Il culto di San Lorenzo e di Heracle ad Orvieto: il Sole e l'Eucarestia

10 agosto, martirio di San Lorenzo, "… io lo so perché tanto di stelle per l'aria tranquilla arde e cade, perché si gran pianto nel concavo cielo sfavilla". Avvenne tra il Verano e il luogo dove sorgerà la basilica di S. Lorenzo fuori le mura, dove era un tempio di Ercole sacro. Lorenzo è uno dei sette diaconi della Chiesa di Roma: distribuisce l’eucaristia ed è amministratore delle offerte. L’11 agosto 1264 Papa Urbano IV istituisce e promulga dalla Sede Apostolica di Orvieto con Bolla Transiturus la solennità del Corpus et Sanguis Domini.
Il 12 di agosto presso Roma a Laurentum, nello stesso luogo dove si tenevano i fasti Terminalia per celebrare il terminus, la pietra di confine, si festeggiava Ercole invitto, il trionfatore, personificazione del sole. Il sole, al centro dell’iconograï¬a del SS. Sacramento e dell’eucarestia (raffigurato nell’ostensorio come nel simbolo di S. Bernardino, IHS), si irraggia dal petto di Urbano IV nell’affresco a S. Flaviano di Monteï¬ascone e sul plesso di S. Tommaso, che del Corpus Domini nello studium orvietano dei Domenicani redasse l’Officio, come si vede in S. Domenico Maggiore a Napoli.
San Lorenzo ha ad Orvieto ben due chiese dedicate; quella “de arari” sull’acropoli e quella “in vineis”, presso il Ponte di Rio Chiaro, crocevia antichissimo di percorsi etruschi, romani e medievali, tra l’“antica via vulsinea” e la “romea stadense”. Sulla via francigena era poi S. Lorenzo (vecchio e nuovo), castello etrusco volsiniese e medievale orvietano, dove sul Monte Landro sorgeva un importante recinto sacro dedicato ad Ercole.
Lorenzo, nato in Spagna nel 230, è a Roma alla sequela di Sisto II, primo dei sette diaconi allora al servizio della Chiesa romana, assistente del papa nella celebrazione dei riti; fu martirizzato il 10 agosto 258 presso il Verano su mandato dell’imperatore Valeriano “bruciato sopra una graticola”, secondo un’antica “passio” raccolta da Sant’Ambrogio, ma non confermata (Cfr. Analecta Bollandiana 51,1933). Ma all’epoca di Valeriano non si ha riscontro di torture perpetrate e Lorenzo potrebbe essere stato decapitato come Sisto, Cipriano e gli altri diaconi. Il corpo fu quindi deposto in una necropoli sulla via Tiburtina. In questo luogo Costantino farà erigere la basilica dove nella cripta della confessione durante i restauri di papa Pelagio II e prima degli ampliamenti di Onorio III si rinvennero i resti del martire insieme a quelli dei santi Stefano e Giustino.
S. Lorenzo è generalmente associato al culto di Ercole: dio del sole, delle acque e degli incroci viari. Proprio in S. Lorenzo fuori le Mura si conserva, proveniente dal Campo Verano dove fu rinvenuta nel 1862, l’iscrizione dedicatoria ad “Hercolei sacrom”. Il 12 agosto nel mondo romano si teneva la festa in onore di Ercole “Trionfatore”, nello scontro con il gigante Caco alle foci del Tevere, luogo presso cui approdò Enea; qui sorgeva Laurentum, dove si stabilirà Enea; luogo in cui prosperava il lauro che dava il nome all’ager Laurentinus e alla palus Laurentia. Qui al VI miglio lungo quella che “est via, quae populum Laurentes ducit in agros” (5 Ovid., Fasti, II,679-684), avevano luogo i Terminalia, celebrazione del terminus, la pietra di conï¬ne.
Il culto di S. Lorenzo è diffusissimo. Patrono di Perugia che ha la cattedrale dedicata come Viterbo (e a Viterbo il duomo di S. Lorenzo sorge su un tempio di Ercole), ad Orvieto e nel suo antico Contado è presente con chiese dedicate e nella toponomastica. La chiesa di S. Lorenzo de arari di Orvieto è tra le stazioni citate della processione del Corpus Domini nella Riformagione 24 maggio 1337 “Super festo et offitio festi de santissimo Corpore Cristi”: “… de Ecclesia beate Marie ad sanctum franciscum de inde ad sanctum laurentium …”; primo documento civico, laico, al mondo, che regolamenti l’organizzazione e lo svolgimento delle celebrazioni in occasione della solennità del Corpus et Sanguis Domini.
Originariamente nel 1028 ai tempi del vescovo Sigifredo la chiesa di S. Lorenzo (parrocchia di proprietà e patronato del Capitolo di S. Costanzo, l’antica cattedrale orvietana intitolata al primo vescovo perugino martirizzato nel II secolo) sorgeva presso S. Maria della Pulzella (attuale S. Francesco), dov’era il convento prima benedettino poi concesso dal vescovo Francesco Monaldeschi ai mendicanti francescani (che stavano dal 1215 a S. Pietro in Vetere).
