cultura

Da monsignor Tuzia l'invito a "percepire nel Bello, anzitutto il Sacro"

lunedì 29 giugno 2020
Da monsignor Tuzia l'invito a "percepire nel Bello, anzitutto il Sacro"

Rilette oggi, suonano come un saluto alla città dove è rimasto per otto anni le parole utilizzate da monsignor Benedetto Tuzia come introduzione della pubblicazione di Mirabilia "Il Duomo di Orvieto. Nel Segno del Miracolo. Storia e Significati". Di seguito in forma integrale:

"A te che ti appresti a visitare questa Cattedrale, rivolgo il mio saluto e benvenuto, e ti faccio dono del fraterno abbraccio dell’accoglienza. Attraverso il linguaggio dell’arte e della bellezza, sei condotto a comprendere la Cattedrale, segno e centro della vita e della comunione ecclesiale dell’intera comunità diocesana.

Per questo ti invito a "percepire nel Bello, anzitutto il Sacro" e la testimonianza della fede che abbiamo ricevuto dalle generazioni che ci hanno preceduto. La facciata verso la quale dirigi il tuo primo sguardo di ammirazione, elegantissima di luce e di colore, è una grande "ouverture" di ciò che poi è il cantico e l’armonia delle pietre che innalzano il loro inno a Dio. In un certo senso è come la prima di copertina di un libro. E’ il libro del mondo, il libro della salvezza. Le scene scolpite sui quattro pilastri raccontano la storia di tutti e di ognuno, ciò che siamo stati, che siamo e che saremo, il principio e la fine, l’alfa e l’omega. Altrettante pagine di una intensa catechesi in figura e immagini.

"Qui l’arte non distrae, ma attrae e introduce nel recinto del mistero” (Paolo IV). Il Duomo è consacrato a S.Maria Assunta in cielo, madre di misericordia e di speranza. Ma è il sangue di Cristo, testimoniato dal Corporale, la chiave di tutto il sistema iconografico. Cristo ci ha fatto dono del suo Corpo e del suo Sangue. E’ questa la pietra angolare sulla quale si reggono la storia e il destino dell’umanità.

Entrando nella Cattedrale non limitarti a vedere soltanto pietre sovrapposte e macchie di colore e forme armoniose. Fortunato, se saprai vedere le innumerevoli braccia che hanno scavato, trasportato e posato quelle pietre, e le mani e le dita che hanno scolpito e dipinto, e le voci che hanno pregato e cantato. E poi le infinite persone che qui hanno partecipato alle liturgie, riempiendosi gli occhi della stessa bellezza. La Cattedrale è storia, storia della fede, storia di bellezza, storia di popolo.

Agli autori che si sono spesi ed impegnati nella preparazione e nella stesura del presente libro va la nostra riconoscenza e gratitudine. Auguro a tutti, risvegliati da una forza e da una luce spirituale e conquistati dal messaggio che il Duomo ci trasmette, un serio e profondo cammino di fede e di arte. Spero possa essere anche di aiuto all’incontro personale con Cristo Eucaristia, Pane di vita nuova, vero cibo dato agli uomini".


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