cultura

Il "Catasto Tiroli" di Orvieto (1764 - 1768)

martedì 21 aprile 2020
di Silvio Manglaviti
Il "Catasto Tiroli" di Orvieto (1764 - 1768)

Sono passati oltre vent’anni da quando l’amico carissimo e stimatissimo, professor Luigi Londei, direttore dell’Archivio di Stato di Roma, già soprintendente per i beni archivistici dell’Umbria, propose a mia moglie Roberta Galli, archivista, e a me, appassionato cultore di cartografia antica e storica, di studiare un progetto per digitalizzare il meraviglioso Catasto Tiroli di Orvieto conservato presso l’Archivio di Stato di Roma a S. Ivo a La Sapienza.

Da allora, nonostante i muri di gomma, le incomprensioni (per evidenti lacune culturali) o le indifferenze (per evidenti arroganze intellettuali o di potere), continuiamo a proporre alle istituzioni e fondazioni orvietane detto progetto e anche, alle autorità amministrative locali nel tempo via via succedutesi, di poter provare a riportare qui sulla Rupe, anche solo temporaneamente la bellissima ed interessantissima collezione settecentesca di mappe della città e del territorio, disegnate su tela (tele enormi, scenografiche, di un metro in altezza e larghe anche di più).

Nel 2012, sempre grazie al piglio e all’expertise della consorte archivista, durante alcuni studi topografici che stavamo conducendo su Rocca Ripesena, riuscimmo a ritrovare, ancora all’Archivio di Stato di Roma, i brogliardi (cioè le descrizioni del catasto territoriale, cosidetto “rustico”), che erano andati perduti, cioè divisi dalle mappe (extra vagantes); notizia che pubblicai in un libretto per il Panathlon di Orvieto.

L’opera è interessantissima ed importantissima non solo dal punto di vista artistico e documentale per la storia e l’evoluzione dell’urbanistica cittadina e del comprensorio orvietano, ma anche perché si tratta di uno dei primi catasti di tipo geometrico particellare, che testimoniano il livello tecnico raggiunto all’epoca e che sancisce la cesura definitiva nel modo di rappresentare le piante di città e di porzioni territoriali: dalle casette, torri, chiese, palazzi, rocche, castelli, orti e giardini ad alberelli stilizzati, colli e monti mammiformi, “a poggi e buche”, delle carte di Egnatio Danti, Ippolito Scalza, Carrarini, di Cinque e Seicento, alle planimetrie e topografie di Francesco Tiroli di un secolo dopo, antesignani, apripista o avanguardia dei Catasti “moderni” Piano e Gregoriano e successivi.

Il Catasto Tiroli è un Bene della nostra città, che ne testimonia ed evidenzia il valore storico e culturale. Committente fu il Comune ed è giunto il momento che questo Bene, che giace ancora “abbandonato” nelle soffitte dell’archivio statale romano, faccia ritorno nel Luogo dove e per il quale fu concepito e realizzato.

La commissione stessa di un lavoro così vasto e particolareggiato, realizzato da uno dei topografi più famosi e in voga all’epoca, non solo nello Stato Pontificio (tra l’altro progettò il campanile del Santuario mariano di Mongiovino, presso Perugia; cfr. articolo di S. Manglaviti su Lettera Orvietana), rende l’idea dell’importanza, del ruolo della città di Orvieto nel Patrimonio e nel contesto italiano di quel periodo. Ruolo che deriva da vestigia rilevantissime della grandeur orvietana in età etrusca e medievale, sede del Santuario eucaristico del Sacro Corporale custodito nel Duomo e Città del Corpus Domini.

Il Catasto Tiroli potrebbe diventare un’esposizione pubblica unica ed accattivante nel suo genere; affascinante ed evocativa; una Galleria delle Carte Geografiche, in questo caso Topografiche, a disposizione di tutti, per ricordarci ulteriormente in che stupendo posto del mondo viviamo!

Mappe conservate nell’Archivio di Stato di Roma

1. Allerona, porzione;
2. Bandita del Monte;
3. Benano;
4. Canale;
5. Castel Giorgio;
6. Castel Rubello;
7. Castello di Ripalta;
8. Collelungo;
9. Collelungo, porzione;
10. Corbara;
11. Cura di Poggio Aquilone;
12. Distretto del Botto;
13. Distretto di Carnaiola;
14. Distretto di Castel Fiore;
15. Distretto di Castel Viscardo;
16. Distretto di Civitella de’ Conti;
17. Distretto di Fabro;
18. Distretto di Frattaguida;
19. Distretto di Monterubiaglio;
20. Distretto di Monte Giove;
21. Distretto di Monte Leone;
22. Distretto di Morrano;
23. Distretto della città di Orvieto;
24. Distretto di Parrano;
25. Distretto di Pornello;
26. Distretto di Porano;
27. Distretto di Prodo;
28. Distretto di Ripalvella;
29. Distretto di Rotecastello;
30. Distretto di Salci;
31. Distretto della tenuta di Salci;
32. Distretto dei Santi Bartolomeo e Faustino;
33. Distretto di San Pietro Aquae Ortus;
34. Distretto di San Venanzo;
35. Distretto di San Vito;
36. Distretto di Sucano;
37. Distretto di Torre di Monte;
38. Distretto della Torre di San Severo;
39. Distretto di Vicino;
40. Ficulle in due porzioni;
41. La Meana;
42. Mealla;
43. Melonta;
44. Palazzo Bovarino, porzione;
45. Monte Gabbione;
46. Orvieto città;
47. Palazzo Bovarino;
48. Sala;
49. Tenuta di Poggiovalle;
50. Troscia di Ficulle e Salceto Rosso di Monteleone;
51. Titignano;
52. Villa Bagni;
53. Villa di Bardana;
54. Villa della Capretta,
55. Villa della Rocca;
56. Villa di Sant'Abbundio;
57. Villa di Sant'Egidio.

TERRITORIO DI PERUGIA
Mappe del catasto Chiesa (1727 - 1730) conservate nell'AS Roma

1. Castiglion Fosco;
2. Cibottola;
3. Gaiche;
4. Greppolischieto;
5. Macereto;
6. Paciano vecchio;
7. Paciano;
8. Piegaro e sue ville;
9. Pietrafitta;
10. Ville di S. Bartolomeo e San Silvestro del Piegaro;
11. Pieve di Compresseto;
12. Poggio Aquilone.

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