cultura

Due giorni per riscoprire ed attualizzare l'antico dialetto

lunedì 20 luglio 2020
di F.P.
Due giorni per riscoprire ed attualizzare l'antico dialetto

Sabato 18 luglio, a conclusione del VII Festival "Pirandello Oltre", l'Associazione Culturale "Soriano Terzo Millennio" ha ideato ed organizzato, in sinergia con il Comune di Soriano nel Cimino, un evento dedicato al dialetto sorianese. Una grande partecipazione del pubblico ha dato lustro a questo interessantissimo pomeriggio, dedicato al particolare vernacolo della cittadina cimina e i relatori Marco Fanti, presidente onorario dell’Associazione, nonché cultore di storia della Tuscia, e la professoressa Francesca Pandimiglio hanno evidenziato l’importanza della tutela, della valorizzazione e della conservazione del linguaggio dialettale.

Un excursus fondamentale per conoscere i termini che abitualmente e inconsapevolmente vengono utilizzati nel quotidiano, ma soprattutto per spiegare le derivazioni e le forti radici linguistiche, retaggio di quanto gli avi hanno tramandato alle attuali generazioni. I relatori hanno preso in analisi i vocaboli e modi di dire derivanti dall’apparato dialettale para-mediano con influenze particolarmente derivate dai dialetti toscano, romanesco, umbro-marchigiano.

Oltre agli interventi esplicativi si sono succedute una serie di letture di poesie create dai più importanti poeti e scrittori dialettali sorianesi quali Angeli Reali, Pietro Fucci, Domenico Patrizi, Ezio Urbani. Le poesie in dialetto sono state interpretate dai membri dell’Associazione Soriano Terzo Millennio.

Giulia Fanti ha letto “Nui”, un testo lirico che narra dei sorianesi e del loro modo di fare, Annamaria Chiani, ha narrato “Papacqua”, in onore della location che ha ospitato il pomeriggio culturale, Maria Grazia Ferruzzi ha recitato “I punto de vista dill’addri”, testo che parla di come siamo sempre attenti a sapere cosa le altre persone dicono di noi, Ombretta Capitoni, ha letto “I’ll orologgio ch’i cuculo”, un oggetto scaramantico caratteristico delle abitazioni del passato.

Lidia Pandimiglio ha interpretato “Inverno”, per ricordare il Nevone del 1956, Fabrizio Allegrini, ha esposto “Sott’ill’ erge de Sant’Eutizio”, per ossequiare l’antico Duomo del paese e il Santo Patrono, Francesca Pandimiglio ha letto “La lengua de la socera”, per parlare delle chiacchiere caratteristiche del paese.

Un intervento molto suggestivo è stato quello di Caterina Pandimiglio, una poetessa dialettale dei nostri giorni, che ha emozionato il pubblico con sue quattro poesie molto belle sul mestiere degli scalpellini e sui lavori di un tempo, sul triste ricordo del bombardamento del 5 giugno, sulla figura “storica” del dottor De Guglielmo.

Momenti di commemorazione di una lingua vernacolare, evidenziata storicamente negli scambi epistolari di Achille Ferruzzi e dal grande filologo Ernesto Monaci che insieme a Luigi Pirandello ne hanno improntato lo studio e l’analisi linguistica nella didattica e nella docenza accademica, sono stati analizzati magistralmente da Marco Fanti e da Fabrizio Allegrini.

Nella sera di domenica 19 luglio, invece, nella cornice di Piazza Vittorio Emanuele III, l’attore Antonio Marziantonio è stato il protagonista del recital-reading "Trilussa. Roma Sparita". Lo spettacolo ha incantato i presenti per quasi due ore tra ricordi, racconti, narrazioni e canti nella Roma di "fin de siecle" e primo Novecento.

L’attore, attraverso un racconto appassionato, condito dal'interpretazione di sonetti, liriche e canzoni dell'epoca, ha fatto rivivere, in uno spaccato di storia e costume della Roma di quegli anni, l'epopea di Trilussa che divenne, con l'ironia, la comicità e la satira arguta e feroce dei suoi versi, un vero e proprio divo nella Roma di inizio secolo.

L’appuntamento è per l’anno prossimo con ulteriori ricerche, studi e novità, per attualizzare sempre l’uso di una lingua antica e per incentivarne la didattica nelle scuole.