Rocca Respampani, un cammino dalla Preistoria fino ad oggi con "Antico Presente"

Il nome del maniero deriva da quello di una precedente rocca – la Rocca Vecchia – edificata nell'XI secolo a poca distanza da qui, su un suggestivo sperone tufaceo, dove si trovano oggi interessanti ruderi del castello medievale, della chiesa e dell’abitato che fu abbandonato alla fine del XVI secolo a favore di un nuovo ed ambizioso progetto. Quello di un palazzo-fattoria indipendente, sufficientemente dignitoso ed elegante per ospitare il governatore e il suo seguito di funzionari.
Ma in grado anche di accogliere le famiglie contadine che vi lavoravano. Un nucleo, insomma, che doveva mantenere una propria autonomia. Negli anni, il Castrum Respampini, verrà tenuto, da un nuovo castellano, Fra' Cirillo Zabaldani, descritto come "uomo insolente e di mala condizione misleale (...) spergiuro e traditore". Si racconta che fu lui a munire la Rocca Nuova con "gagliarde fortificazioni e spingarde gettate di ferro" sullo sfondo del nascente abitato di Monte Romano.
Nelle vicinanze del ponte costruito, secondo la leggenda in una sola notte, sul sentiero che conduce alla Rocca Vecchia si possono ammirare interessanti formazioni geologiche di ignimbriti tefritico-leucitiche, caratterizzate da inclusi lavici e scorie, legate all’attività di emissione del Distretto Vulcanico Vulsino. A reclamare attenzione, però, è Rocca Respampani, oggetto privilegiato dell'uscita promossa domenica 30 maggio dal gruppo di guide e accompagnatori turistici "Antico Presente".
L'appuntamento è alle 10, di fronte alla Chiesa di Sant'Antonio Abbate – riconoscibile dal campanile alto e moderno – all'altezza del chilometro 11 della Strada Provinciale Tuscanese 11, tra Vetralla e Tuscania, nei pressi del ristorante che, non a caso, porta il nome di "Fra' Cirillo". Il complesso, appartenuto ad una delle famiglie più importanti della Tuscia, fu al centro di complesse vicende belliche per il possesso territoriale dell’area tra Viterbo, Roma, il papa e l’imperatore.
Confiscato dalla Chiesa, fu ceduto all’Ospedale di Santo Spirito in Sassia. Gli amministratori di quest'ultimo, attraverso un’intelligente opera di migliorie iniziarono a sfruttare al massimo l’intero fondo che, unito a quello di Monte Romano, garantiva enormi rendite provenienti dai raccolti. Intanto opere di canalizzazione per l’irrigazione, importanti opere di drenaggio e bonifica unite ad una razionale coltivazione delle terre, arricchivano la Rocca e l’intero possedimento agricolo.
Iniziata nel 1607 e mai completata, oggi la Rocca presenta l’aspetto tipico di un palazzo fortificato caratterizzato da una pianta rettangolare, sormontata nel prospetto principale da due torrioni, con annessa area centrale scoperta e chiesa. Nel suo interno seppur ampiamente restaurato e non visitabile, conserva una grande sala con un enorme camino scolpito, i soffitti a cassettoni, stemmi araldici e poi le cucine e le segrete, testimonianze ricche di storie da scoprire.
A raccontarle saranno Sabrina Moscatelli, guida turistica abilitata e guida ambientale escursionistica Aigae, e Maria Giulia Catemario, guida ambientale escursionistica Aigae, che condurranno lungo un percorso – facile/medio – di 9 chilometri con un dislivello di circa 200 metri. La durata complessiva è di cinque ore, compresa la pausa pranzo. Sono richiesti abbigliamento sportivo, scarponcini da trekking e un asciugamano. C'è, infatti, un guado da passare a piedi nudi.
L’itinerario potrebbe essere modificato a discrezione delle guide per garantire la sicurezza in base alle condizioni del meteo, del sentiero e dei partecipanti. Il pranzo è al sacco, la quota individuale di 15 euro comprensiva di polizza professionale RC. Gratuita fino a 16 anni. Ai sensi delle disposizioni per l’emergenza Covid è obbligatorio l'utilizzo della mascherina e del gel disinfettante e il mantenimento di una distanza interpersonale di un paio di metri.
Per ulteriori informazioni e prenotazioni (obbligatorie):
339.5718135 – info@anticopresente.it

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