrado, di qui in linea retta alla chiesa delle carmelitane e poi alla piazza dell’erba e quindi per camollia a sant’andrea e poi a san domenico di qui a santo stefano e a san leonardo poi a san salvatore e alla chiesa della beata vergine. inoltre, che siano pregati tutti i religiosi della città perché siano ad accompagnare il signor vescovo in questa processione – da farsi – finché sarà compiuta.
Che dodici nobili armati da scegliersi dai signori sette, siano incaricati per accompagnare il suddetto tabernacolo quando sarà portato attraverso la città. E che due giorni prima della festa e il giorno stesso della festa e due giorni seguenti siano e sempre debbano essere giorni festivi e debbano essere considerati tempo festivo in tutte le attività e in tutte le cause civili e di appello cosicché questi cinque giorni non vengano computati in alcuna scadenza, data o da fissare in cause civili e di appello; inoltre dette ferie siano e debbano essere nel modo in cui sono indette nel tempo di estate e della vendemmia; e qualora in questi cinque giorni fosse fatto alcunché in dette cause o in altra di queste, sia considerato nullo per legge. Ugualmente, che coloro che ricoprono uffici pubblici e i reggitori di detta città e i soldati stiano in armi a custodia della predetta città.»
(traduzione Andrea Lazzarini)

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