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cultura

"Dante, uomo in viaggio. Sensibilità a colloquio nel segno di Alighieri" grazie all'Unitre

venerdì 19 marzo 2021
di Davide Pompei
"Dante, uomo in viaggio. Sensibilità a colloquio nel segno di Alighieri" grazie all'Unitre

"Dante, uomo in viaggio", non manca una sosta all'Unitre. Neanche in tempo di pandemia, infatti, l’Università delle Tre Età di Orvieto rinuncia alla sua primaria funzione di promozione del pensiero e della cultura a favore di una fascia, la più ampia possibile, di cittadinanza. Ecco, dunque, che nella data che gli studiosi individuano come inizio del viaggio ultraterreno della Divina Commedia, l'associazione culturale onora il Dantedì, la giornata istituita nel 2020 dal Governo e dedicata proprio al Sommo Poeta, eretto a simbolo della cultura e della lingua italiana.

"Ricordarlo insieme – suggerisce il Maestro Riccardo Cambri, presidente dell'Unitre – sarà un modo per unire ancora di più la città, e l'intero Paese, in questo momento così difficile, condividendo versi dal fascino senza tempo". L'appuntamento, rigorosamente virtuale, è per giovedì 25 marzo alle 17.15 con la videoconferenza sulla piattaforma Zoom "Dante, uomo in viaggio. Sensibilità a colloquio nel segno di Dante Alighieri". Coordinate da Alberto Romizi, le voci che si alterneranno sono quelle di Franco Raimondo Barbabella, Donato Catamo, Raffaele Davanzo.

E ancora Fioralba Salani e Roberta Menichetti con gli studenti del Liceo Classico "F.A. Gualterio", a dare compiutezza alla dicitura di "tre età". L’iniziativa gode del patrocinio dell'Assessorato alla Cultura del Comune, del sostegno della Fondazione Cassa di Risparmio di Orvieto e del supporto della Scuola Comunale di Musica "Adriano Casasole". La società Engineering, grazie alla collaborazione dell'ingegnere Gianluca Polegri, si occuperà della gestione della parte tecnica, che curerà in maniera totalmente gratuita.

"Un salotto virtuale aperto, grazie alla tecnologia digitale, a chiunque abbia voglia di immergesi in un viaggio suggestivo ed entusiasmante. Ad animarlo appassionati di Dante, docenti, ex docenti, e studenti, tutti insieme per ricordare, nel 700esimo anniversario della morte, il Sommo Poeta, proprio nella città che ne conserva con la Cappella del Signorelli e con la celebre citazione dei 'Monaldi e Filippeschi' una delle più significative testimonianze". Da par suo, il vicepresidente Unitre, al pari di un novel Caronte, traghetterà gli esperti fra selve perigliose ed emozionali fatte di parole, riflessioni, immagini, dialoghi e filmati.

Per partecipare sarà sufficiente richiedere il link d'ingresso entro martedì 23 marzo, contattando il numero 338.7323884 oppure scrivendo una mail all'indirizzo uni3-orvieto@alice.it.

Di seguito, un'anticipazione degli interventi:

Franco Raimondo Barbabella - "Dante e le sue patrie"
"È stato scritto che 'Dante è il poeta che inventò l’Italia'. È proprio così? In che senso si può dire con fondamento? Possiamo poi con ciò spingerci fino ad attribuire a Dante l’appellativo di fondatore dell’idea di Italia come patria degli italiani? Per rispondere dobbiamo tener presente che la sua opera somma, la Commedia, va letta insieme alle altre opere, Convivio e De Monarchia in primis, ed è comunque un immenso deposito di saperi, riferimenti, valori, costruzioni concettuali, che tutti insieme fungono da sorgente di identità e insieme da stimolo ad oltrepassarla. Di Dante si può dire anche per questo che è pienamente uomo del Medioevo. Così le sue tre patrie (Firenze, l’Italia, l’Impero) sintetizzano perfettamente sia la complessità del periodo che la sua tensione creativa e di movimento, si potrebbe dire la tensione di uno spirito riformatore".

Fioralba Salani - "Dante exsul immeritus e pellegrino nella Commedia"
"Nel corso del Convegno Ravennate del 1987 su Dante e le città dell’esilio, Mario Luzi sottolineava 'il valore dello sconvolgimento e del superiore ritrovamento che l’esperienza dell’esilio ha riservato a Dante': nell’esperienza dell’esilio Dante ha scorto una 'forza di rivelazione' talmente significativa da assumere tale esperienza a 'immagine ed interpretazione totale del destino terreno ed ultraterreno dell’uomo'. Esilio, dunque, non solo come esperienza dolorosa e sofferta di una ingiusta sventura, ma soprattutto come chiave interpretativa del percorso artistico, culturale, morale di Dante e della sua poetica. Cogliere il nesso tra Dante pellegrino nei tre regni e Dante esule in terra significa cogliere anche l’unità tra mondo terreno e mondo ultraterreno, fra tempo ed eterno. Questo il tema della nostra breve riflessione".

Raffaele Davanzo - "San Tommaso, Giotto, Arnolfo di Cambio, Dante. Come cambiò il modo di comunicare"
"Tommaso d’Aquino concepisce l’arte come libero contributo creativo dell’uomo per mirare alla rappresentazione del bello e in generale della realtà sensibile (che è la parallela opera creativa di Dio). Fino a circa il 1260 l’arte del Medioevo aveva cercato di subliminare le connotazioni corporee delle immagini, rendendo astratto anche lo spazio che veniva simboleggiato con immateriali fondi oro; subito dopo, seguendo il pensiero realistico di Tommaso, si darà invece importanza al rilievo, alla tangibilità di uno spazio divenuto commensurabile, cioè prospettico, e alla composizione sintattica: in fondo ad ogni tipo di arte capace di esprimere anche le passioni e le profondità psicologiche dell’uomo, pur sempre nel quadro generale della creazione divina. È il nuovo modo di comunicare di Giotto, Arnolfo di Cambio e Dante, tre campioni di una visione del mondo che è già la nostra".

Donato Catamo - "Dante, Pantaleone, Virgilio ed il mistero di Otranto"
"Che il 'Ghibellin fuggiasco' abbia raggiunto i lidi di Otranto e calpestato le serre salentine, è un’ipotesi tutt’altro che peregrina, in quanto le forme ed i colori di Mastro Pantaleone sul pavimento musivo della Cattedrale Santissima Annunziata di Otranto ed i versi della Commedia del Maestro fiorentino vanno oltre similitudini ed analogie e raggiungono livelli di forti corrispondenze tali che rimane difficile sostenere che il sommo poeta non sapesse. Oppure, forse, è stato un 'complotto' tra Gregorio, l’Igumeno, e Guido Cavalcanti?".

Roberta Menichetti - "Allor si mosse e io li tenni dietro... Il veltro dantesco come guida"
"Per il tema del viaggio si è proposto il motivo della guida e della speranza, attraverso la lettura dell’incontro di Dante con Virgilio e della profezia del Veltro nel canto I dell’Inferno. Questo motivo è sviluppato anche in un breve testo che ne è la reinterpretazione, con lo scopo di chiarire il senso dell’espressione nel titolo dell’intervento: 'il veltro dantesco'. L’ultimo passo proposto è la conclusione del viaggio con il saluto a Beatrice e il tema dell’amore nella Commedia".