cultura

Il momento favorevole

sabato 23 gennaio 2021
di Mirabilia Orvieto
Il momento favorevole

Nel racconto della chiamata dei discepoli, Marco sottolinea subito l’arresto di Giovanni Battista. L’uscita di scena del profeta anziché spaventare Cristo lo spingerà a dare inizio alla sua missione. 

E mentre Giovanni Battista esortava al pentimento predicando l’arrivo del Regno di Dio, Gesù annunciava la conversione al Regno di Dio. Con questa pennellata l’evangelista stabilisce così una sorta di spartiacque tra le due figure che sono molto vicine ma anche molto lontane. L’uomo di Nazareth era infatti un ‘rabbi’ diverso da quello che imponeva la consuetudine del tempo dove erano i discepoli a scegliersi il maestro. Lui inizia una strada completamente nuova; non si mette in cattedra per insegnare ma invita gli uomini in amicizia, li convoca in fraternità per condividere con loro qualcosa di importante: "Seguitemi, vi farò pescatori di uomini". 

Con questa frase Gesù rivela anche il motivo del perché li chiama. Perché la loro vita sia da un lato confermata e dall’altro trasformata. Confermata poiché gli dice "vi farò pescatori", ed infatti erano già pescatori; trasformata poiché aggiunge "di uomini", erano infatti pescatori di pesci e non ancora di uomini. 

In quella chiamata c’era una ‘conferma’ e un ‘cambiamento’… e le due cose  vanno sempre insieme. Cosa vuol dire? Che quando Dio chiama gli uomini, li conferma per quello che sono e, nello stesso tempo, li invita a cambiare perché ama la loro storia come ama la loro possibile profezia!

E questa profezia ha il suo momento per realizzarsi. Non è un caso che Gesù inizia dicendo “Il tempo è compiuto e il regno di Dio è vicino”, come dire che è questa l’occasione favorevole, il momento propizio da non lasciarsi sfuggire, da prendere al volo perché si rischia di perderlo. L’invito di Gesù è quello di muoversi perché “la fede - scriveva il filosofo Paul Ricoeur - è un incremento di azione”. 

Credere è una forza che mette l’uomo in movimento verso qualcosa che, inizialmente, ancora non si comprende e non si riesce a vedere. "Il tempo è compiuto" significa appunto che è giunto il momento per scegliere e questa decisione non è affatto - come magari può sembrare - una comoda rinuncia alla propria responsabilità, un atto puramente passivo, al contrario sarà la concreta capacità di agire per spingere l’uomo fuori dallo status quo. Dio non agisce mai al posto degli uomini perché sarà proprio la loro decisione a far diventare il Regno di Dio una realtà. La vera morte esistenziale, dalla quale non c’è possibilità di riscatto, è quella di aver vissuto senza aver colto le opportunità che la vita aveva offerto anche quando queste apparivano assurde e impossibili, oppure superiori alle proprie deboli energie. 

Così Simone, Andrea, Giacomo e Giovanni “subito lasciarono le reti e lo seguirono”.