cultura

Prima Giornata delle Dimore Storiche del Lazio, 72 luoghi aperti gratuitamente

lunedì 15 ottobre 2018
di Davide Pompei
Prima Giornata delle Dimore Storiche del Lazio, 72 luoghi aperti gratuitamente

Casali e castelli. Chiese, conventi e monasteri. Complessi architettonici, palazzi, ville e annessi parchi e giardini. Ai 17 beni già inseriti da Italia Nostra nella Lista Rossa come meritevoli di tutela (nel Viterbese, figurano l'ex Convento di Sant'Agostino e Palazzo Vescovile a Tuscania, la Chiesa di Sant'Orsola a Viterbo, l'ex Ospedale di San Giovanni Decollato ad Andosilla di Civita Castellana, l'Orfanotrofio Stefani Lepori già noto come Palazzo Soderini a Civita Castellana, la Chiesa di Santa Croce a Nepi, il Convento di Sant'Agostino a Gallese e Palazzo Chigi Albani a Soriano nel Cimino) se ne aggiungono altri.

Sono i 72 gioielli - sotto chiave, ma in condizioni decisamente migliori - del territorio al centro della prima Giornata delle Dimore Storiche del Lazio che domenica 21 ottobre apriranno le rispettive porte con la felice formula visite gratuite, in differenti orari e in alcuni casi con prenotazione consigliata. Un'intera giornata per promuovere quella Rete costituita nel 2017, e destinata a crescere, che ad oggi conta 109 siti pubblici e privati, selezionati attraverso un avviso pubblico, che verrà aggiornata annualmente .

Nell'apposita brochure in distribuzione insieme ad una pubblicazione, in realtà, sono 98 quelli mappati e facenti parte della Rete regionale, curata dall'Area Valorizzazione del Patrimonio Culturale della Direzione Regionale Cultura e Politiche Giovanili.  Si tratta del primo incontro ideato dalla Regione con il supporto di Lazio Innova e la collaborazione dell'Istituto Regione Ville Tuscolane, dell'Associazione Dimore Storiche Italiane e dell'Associazione Parchi e Giardini d'Italia. Un'occasione non solo per celebrarne la bellezza nascosta ma anche per offrire a tutti l'occasione di scoprire parte dell'immenso patrimonio che custodiscono le province di Roma, Rieti, Viterbo, Latina, Frosinone.

"A queste dimore – ha annunciato il presidente della Regione Lazio, Nicola Zingarettisaranno destinati 500.000 euro per interventi di manutenzione e recupero attraverso un avviso pubblico che sarà pubblicato il prossimo mese. Da giovedì 1° novembre a domenica 30 dicembre, saranno straordinariamente aperti i termini per presentare le nuove candidature. Valorizzare il patrimonio culturale è fondamentale per dare nuovo impulso allo sviluppo di territorio, economia e turismo".

Nella provincia di Viterbo, l'appuntamento è in 32 mete. A Bolsena, al Complesso Monumentale Prospettico di Viale Colesanti, dove attualmente si contano 24 platani tra i 30 e i 40 metri di altezza, e all'elegante Palazzo Cozza Caposavi. A Bomarzo, aderiscono Palazzo Orsini e il Castello di Mugnano in Teverina. A Canepina, l'ex Convento dei Padri Carmelitani e la Torre di Guardia del Castello dei Conti Anguillara, costruito intorno alla metà dell'XI secolo. A Caprarola, le ex Scuderie di Palazzo Farnese. A Gradoli, il cinquecentesco Palazzo Farnese.

A Grotte di Castro, il Castello di Santa Cristina, dimora storica con annesso borgo contadino da alcuni anni trasformato in agriturismo. Ad Ischia di Castro, l'Antica Città di Castro. A Montefiascone, la Rocca dei Papi. Ad Oriolo Romano, il Parco di Villa Altieri con i suoi canoni stilistici del XVI secolo e la pista per la corsa dei levrieri, dove agli inizi del '900 si riunivano nobili e personaggi illustri, tra cui Gabriele D’Annunzio.

A Proceno, il Castello e Palazzo Guido Ascanio Sforza. A Soriano nel Cimino, Palazzo Chigi Albani e la Torre di Chia, tanto cara a Pier Paolo Pasolini, che comprende i resti del Castello di Colle Casale. A Sutri, Villa Savorelli. A Vallerano, le Botteghe Farnese risalenti al XVII secolo e costruite per alloggiare i pellegrini e le botteghe dei mercanti che accorrevano numerosi a visitare il Santuario della Madonna del Ruscello. A Viterbo, infine, Castello Costaguti, nella frazione di Roccalvecce, e Villa Rossi Danielli.

L'apertura di luoghi unici, alcuni dei quali aperti per la prima volta e fuori dalle tradizionali destinazioni turistiche di chi visita la Tuscia, come "grandissimo segnale di speranza della forza del Paese", perché "la valorizzazione del paesaggio, della bellezza e della cultura è un valore aggiunto". Secondo uno studio di Prometeia "il sistema della bellezza italiana vale 240 miliardi di euro, ma potrebbe crescere di ulteriori 130 miliardi se ci fosse la dovuta attenzione e politiche mirate di valorizzazione".

Per ulteriori informazioni:
www.dimorestorichelazio.it

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