S. Lorenzo era già detta “de arari” per l’ara (incastonata sotto il ciborio in basaltino del XII secolo), elemento archeologico di riutilizzo proveniente da un recinto sacro etrusco: Orvieto arcaica, Velzna etrusca, era sulla leggendaria via Heracleia (sulla quale si sovrappose in seguito la via Ceretana, Caere/Cerveteri – Velzna/Urbsvetus-Orvieto) costellata di santuari dedicati ad Heracle/Ercole (L. Proietti, M. Sanna, a cura di, “Tra Caere e Volsinii. La Via Ceretana e le testimonianze archeologiche lungo il suo percorso”, Viterbo 2013). Nel 1291 i francescani ottennero di spostare di 40 canne, circa un centinaio di metri, la chiesa di S. Lorenzo, le cui campane “recavano disturbo”, nei paraggi del convento di S. Chiara. L’attuale chiesa fu restaurata dall’architetto Paolo Zampi nei primi Novecento.
Su un poggio a dominio del Campo della Fiera e del Ponte di rio Chiaro sorge S. Lorenzo in Vineis, risalente al 1140, del piviere di San Pietro in Vetere. Il convento, che ospiterà delle monache al tempo del vescovo Raniero, sarà ediï¬cato nel 1227 su terreni di proprietà del cardinale Ugolino de’ Conti, futuro papa Gregorio IX, qui in visita nel 1233 (il pontefice che canonizzerà S. Domenico e anno dell’edificazione della chiesa omonima di Orvieto). Fu riedificata nel 1557 su progetto di Raffaello di Montelupo: “La sua opera più importante …, rielaborazione della bramantesco-sangalliana Santa Maria di Loreto a Roma” (Cfr. Raffaele Davanzo, Bollettino ISAO LXXI-LXXIII 2015-2017, Orvieto 2018). Nel 1568 Cesare Nebbia dipinse la pala d’altare “Nozze di Cana”, primo miracolo di Gesù che tramuta l’acqua in vino.
La scena si svolge in un contesto che parrebbe individuare il sito di S. Lorenzo in Vineis e dietro vestigia classiche, colonne, lesene e capitelli corinzi, edifici; tra il Ponte di Rio Chiaro, Campo della Fiera e S. Pietro in Vetere. All’orizzonte si vede La Badia: perché Nebbia ha voluto inserire questa vista nel paesaggio? Non ve n’era bisogno, dato che tra l’altro l’abbazia dei SS. Severo e Martirio risulta appena accennata, a quella distanza. La riconosce chi la conosce. Interessante è quel che la Badia sullo sfondo della scena del primo miracolo di Gesù evochi, essendo un convento dei Padri Premostratensi, ordine fondato da San Norberto, difensore dell’Eucarestia contro le eresie dilaganti nel XII sec. in alta Europa, Fiandre, Vallonia, Alemagna, Boemia. Norberto sarà sepolto e venerato a Praga; il primo convento premonstratense in Italia sarà fondato a Todi.
Da lì i Padri Premonstratensi (il cui logo, PP, è scolpito sul portale della chiesa di S. Agostino) giungeranno ad Orvieto. Tornando al dipinto, il punto di fuga converge nella direzione di S. Paolo Vecchio (lungo la selciata del Tamburino) e si può individuare dalle mattonelle del pavimento, dal tavolo e dalla postura stessa di Gesù; la linea traguarda alcuni resti di trabeazione e colonne, somiglianti al tempio dei Dioscuri (I sec.) di Napoli, inglobato in S. Paolo Maggiore (VIII – IX sec., ediï¬cato per celebrare la vittoria napoletana sui Saraceni e dove nel 1538 si insediarono i chierici regolari teatini, per contrastare gli eretici criptoluterani).
Non mancano richiami “gnostici” come il pavimento “a scacchiera” e il suonatore di lira con cappello “frigio”. Anche i recipienti richiamano reperti classici come oinochoai, olle, anfore, patere (Cfr. Silvio Manglaviti: “Studio storico toponomastico di Orvieto al tempo del miracolo eucaristico”, in Colligite Fragmenta bollettino storico della diocesi di Orvieto – Todi, VI 2014 e “Urbisveteris antiquae ditionis descriptio”, in Bollettino ISAO L-LVII 1994-2001, Orvieto 2002).
San Lorenzo, l’Eucarestia, il fuoco, il calore che arde; come Ercole, il sole invincibile. Il Sole, iconografia dell’Ostia Sacratissima che irraggia il mondo nell’Eucarestia.
San Lorenzo apre la settimana devozionale che conduce alla solennità di Santa Maria Assunta in Cielo, alla quale è intitolata la basilica cattedrale; antichissima festa dell’antico Comune Orvietano e del Contado a cui prendevano parte i castelli e gli alleati di Orvieto.
Tra le due feste, l’11 agosto, Urbano IV, che al Ponte di Rio Chiaro – che poi, dalla Madonna del Sole che si venerava, diverrà Ponte del Sole – accoglierà e adorerà il Sacro Corporale del Miracolo di Bolsena, nel 1264 istituirà da Orvieto la massima solennità eucaristica della Cristianità, il Corpus Domini: la festa del sole. La festa nel sole.

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