cultura

Al Quirinale la presentazione del libro di Simone Visciola su Antonio Cariglia

mercoledì 1 luglio 2020
di R.M.
Al Quirinale la presentazione del libro di Simone Visciola su Antonio Cariglia

Simone Visciola, orvietano, ex alunno del Liceo Classico "F.A. Gualterio", oggi docente di Storia Contemporanea all’Università di Tolone, è stato ricevuto martedì 30 giugno al Quirinale dal presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, in udienza privata in occasione della pubblicazione del volume "L'alternativa impossibile. L’idea socialdemocratica di Antonio Cariglia tra Italia ed Europa negli anni della 'prima' Repubblica" (Marsilio editore).

"Un'occasione improvvisa e inaspettata", così l’ha definita l’autore, un riconoscimento importante, un segno della sensibilità e dell'attenzione del nostro presidente, che certamente ha apprezzato le qualità umane e di rigoroso e appassionato studioso di storia politica e sociale, italiana ed europea, di Visciola. 

Il libro ha il suo valore nel fatto che si configura come una vera e propria indagine storiografica dell’attività politica di Antonio Cariglia, con il fine di restituire alla verità della Storia un personaggio non di primissimo piano ma emblematico per comprendere un importante momento dell’Italia della "Prima Repubblica". Dopo gli studi sul Risorgimento, sui fratelli Rosselli, su Gramsci, con numerose iniziative  editoriali, Simone Visciola si è soffermato su una delle fasi più controverse dell’ultimo Novecento, con l’intento di sollecitare ulteriori approfondimenti e di suggerire una riflessione sull' "utopia impossibile" di unire il socialismo e la democrazia.

L’attualità del libro, o meglio la sua classica grandezza è nell’avere associato la ricerca storica alla politica: non esiste forma di educazione morale migliore della storia, soprattutto per chi deve occuparsi di politica, lo diceva Tucidide e Simone Visciola con il suo impegno, la sua attività di insegnamento e le sue ricerche ce lo testimonia.

 

Antonio Cariglia (1924 -2010) è stato un protagonista di primo piano della lunga e travagliata storia del socialismo democratico italiano. Dopo aver svolto una intensa attività sindacale, per molti anni fu l’unico rappresentante italiano al Bureau dell’Internazionale socialista (dove si spese, prima, per l’ingresso dei socialisti italiani e, più tardi, del PDS). Lunga fu anche la sua attività di deputato e senatore in Italia e di eletto al Parlamento europeo, e decisivo fu, in non pochi frangenti, il suo ruolo di dirigente politico del PSDI: strenuo assertore della riconciliazione fra le forze divise del socialismo italiano, a lui si deve l’invenzione, nel 1966, della “bicicletta”, il simbolo dell’unificazione socialista che diede vita alla breve esperienza del PSU, partito di cui fu vice-segretario. Operò per il rientro di Giuseppe Saragat nelle dinamiche interne del PSDI dopo il settennato al Quirinale. Assunse la guida politica e morale di un sole nascente travolto dagli scandali, lacerato da interminabili lotte intestine, nel disperato tentativo di salvarlo dall’estinzione mentre crollava la “Repubblica dei partiti”. Legato indissolubilmente a Saragat, sin dall’esperienza fondativa di Palazzo Barberini, Cariglia espresse con chiarezza e perseguì con coerenza, senza soluzione di continuità, la sua idea socialdemocratica e riformista di cui questo libro traccia la traiettoria: riunire tutte le forze del socialismo italiano in una “Casa comune” e costruire una grande forza socialista, democratica e laica di alternativa in grado di “sbloccare” un sistema politico forgiato, dal 1948, sull’asse DC - PCI. Convinto del fatto che, dopo il 1989, i comunisti potessero finalmente avviarsi sulla strada della socialdemocrazia, Cariglia tentò sino all’ultimo di convincere Craxi e il PSI a costruire un fronte socialdemocratico e laico, sperimentato con successo in diverse realtà dell’Europa occidentale e mai in Italia. Perché, secondo l’ultimo timoniere del piccolo e sinistrato PSDI, rendere possibile quell’alternativa avrebbe non solo permesso di aprire al cambiamento, ma fors’anche di evitare il collasso della “prima” Repubblica.

Foto d'apertura: Fondazione Turati

Nota della Redazione: Orvietonews, giornale online registrato presso il Tribunale di Orvieto (TR) nr. 94 del 14/12/2000, non è una bacheca pubblica. Pur mantenendo fede alla disponibilità e allo spirito di servizio che ci ha sempre contraddistinto risultando di gran lunga l’organo di informazione più seguito e letto del nostro territorio, la pubblicazione di comunicati politici, note stampa e altri contributi inviati alla redazione avviene a discrezione della direzione, che si riserva il diritto di selezionare e modificare i contenuti in base a criteri giornalistici e di rilevanza per i lettori.