cultura

"I movimenti giovanili neofascisti dal 1946 al 1969". In distribuzione il libro di Alessio Moroni

lunedì 10 maggio 2021
"I movimenti giovanili neofascisti dal 1946 al 1969". In distribuzione il libro di Alessio Moroni

La vicenda del Movimento Sociale Italiano dalla sua fondazione nel 1946 fino al suo scioglimento in Alleanza Nazionale nel 1995 ha attraversato molte fasi critiche nell’infuocato clima politico del dopoguerra, ma per comprendere  fino in fondo le successive evoluzioni della destra italiana è fondamentale conoscerne ciò che avvenne nel primo ventennio,con particolare attenzione al mondo giovanile.
 
E’ questo il tema affrontato dal libro di Alessio Moroni per Intermedia Edizioni, dal titolo "I movimenti giovanili neofascisti dal 1946 al 1969", in distribuzione nazionale da mercoledi 12 maggio e già disponibile sul sito della casa editrice. Una minuziosa ricostruzione del rapporto spesso conflittuale tra il Msi e le sue organizzazioni giovanili e, allo stesso tempo, un’analisi della difficilissima navigazione del partito neofascista nella vita politica italiana.
 
Come scrive nella prefazione il professor Andrea Ungari, nell’ambiente giovanile della destra “Si rifletterono le profonde divisioni che attraversavano i quadri dirigenti, tra una componente più moderata e normalizzatrice ispirata dalle segreterie di De Marsanich e Michelini (segretari del Msi dal 1950 fino al 1969) e la componente più rivoluzionaria legata alla speculazione di Julius Evola, prima, e di Adriano Romualdi e Pino Rauti, poi. Un confronto duro, caratterizzatosi spesso da un punto di vista fisico oltreché intellettuale, che accompagnò la vicenda dei giovani del Msi per tutta la sua storia e che produsse spunti culturali interessanti, riviste di battaglia, ma anche di riflessione e che si concluse con la significativa esperienza della Nuova Destra di Marco Tarchi e della sua rivista La voce della fogna”.
 
Un ribellismo esploso in occasione degli avvenimenti del 1968 che avrebbero visto una profonda spaccatura tra dirigenza ed esponenti giovanili proprio sull’interpretazione del fenomeno della contestazione studentesca, solo in parte recuperata dalla nuova segreteria di Giorgio Almirante succeduto alla guida del Movimento dopo la morte di Michelini. Il biennio 68/69 segna il punto di arrivo del libro e ricostruisce quegli aspetti iniziali della contestazione studentesca di lì a poco destinati ad essere stravolti fino ad una pressoché totale identificazione del '68 con il protagonismo della sinistra giovanile.

Il '68, infatti, fu invece inizialmente un movimento che vide fianco a fianco giovani di destra e di sinistra, uniti in nome di una solidarietà generazionale anti sistema che  resistette fino al marzo del 68, in occasione della cosiddetta “Battaglia di Valle Giulia”. Quel durissimo scontro alla facoltà di architettura di Roma, con il carattere violento della reazione studentesca contro le forze dell'ordine, sarà il preludio degli anni di piombo che insanguinarono il decennio successivo. A Valle Giulia  l'assalto contro la polizia venne condotto sia dalla sinistra del Movimento studentesco sia dal movimento di destra Avanguardia Nazionale Giovanile, guidati da Stefano Delle Chiaie con il sostegno del Fuan Caravella, di esponenti del Msi e di Primula goliardia.
 
L'iniziativa dei ragazzi di destra venne però sconfessata al segretario del MSIMichelini che inviò i Volontari nazionali guidati da Almirante per sgomberare l'università occupata, ma alcuni militanti di Primula goliardica difesero gli studenti comunisti asserragliati nella facoltà di lettera dagli attacchi dei Volontari nazionali. Fu quello lo spartiacque tra il lungo dopoguerra e l’avvio di una fase nuova, all’insegna di una violenza che si spostò dalle università alle piazze che crebbe di intensità fino a sfociare nel terrorismo di entrambe le matrici politiche.