cultura

Chi risorge non muore

sabato 20 marzo 2021
di Mirabilia Orvieto
Chi risorge non muore

Van Gogh, La parabola del seminatore

L’evangelista Giovanni colloca il racconto della quinta domenica di quaresima nella cornice storica della Pasqua dei Giudei a Gerusalemme. Alcuni greci, simpatizzanti del Dio degli ebrei, stavano salendo al tempio per il culto ma, saputo che in città c’era Gesù, cambiano programma mettendosi alla sua ricerca.

Chiedono allora a Filippo: "Signore, vogliamo vedere Gesù". Condotti dal maestro gli sentono dire: "In verità, in verità io vi dico: se il chicco di grano, caduto in terra, non muore, rimane solo; se invece muore, produce molto frutto". Chi metterebbe in dubbio che con quelle parole Cristo intendeva riferirsi alla sua morte, alla sua resurrezione e al suo ingresso in un’altra vita, la vita eterna? 

In realtà ciò di cui sta parlando Gesù ha un significato radicalmente nuovo perché non riguarda la vita dopo la morte, bensì una condizione di vita nel presente. Infatti l’uomo della Bibbia sa che la vita eterna è un’energia vitale che proviene da Dio e che irrompe nella realtà del mondo con il potere di cambiare lo stato delle cose. 

Alla luce di questa rivelazione ecco che anche la morte assume un nuovo significato: essa è tutto ciò che nella vita non ha forza, non sviluppa, non cresce, non evolve e quindi non ha in sé la capacità di rigenerarsi, di rinnovarsi, di risorgere. La fede cristiana si identifica proprio con il dono di una vita di qualità superiore che neanche la morte potrà distruggere, scalfire. 

Pur nella drammaticità della sua evidenza, la morte biologica non annienterà l’uomo ma, al contrario, sarà l’occasione che permetterà a questa energia di vita eterna di liberarsi, di sprigionarsi, di esplodere in tutta la sua potenza, così come avviene nel chicco di grano. In altre parole la morte non chiude l’esistenza, anzi la dilata!

Tutto quello che Cristo ha fatto e detto e che il Padre ha rivelato per mezzo di lui è la certezza che questa vita eterna incomincia già nella vita terrena e chi la possiede sarà simile al seme che germoglia inarrestabile. Anche nel racconto della Samaritana, Gesù invita la donna ad attingere dal pozzo un’acqua la cui forza vitale è talmente grande e straordinaria da vincere la gravità e traboccare in superficie, trasformandosi già fin da ora in una sorgente di vita zampillante e inesauribile. Gesù non dice che chi crede in lui "avrà la vita eterna" ma "ha la vita eterna" e la differenza è sostanziale. Quindi non si risorge dopo la morte ma prima, e chi risorge prima non muore più.


Michelangelo, La creazione di Adamo

È qui il mistero racchiuso nell’immagine del chicco di grano: la forza creatrice di Dio, l’Elohim, che plasmò Adamo e che attraverso lo Spirito venne comunicata pienamente a Gesù di Nazareth, d’ora in poi potrà abitare in ciascun uomo nella misura in cui l’uomo sarà capace di vincere lo spirito di ‘conservazione’ scegliendo di spendere la propria vita per la vita dell’altro. 

Quando, poco dopo, Cristo riunirà i suoi per celebrare l’eucarestia non li inviterà a un rito ma a sperimentare la stessa energia divina che risiede nella profondità del suo cuore e che quella notte trasmetterà ai discepoli con la Pasqua. È questa energia che ‘dal di dentro’ muove, orienta, influenza, dà senso a tutta la vita. E questa vita eterna è il principio e il fondamento che regola la vita dell’universo le cui energie, buone e positive, in armonia ed equilibrio tra loro e sempre in espansione, sono a servizio del mondo e delle sue creature le quali non vivono mai per se stesse ma in relazione con le altre creature e con il loro Creatore. 

E mentre parlava di tutte queste cose la folla sentì soltanto un tuono come a dire che non comprendeva il senso di quelle parole.

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