QUARESIMA
cultura

Il vecchio mondo va in "cenere"

mercoledì 17 febbraio 2021
di Mirabilia Orvieto
Il vecchio mondo va in "cenere"

Chi non ricorda l’antica formula del rito delle ceneri con cui in religioso raccoglimento si inaugurava il tempo della Quaresima: “Memento, homo, quia pulvis es, et in pulverem reverteris”, ovvero “Ricordati, o uomo, che sei polvere, e che in polvere ritornerai”. L’espressione rimanda a un noto passo del libro della Genesi che narra la cacciata di Adamo ed Eva dal paradiso terrestre: “Con il sudore della fronte ti guadagnerai il pane, finché non tornerai alla terra: perché polvere sei e polvere ritornerai”. Oggi, al suo posto, il sacerdote pronuncia un’altra frase tratta dal Nuovo Testamento che dice: “Convertitevi e credete al Vangelo”.

L’esortazione dell’evangelista Marco è un appello alla fede che non reca nessuna idea di morte o pentimento. Ma cosa ha convinto la chiesa a cambiare, dopo il Concilio Vaticano II, il suo annuncio quaresimale?

La risposta ci viene dalla ancora una volta dalla Genesi quando Dio crea il mondo e l’uomo in vista della realizzazione di un progetto. E’ Dio infatti a plasmare l’Uomo e a situarlo nell’Eden, cioè nel ‘giardino’, dove è in comunione con il Creatore e con tutte le creature. Questo progetto è fondato sulla relazione,  sull’armonia, e può diventare una realtà storica a patto che l’Uomo non si pieghi alla volontà di dominio e di divisione. Anche i salmi descrivono il mondo come casa in cui Dio colloca l’Adam, e questa casa è piena della Sua presenza, una casa dove Dio e l’Adam abitano insieme. 

Nella Sacra Scrittura, spazio ed esistenza si intrecciano in modo perfetto. La presenza creatrice di Dio si offre all’uomo come spazio vitale, lungi da ogni tono inquisitorio o punitivo. Come dice il libro della Sapienza: “Dio non ha creato la morte e non gode per la rovina dei viventi. Egli infatti ha creato tutto per l’esistenza…”. Questo spazio comprende tutte le cose secondo l’asse verticale cieli-inferi (“Se salgo in cielo, là tu sei, se scendo negl’inferi, eccoti”) e secondo l’asse orizzontale oriente-occidente (“Se prendo le ali dell’aurora per abitare l’estremità del mare, anche là mi guida la tua mano e mi afferra la tua destra”): il mondo intero è dunque il tempio divino in cui l’umanità è chiamata a realizzare il progetto dell’Adam.

  

L’esistenza non è ‘ombra e polvere’, ma un dono di vita talmente grande da proiettare la vita stessa verso l’eternità che, nella Bibbia, non corrisponde mai all’estensione infinita del tempo ma a una dimensione esistenziale che si manifesta dentro il tempo e lo spazio: “Sì, - proclama la Sapienza - Dio ha creato l’uomo per l’immortalità”. Poco più tardi sarà Cristo stesso ad affermare che la vita è più forte della morte e che l’uomo è stato tratto dalla terra non per ritornare ad essa, ma per sedere alla destra di Dio. 

E questo grande mistero viene ricordato il mercoledì delle ceneri nell’istante in cui il sacerdote, invitando i fedeli a credere nel vangelo, li chiama proprio a realizzare quel Progetto originale pensato da Dio per l’umanità, progetto che non richiede penitenze o sacrifici ma solo la fede. Con il segno profetico dell’aspersione si rievoca simbolicamente la sapienza del mondo agricolo, quando i contadini conservavano le ceneri del camino per gettarle sul terreno alla fine dell’inverno. 

La cenere rappresenta il potere rigenerante dello Spirito che infonde nuova energia e nuova forza alla vita/terra dell’uomo la quale non è più destinata alla morte, ma è pronta a trasformarsi in un rigoglioso giardino dove è possibile raccogliere frutti di vita inimmaginabili.

Così, mentre il vecchio mondo va in cenere, dalla cenere nasce un mondo nuovo.

 

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