Prima Giornata delle Dimore Storiche del Lazio, 72 luoghi aperti gratuitamente

Casali e castelli. Chiese, conventi e monasteri. Complessi architettonici, palazzi, ville e annessi parchi e giardini. Ai 17 beni già inseriti da Italia Nostra nella Lista Rossa come meritevoli di tutela (nel Viterbese, figurano l'ex Convento di Sant'Agostino e Palazzo Vescovile a Tuscania, la Chiesa di Sant'Orsola a Viterbo, l'ex Ospedale di San Giovanni Decollato ad Andosilla di Civita Castellana, l'Orfanotrofio Stefani Lepori già noto come Palazzo Soderini a Civita Castellana, la Chiesa di Santa Croce a Nepi, il Convento di Sant'Agostino a Gallese e Palazzo Chigi Albani a Soriano nel Cimino) se ne aggiungono altri.
Sono i 72 gioielli - sotto chiave, ma in condizioni decisamente migliori - del territorio al centro della prima Giornata delle Dimore Storiche del Lazio che domenica 21 ottobre apriranno le rispettive porte con la felice formula visite gratuite, in differenti orari e in alcuni casi con prenotazione consigliata. Un'intera giornata per promuovere quella Rete costituita nel 2017, e destinata a crescere, che ad oggi conta 109 siti pubblici e privati, selezionati attraverso un avviso pubblico, che verrà aggiornata annualmente .
Nell'apposita brochure in distribuzione insieme ad una pubblicazione, in realtà, sono 98 quelli mappati e facenti parte della Rete regionale, curata dall'Area Valorizzazione del Patrimonio Culturale della Direzione Regionale Cultura e Politiche Giovanili. Si tratta del primo incontro ideato dalla Regione con il supporto di Lazio Innova e la collaborazione dell'Istituto Regione Ville Tuscolane, dell'Associazione Dimore Storiche Italiane e dell'Associazione Parchi e Giardini d'Italia. Un'occasione non solo per celebrarne la bellezza nascosta ma anche per offrire a tutti l'occasione di scoprire parte dell'immenso patrimonio che custodiscono le province di Roma, Rieti, Viterbo, Latina, Frosinone.
"A queste dimore – ha annunciato il presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti – saranno destinati 500.000 euro per interventi di manutenzione e recupero attraverso un avviso pubblico che sarà pubblicato il prossimo mese. Da giovedì 1° novembre a domenica 30 dicembre, saranno straordinariamente aperti i termini per presentare le nuove candidature. Valorizzare il patrimonio culturale è fondamentale per dare nuovo impulso allo sviluppo di territorio, economia e turismo".
Nella provincia di Viterbo, l'appuntamento è in 32 mete. A Bolsena, al Complesso Monumentale Prospettico di Viale Colesanti, dove attualmente si contano 24 platani tra i 30 e i 40 metri di altezza, e all'elegante Palazzo Cozza Caposavi. A Bomarzo, aderiscono Palazzo Orsini e il Castello di Mugnano in Teverina. A Canepina, l'ex Convento dei Padri Carmelitani e la Torre di Guardia del Castello dei Conti Anguillara, costruito intorno alla metà dell'XI secolo. A Caprarola, le ex Scuderie di Palazzo Farnese. A Gradoli, il cinquecentesco Palazzo Farnese.
A Grotte di Castro, il Castello di Santa Cristina, dimora storica con annesso borgo contadino da alcuni anni trasformato in agriturismo. Ad Ischia di Castro, l'Antica Città di Castro. A Montefiascone, la Rocca dei Papi. Ad Oriolo Romano, il Parco di Villa Altieri con i suoi canoni stilistici del XVI secolo e la pista per la corsa dei levrieri, dove agli inizi del '900 si riunivano nobili e personaggi illustri, tra cui Gabriele D’Annunzio.
A Proceno, il Castello e Palazzo Guido Ascanio Sforza. A Soriano nel Cimino, Palazzo Chigi Albani e la Torre di Chia, tanto cara a Pier Paolo Pasolini, che comprende i resti del Castello di Colle Casale. A Sutri, Villa Savorelli. A Vallerano, le Botteghe Farnese risalenti al XVII secolo e costruite per alloggiare i pellegrini e le botteghe dei mercanti che accorrevano numerosi a visitare il Santuario della Madonna del Ruscello. A Viterbo, infine, Castello Costaguti, nella frazione di Roccalvecce, e Villa Rossi Danielli.
L'apertura di luoghi unici, alcuni dei quali aperti per la prima volta e fuori dalle tradizionali destinazioni turistiche di chi visita la Tuscia, come "grandissimo segnale di speranza della forza del Paese", perché "la valorizzazione del paesaggio, della bellezza e della cultura è un valore aggiunto". Secondo uno studio di Prometeia "il sistema della bellezza italiana vale 240 miliardi di euro, ma potrebbe crescere di ulteriori 130 miliardi se ci fosse la dovuta attenzione e politiche mirate di valorizzazione".
Per ulteriori informazioni:
www.dimorestorichelazio.it

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