cultura

"Omelia Contadina" a Venezia 77. "Ci avete seppellito, ma non sapevate che eravamo semi"

martedì 8 settembre 2020
di Davide Pompei
"Omelia Contadina" a Venezia 77. "Ci avete seppellito, ma non sapevate che eravamo semi"

Un corto della durata di appena nove minuti. Non un film vero e proprio, piuttosto "un'azione cinematografica" che "ci è venuto di realizzare e che vogliamo sia più che un semplice prodotto solo artistico". Pandemia permettendo, è destinata a girare nei cinema e nelle scuole, raggiungendo le (e suscitando dibattito nelle) comunità, prima di essere diffusa gratuitamente online, l'Omelia Contadina, girata in un solo giorno – il 2 novembre 2019 – sull'Altopiano dell'Alfina.

E, come annunciato, portata lunedì 7 settembre in anteprima alla 77esima Mostra Internazionale d'Arte Cinematografica di Venezia dalla regista Alice Rohrwacher e dall'artista francese Jr, nella Sezione "Proiezioni Speciali". Un'opera-denuncia a quattro mani che accende i riflettori sul valore della manodopera rurale per scongiurare la scomparsa di quella civiltà contadina che al confine tra Umbria, Lazio e Toscana così come altrove avverte come minaccia il dilagare della monocoltura.

Una realtà fatta di "contadini che lottano e cercano di sopravvivere ai giganti delle industrie agroalimentari che sono arrivati anche qui". "Ci ha commosso questa resistenza di giovani e anziani – ha spiegato la regista – e volevamo fare qualcosa per supportarli. Ma non arte e basta, non solo un film. Piuttosto qualcosa che unisse i nostri due mondi. Con 'Omelia Contadina' vogliamo dare visibilità, immagine a questa lotta incredibile che conducono quotidianamente".

Il risultato, visivamente impattante, è un'inquadratura dall'alto, una land-art emozionante dove tra campi verdi e marce funebri sono stese, in uno spazio immenso, le sagome dei contadini, giganti come la loro storia. Il proverbio messicano "Ci avete seppellito, ma non sapevate che eravamo semi" che chiude il corto suona come un inno alla vita che, sotto terra, rinasce e genera nuove meraviglie. Parola che nel 2014 è valsa il Grand Prix Speciale della Giuria al Festival di Cannes.

Bagnato dalla pioggia – quasi ad amplificare l'atmosfera mortifera – il red carpet, al Lido, con la Compagnia de La Panatella – per l’occasione vestita di nero ed allargata alla collaborazione degli amici di diverse bande del territorio come quelle di Orvieto, Castel Giorgio e Castel Viscardo – che ha riproposto dal vivo l'esecuzione della "Marcia Funebre" riportata in luce attingendo all'archivio della tradizione. Una performance idealmente dedicata al trombonista Flavio Polegri.

Un funerale laico "di vita e non di morte", carico di poesia e speranza. Senza rancore, né nostalgia. "Per noi era importante celebrare questo rito, per cercare di significare anche una ripartenza, con una nuova vita e una nuova testimonianza. Nel territorio dove abito c'è una realtà contadina molto forte, come per esempio la Comunità Rurale Diffusa, e comitati che provano a resistere contro l’avanzata delle monoculture, organizzando incontri, manifestazioni e convegni".

Dopo Venezia, sabato 26 settembre, "Omelia Contadina" sarà alla Galleria Continua di San Gimignano. Il seme è piantato.