cultura

Corpus Domini, la verità storica dietro alla tradizione religiosa

lunedì 25 gennaio 2021
di Davide Pompei
Corpus Domini, la verità storica dietro alla tradizione religiosa

Da anni Lucio Riccetti studia la storia della sua città, Orvieto, in un arco cronologico compreso tra il XII e XV secolo, con ampie tematiche che tengono conto degli aspetti socio-politici e culturali. Appassionato di collezionismo, nella sua vasta produzione scientifica, particolare attenzione l'ha riservata alla storia del Duomo con risultati ed apprezzamenti anche in ambito internazionale. Da lunedì 25 gennaio torna in libreria con "Orvieto. Dal Corporale al Corpus Domini. Storia di una festa", nuovo volume edito per la Collana Medievalia di Intermedia che indaga la realtà religiosa, civile, teologica ed economica da cui è derivata la solennità del Corpus Domini.

Istituita proprio ad Orvieto e successivamente estesa all'intera Cristianità da Papa Urbano IV con la Bolla Transiturus de Hoc Mundo, nel 1264. Nel libro, in distribuzione fisica e vendita anche on line, l'autore offre "l'altra parte della verità, quella sorprendentemente diversa rispetto al canone fissato dalla tradizione religiosa e poi filtrato e consolidato nella coscienza popolare". Si scoprirà così una "interessante sovrapposizione tra piani diversi il cui punto di partenza può essere considerata l'accesa disputa teologica che, già da un secolo prima rispetto ai fatti di Bolsena, era esplosa in merito all'effettiva presenza di Cristo nell'ostia consacrata.

Ma anche considerando il fatto che, in realtà, le vere ispiratrici di una festa dedicata al corpo di Cristo furono le due mistiche di Liegi, Eva di Saint Martin e Giuliana di Mont Cornillon. Non a caso, Urbano IV manderà una lettera ad Eva di Saint Martin dicendole che finalmente ad Orvieto era stata celebrata una processione eucaristica in onore di quel 'Corpus' a cui anche Giuliana aveva praticamente dedicato tutta la propria vita. L'esaltazione dell'Eucarestia era, inoltre, un importante antidoto nello scontro senza quartiere contro alcune interpretazioni del Cristianesimo, considerate eretiche che negavano la presenza divina nell'ostia".

Pagina dopo pagina, si sottolinea anche l'importanza di alcuni protagonisti principali e successivi che ebbero un ruolo di primo piano nella "costruzione del racconto". Su tutti spicca il vescovo Tramo Monaldeschi, fratello di Ermmano, cui si deve l'organizzazione vera e propria della processione nel 1337. Processione che, scrive Ricetti, "attuava il passaggio da una sacra rappresentazione a sostegno delle mire espansionistiche del comune popolare, alla festa della signoria di Ermanno Monaldeschi. Ma l'intento del vescovo era teso a ben altro: tentare quel collegamento che avrebbe fatto di Orvieto, sede della reliquia, una delle città di pellegrinaggio".

Interessante sarà conoscere gli elementi citati a dimostrazione del fatto che "l'esaltazione delle reliquie porta a considerare la possibilità che queste siano state uno dei fattori utilizzati dal vescovo Francesco nella raccolta dei fondi necessari alla costruzione delle nuova Cattedrale". La particolarità è data, soprattutto, dalla presenza di fonti indirette, diverse nei contenuti, reliquie, sacre rappresentazioni, opere figurative, atti notarili, embricate tutte a dare vita a una visione originale, alla definizione di una "comunione" fra miracolo, reliquie, testi e immagini. Quasi un affrancamento dell’immagine dalla soggezione al testo. La verità storica dietro la tradizione religiosa.