Grande successo per la presentazione del libro sulla Caserma Nino Bixio

Dovrebbe essere riposto lo stesso rigore per ogni pubblicazione di merito della città di Orvieto, quella presentata venerdì 5 aprile nella Sala Consiliare del Comune di Orvieto è stata per di più molto affollata: "La Caserma 'Nino Bixio' nel convento di S. Agostino ad Orvieto, città del Corpus Domini", merita senz’altro un posto tra le ragguardevoli pubblicazioni della città, sia per interesse storico-archeologico, sia come celebrazione di una recente memoria storica. Il parterre de rois degli interventi ne ha sottolineato ulteriormente l’importanza: inizianndo dal lavoro di coordinamento del conduttore Guido Barlozzetti (giornalista, autore RAI-UnoMattina), il saluto del Magg. Gen. Gerardo V. Restaino (Comandante di RAMDIFE), l’intervento dello storico del Medioevo Lucio Riccetti (Fondazione Besso, Roma), il collegamento con l’etruscologo Claudio Bizzarri (direttore del Parco Archeologico Ambientale dell’Orvietano; prof. Arizona University), le conclusioni dell’architetto Maurizio Chiavari (archeologo che ha condotto scavi in Terra Santa con padre Michele Piccirillo e in Egitto con Zahi Hawass), la sintesi di presentazione dell’opera fatta dall’autore Silvio Manglaviti (Comandante del Distaccamento Logistico di Orvieto del Raggruppamento Autonomo del Ministero della Difesa) ha maggiormente incuriosito e non disatteso le aspettative dei convenuti, il saluto del Sindaco ha posto infine il timbro dell’istituzione locale.
In questo caso la presentazione è stata doppiamente fortunata, per lo scrupolo e lo zelo della realizzazione, ed anche per la notevole partecipazione in sala delle uniformi: si è dato il giusto lustro e la indispensabile formalità che andrebbe osservata per la presentazione di ogni volume che focalizza con dovizia e rigore scientifico un altro importantissimo tassello della storia della città. Preziosa la presenza di una rappresentanza di studenti del Liceo Classico, poiché forse sono costoro che, più d’ogni altro, possono trarre frutto e insegnamento da un lavoro così impegnativo e certosino di ricerca costato tempo, fatica ed attenzione, tutte competenze in via d’estinzione nelle nuove generazioni.
È la più antica delle caserme sulla rupe (1860), già nella toponomastica ricalca una città, Orvieto, viva e partecipe alle vicende religiose e militari susseguitesi negli anni: ha sede nell’antico convento di S. Agostino (1264) costruito su preesistenti ipogei etruschi; la piccola chiesa della caserma - ci invita a riflettere l’architetto e archeologo Maurizio Chiavari - presenta “analogie storiche e di memoria” con la Basilica del Santo Sepolcro “analogie basate su graffiti di croci lasciate dai soldati crociati”, anche a Orvieto sono documentati “graffiti delle stesse croci, lasciate probabilmente dai cavalieri templari che tornavano proprio dalla Terrasanta”; altra occorrenza religiosa è la dedica a S. Giovanni XXIII (il Papa buono) che è Patrono dell’Esercito Italiano; il convento fu sede delle guarnigioni pontificie a guardia della città e successivamente dei Cacciatori del Tevere statuendo una forte connotazione militare; Quartier Generale della 2^ Divisione del Generale Nino Bixio (1870); ospitò il Distaccamento di supporto al Distretto Militare di Orvieto e il battaglione Camicie Nere d’Assalto; nel Dopoguerra vi si trasferì l’Aeronautica Militare e con questo appellativo la ricordiamo tutti. Dopo un periodo di tregua e di silenzio, dal 2008 vi hanno sede il Servizio Orvieto della Direzione Generale per il Personale Militare, 12^ Divisione Documentazione Aeronautica e il Comando del Distaccamento Logistico del Raggruppamento Autonomo del Ministero della Difesa.

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