Mostra (all'aperto) per le donne illustrate da Boccasile, tra propaganda, réclame ed eros

Illustratore, pubblicitario, pittore. Nato a Bari nel 1901, morto a Milano nel 1952. Durante la II Guerra Mondiale, l'artista Gino – all'anagrafe, Luigi – Boccasile, a seguito della nomina a grafico propagandista da parte del Ministero della Guerra, orienta presto la sua produzione verso l'esaltazione bellica dei combattenti, delle armi, delle gesta italiane. "Maestro dell'erotismo fascista" è il titolo della mostra che, da lunedì 26 ottobre a lunedì 9 novembre, gli dedica Viterbo.
Ideato dal direttore di TusciaWeb, Carlo Galeotti, e realizzato con il contributo della Fondazione Carivit nell’ambito del progetto "I Pirati della Bellezza", l'allestimento riscopre così una figura per lunghi anni dimenticata, impiegando plance di 6x3 e 12x3 metri, usate non a caso per la pubblicità. Snodandosi in Via Carlo Cattaneo, Viale Raniero Capocci, Via Igino Garbini, Via della Palazzina, Strada Cassia Nord, Tangenziale Ovest, Via San Paolo, Via Vico Squarano e Via Faul.
Dalle pagine di vecchie riviste ai grandi muri urbani, dunque, per una lezione itinerante in una galleria a cielo aperto che domenica 8 novembre, alle 11, con partenza dal parcheggio di fronte a Porta Murata, darà vita anche ad una passeggiata-racconto dal titolo "Boccasile, l'erotismo in camicia nera" condotta da Antonello Ricci e dalla giornalista Paola Biribanti, autrice della monografia "Boccasile. La Signorina Grandi Firme e altri mondi" (Castelvecchi Editore, 2019).
Protagoniste della street art exhibition che fronteggia le mura medievali della città e, specie in tempo di Covid, può rappresentare un modo alternativo e al tempo stesso sicuro di fruire dell'arte fuori dalle canoniche sedi espositive, sono proprio certe "indimenticabili donnine", passate dalla stagione di cover della rivista "Le Grandi Firme" (1937-38) a quella per il mensile maschile "Paris Tabou" (1950-52). Cartoline allusive e persuasive, pruriginose ma non pornografiche.
Immagini erotiche di donne formose e sensuali quelle realizzate da uno dei più grandi cartellonisti della prima metà del Novecento, "eclettico e prolifico, principe della cultura stra-paesana, radicale innovatore del lessico pubblicitario, ai pubblicitari di oggi che ha insegnato la sintesi, l’essenzialità e l’impatto prima ancora che di queste cose si prendesse coscienza: ne sanno qualcosa la Pirelli, la San Pellegrino, la Fiera di Milano, la Sperlari". Bellezze al bagno, tra Futurismo e Liberty.
Icone sufficienti a stuzzicare l'immaginario erotico di un Paese – allora come forse ora – in guerra. Pin up prosperose e massaie rurali, angeli del focolare domestico "dal bacino largo, adatto a sfornare figli", ma anche moderne, intraprendenti e affaccendate, "capaci di viaggiare, sciare o indossare pantaloni", le effigi di quelle donne andate in mostra a settembre anche Bassano in Teverina continueranno a girare. E a far sognare.

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