cultura

Di nuovo visibili i resti del ponte della Traiana Nova

giovedì 16 luglio 2020
Di nuovo visibili i resti del ponte della Traiana Nova

La Traiana Nova fu una strada romana fatta costruire dall'imperatore Traiano nel 108 d.C. per collegare Bolsena e Chiusi in alternativa alla Cassia Antica, che era in quel periodo precaria e in disfacimento. Era infatti una scorciatoia, 9 km più corta rispetto alla Cassia, che nasceva da Bolsena, si dirigeva verso nord attraversando i territori di Castel Giorgio, Castel Viscardo, Allerona, Fabro e giungeva ai confini di Chiusi. Ad Allerona il tracciato è di circa 5 km, partiva dal Paglia, dall'attuale località Barcaccia, dove i romani avevano costruito il ponte della Mola.

Sul ponte della Mola è stato indicato da K. Miller, nel suo Itineraria Romana, carta 92, pag.287-288, nella tavola 1, il miglio XI collocato sulla strada che attraversava il fiume Paglia sotto Monte Rubiaglio, ma che lo studioso erroneamente indicava con il nome di Via Cassia. Nel territorio Alleronese la Traiana Nova, a partire dalla Barcaccia, aveva il seguente percorso: Poggio Barile, Torrente Ripuglie, Montemoro, Fornace, Torrente Rivarcale, Monte Regole, Armata fino al Torrente Ritorto.

Secondo gli studi condotti da W.Harris, B. Klakowicz, E. Moretti, E.Galli  e R. Bianchi Bandinelli, la strada romana attraversava il torrente Rivarcale con un ponte i cui resti si trovano attualmente tra il Podere Fornace e il Podere San Rocco. Dichiarato in passato di notevole interesse storico, ciò che rimane del ponte romano negli anni era rimasto sepolto e intrappolato dalla vegetazione. L'intervento di volontariato di Felice Danielli ha riportato alla luce gli antichi resti, rendendoli nuovamente visibili.

Murato sul blocco cementizio romano, è presente ancora oggi un ferro a “U”, alto 124 cm e dalla sezione di 8 cm per 4,5 cm, collegato a un tirante di tre fili di ferro intrecciati, la cui datazione per gli storici è sempre stata incerta. Grazie alle testimonianze degli abitanti locali e osservando attentamente il ferro e il basamento su cui è conficcato, è oggi possibile capire che il ferro è degli anni '50 così come recente è il cemento nel quale è murato.

Secondo le testimonianze degli abitanti del luogo intorno agli anni '50 il torrente Rivarcale aveva una portata di gran lunga maggiore rispetto ad oggi e questo rendeva difficile il suo guado durante le stagioni invernali. Gli abitanti del luogo decisero dunque di realizzare una passerella sopra il “muraccio”, nome che veniva dato dai contadini ai resti romani del ponte. Per attraversare l'alveo venne utilizzato un tronco di pioppo cipressino, lungo abbastanza da poter coprire la larghezza del torrente, spianato con accetta e ascia per il camminamento.

Il tronco così lavorato venne appoggiato su una piccola gettata di cemento e sassi realizzata sopra i resti dell'antico ponte dentro cui venne conficcato un ferro a U, ancorato a terra da un tirante, sul quale erano legati alcuni fili di ferro intrecciati che attraversavano il fiume ed erano fissati a un “passone” di legno piantato sulla sponda opposta. Questa passerella durò pochi anni poiché venne spazzata via dall'alluvione del 1960 e non venne più ricostruita poiché il percorso del torrente subì delle trasformazioni e l'alveo si allontanò dai resti del ponte.

L'intervento di pulitura del sito da rovi e vegetazione ha permesso a Felice Danielli, appassionato di storia locale, di osservare da vicino i resti del ponte e la zona circostante. A circa 20 metri dai resti romani, sulla sponda destra del torrente, si può constatare la presenza di una strada che collega il podere Fornace al podere San Rocco e che oggi è usata prevalentemente come strada campestre,  mentre sulla sponda sinistra, a nord est rispetto ai resti del ponte, e distante da questi circa 500 metri in linea d'aria, è stato rinvenuto in passato il famoso cippo miliare XIII della stessa antica strada romana.

Lo storiografo Sandro Bassetti, nel suo testo “Allerona. Storia” afferma che in località oggi Molinello, sulla sponda sinistra di Rivarcale, a circa 200 metri a nord dai resti del ponte, c'era una Mansio di notevole importanza e grandezza, poiché oltre alla stazione di Posta, all'albergo e al risotrante, c'era una sorta di ospedale. E' infatti stata rinvenuta nel 1884 una Spatola (Epathola Spathomale), uno strumento chirurgico moto raro.

Per quanto riguarda invece le nuove ipotesi, con l'osservazione del territorio e supportato dagli studi condotti dagli storici, Felice Danielli può oggi avanzare una nuova ipotesi circa la viabilità del nostro territorio nel IV sec. d.C. Nel 350 d.C. circa una piena del fiume Paglia fece crollare il ponte della Mola interrompendo così il percorso della Traiana Nova. Nel 363 d.C. l'imperatore Gioviano fece costruire la variante alla Traiana Nova da Castel Giorgio con il seguente percorso: Castel Giorgio, Benano, Viceno, lateralmente sotto le coste di Bardano, Ponte delle Colonnacce per poi, a detta degli storici, riprendere il tracciato della Cassia Antica.

Suggerisce Danielli, invece, la possibilità che questa variante potesse ricollegarsi al tratto esistente rimanente della Traiana Nova senza passare per Ficulle (nei cui pressi, all'epoca, la Cassia risultava impraticabile)  e utilizzando dunque il seguente percorso: dalla località Scarpetta, Torrente Ritorto, Podere Stradone, Palombaro, Vorga, Le Monache, Sant'Abbondio, Sant'Andrea, Porranieri e Monte Regole. Ad avvalorare la sua tesi potrebbe essere il ritrovamento nel 1961 del secondo cippo a Monte Regole, riportante il XIII miglio, successivo rispetto al primo e coevo all'epoca della variante.

Quest'ultimo probabilmente era un percorso etrusco esistente poiché nel marzo del 1878, come risulta dall'archivio del museo archeologico di Orvieto, e riportato da Urbani nel suo libro “Allerona, vicende storiche dalle origine alle soglie del XX secolo”, è stata inoltrata al Ministero della Pubblica Istruzione la richiesta per l'effettuazione di scavi nei terreni dei poderi Vorga e Palombaro per la ricerca approfondita di tombe e necropoli etrusche che a quei tempi risultavano accertate.

L'opera di pulitura del sito, effettuata questa volta dal volontario alleronese, è un'operazione doverosa per il rispetto della storia del nostro territorio, sarebbe auspicabile che anche i resti di questo ponte fossero oggetto di manutenzione e valorizzazione da parte del Comune di Allerona. Un suggerimento potrebbe essere quello di inserire nel bel catalogo “Camminare per Conoscere”, realizzato dal Comune e dalla Pro loco di Allerona, sui sentieri naturalistici ed escursionistici, anche un percorso che ricalcasse almeno in parte l'antico tracciato della Traiana Nova e che passasse nei pressi dei resti del ponte per far conoscere e valorizzare anche questo pezzo di storia del nostro territorio.