cultura

Mostra (all'aperto) per le donne illustrate da Boccasile, tra propaganda, réclame ed eros

sabato 31 ottobre 2020
di Davide Pompei
Mostra (all'aperto) per le donne illustrate da Boccasile, tra propaganda, réclame ed eros

Illustratore, pubblicitario, pittore. Nato a Bari nel 1901, morto a Milano nel 1952. Durante la II Guerra Mondiale, l'artista Gino – all'anagrafe, Luigi – Boccasile, a seguito della nomina a grafico propagandista da parte del Ministero della Guerra, orienta presto la sua produzione verso l'esaltazione bellica dei combattenti, delle armi, delle gesta italiane. "Maestro dell'erotismo fascista" è il titolo della mostra che, da lunedì 26 ottobre a lunedì 9 novembre, gli dedica Viterbo.

Ideato dal direttore di TusciaWeb, Carlo Galeotti, e realizzato con il contributo della Fondazione Carivit nell’ambito del progetto "I Pirati della Bellezza", l'allestimento riscopre così una figura per lunghi anni dimenticata, impiegando plance di 6x3 e 12x3 metri, usate non a caso per la pubblicità. Snodandosi in Via Carlo Cattaneo, Viale Raniero Capocci, Via Igino Garbini, Via della Palazzina, Strada Cassia Nord, Tangenziale Ovest, Via San Paolo, Via Vico Squarano e Via Faul.

Dalle pagine di vecchie riviste ai grandi muri urbani, dunque, per una lezione itinerante in una galleria a cielo aperto che domenica 8 novembre, alle 11, con partenza dal parcheggio di fronte a Porta Murata, darà vita anche ad una passeggiata-racconto dal titolo "Boccasile, l'erotismo in camicia nera" condotta da Antonello Ricci e dalla giornalista Paola Biribanti, autrice della monografia "Boccasile. La Signorina Grandi Firme e altri mondi" (Castelvecchi Editore, 2019).

Protagoniste della street art exhibition che fronteggia le mura medievali della città e, specie in tempo di Covid, può rappresentare un modo alternativo e al tempo stesso sicuro di fruire dell'arte fuori dalle canoniche sedi espositive, sono proprio certe "indimenticabili donnine", passate dalla stagione di cover della rivista "Le Grandi Firme" (1937-38) a quella per il mensile maschile "Paris Tabou" (1950-52). Cartoline allusive e persuasive, pruriginose ma non pornografiche.

Immagini erotiche di donne formose e sensuali quelle realizzate da uno dei più grandi cartellonisti della prima metà del Novecento, "eclettico e prolifico, principe della cultura stra-paesana, radicale innovatore del lessico pubblicitario, ai pubblicitari di oggi che ha insegnato la sintesi, l’essenzialità e l’impatto prima ancora che di queste cose si prendesse coscienza: ne sanno qualcosa la Pirelli, la San Pellegrino, la Fiera di Milano, la Sperlari". Bellezze al bagno, tra Futurismo e Liberty.

Icone sufficienti a stuzzicare l'immaginario erotico di un Paese – allora come forse ora – in guerra. Pin up prosperose e massaie rurali, angeli del focolare domestico "dal bacino largo, adatto a sfornare figli", ma anche moderne, intraprendenti e affaccendate, "capaci di viaggiare, sciare o indossare pantaloni", le effigi di quelle donne andate in mostra a settembre anche Bassano in Teverina continueranno a girare. E a far sognare.

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