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cultura

"Il mondo nella mia penna. La Serpara immaginata" - 3

lunedì 28 maggio 2018
"Il mondo nella mia penna. La Serpara immaginata" - 3

L'OPERA: "PICCHIO PINOCCHIO", di Werther Germondari, opera in legno e vernice.

Mi trovo davanti a un albero e sopra questo albero c’è un Pinocchio. L’albero è molto alto e maestoso. Non mi fa venire in mente quasi niente. Ma potrebbe essere l’albero dove un bambino, forse di nome Marco, andava sempre per stare un po’ da solo e giocare con il suo Pinocchio. Magari un giorno legò Pinocchio all’aquilone e il burattino finì lassù, o magari lo lanciò facendolo finire sul ramo e lui ci rimase male perché era l’unico giocattolo che aveva. Tornando a casa, la madre Armanda si sarà arrabbiata tantissimo perché aveva speso un sacco di denaro.

MAIA OLIVI, Classe 1C, Scuola Media "Luca Signorelli", Orvieto

Davanti ai miei occhi (o sopra!) ho una scultura molto piccola, con le dimensioni di una mano. Esattamente, è una bambola di Pinocchio in legno, infilata in alto su un albero, con colori opachi, rovinati, tipici di Pinocchio. Guardandola, mi è venuta in mente una storia incredibile. Correva nel bosco, sfuggendo dalla polizia, un uomo, con una bambola nelle mani. La scheda della polizia diceva che quell’uomo fosse sordomuto. Era ricercato per rapina a mano armata, con altri complici. I poliziotti avevano poi trovato dei cadaveri nella foreste e sapevano che erano i complici dell’uomo (non era sicuramente uno che divide i soldi).

L’uomo, fin da piccolo, era un cleptomane, poiché la sua famiglia non si poteva permettere molte cose. Occhi verdi, alto, bel fisico… Ma la bellezza ha dei costi: lui li aveva pagati cari, con voce e udito. All’uomo, ormai diventato adulto, con i genitori ormai deceduti, restavano solo gli oggetti di quando era piccolo, tra i quali, il bambolotto di Pinocchio. Scoprì che i suoi genitori avevano risparmiati molti, ma molti, soldi dentro quel bambolotto per cominciare una cura per farlo sentire e parlare.

Lui, ormai diventato un cocktail di emozioni, volle fare l’unica cosa che avrebbero voluto fare i suoi genitori per loro: mandarne le ceneri nello spazio. Quindi, per farlo aveva bisogno di soldi e l’unico modo che trovò per ottenerli fu una rapina. Così, dopo la rapina andata bene, si liberò dei compagni e fuggì. Però qualcosa non andò: non riesce a seminare la Polizia. Così, dopo chilometri e chilometri di fuga, finì la benzina. Accostò in uno spiazzo di breccino bianco, corse insieme all’unica cosa per lui preziosa (il Pinocchio) e si perse nel bosco. Rimase là, fermo, in riva al fiume dove ripose su un albero la bambola con tutti i soldi dentro. Prese le ceneri dei genitori, le aprì inginocchiandosi, e si buttò dentro il fiume e quasi riuscì a sentire il suono dell’acqua. Nessuno seppe più niente di lui.

EDOARDO RONCONI, Classe 1C Scuola Media "Luca Signorelli", Orvieto

 

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