Mezzo secolo di storia sociale e politica nel libro "Falce e doppietta"

Oltre duecento persone hanno assistito venerdì 23 marzo nella Sala Consiliare del Comune di Orvieto all'annunciata presentazione dell'atteso libro di Fausto Prosperini "Falce e doppietta", una biografia che attraversa cinque decenni di vita pubblica e privata, tra politica ed associazionismo venatorio.
Alla presenza del presidente del consiglio comunale Angelo Pettinacci, del vice ministro all'Economia Enrico Morando, del presidente nazionale di Federcaccia Gianluca Dall'Olio, del sindaco di Orvieto Giuseppe Germani, dell'autore e di Claudio Lattanzi in rappresentanza della casa editrice Intermedia Edizioni, si è svolto un dibattito che ha preso le mosse dalle tappe più salienti dell'impegno di Prosperini, per due volte consigliere e poi assessore regionale, presidente nazionale di Federcaccia, presidente dell'Arusia oltre che uomo simbolo del Pci e del poi del Pds e oggi del Pd umbro.
Il rapporto tra il consenso elettorale del Pci e il mondo rurale, la rievocazione di alcuni passaggi chiave nella storia del territorio orvietano (costruzione dell'autostrada, della diga di Corbara, la Legge speciale, l'invenzione di Umbria jazz winter nel 93), sono alcuni dei temi che l'editore ha segnalato come i più significativi del libro, sottolineando anche il carattere monolitico, selettivo, gerarchico del vecchio Pci in contrapposizione alla dimensione evanescente dei partiti attuali oltre a numerosi retroscena come una famosa cena che Giorgio Napolitano fece a casa di un mezzadro di Corbara al termine di un memorabile comizio in piazza della Repubblica. Un libro fondamentale per conoscere la storia di questo territorio, sia dal punto di vista politico che sociale è stata la valutazione dell’editore.
"Tra i tanti spunti che questo testo ci offre - ha detto Giuseppe Germani - voglio soprattutto ricordare la ricostruzione che l'autore fa del contesto in cui nacque e venne perseguito il progetto per la Legge speciale. Quel forte unanimismo tra partiti apertamente avversari come la Dc ed il Pci, in nome di un interesse collettivo, rappresenta sicuramente uno dei punti più nobili che la politica di Orvieto ha manifestato e costituisce uno stimolo a cui tendere anche oggi, in una fase in cui è necessario ritrovare la spinta verso la concordia per superare insieme le difficoltà".
Secondo Pettinacci "nelle pagine di Falce e doppietta, si legge soprattutto la grande passione con cui Fausto ha affrontato questi due capitoli così importanti, sia per la sua vita personale che quella pubblica e la passione consente sempre di avere una marcia in più. E' bello vedere nella sala dell'assemblea cittadina così tante persone".
Sull'evoluzione della caccia e sul rapporto con la politica si è incentrata la riflessione di Gianluca Dall'Olio che ha analizzato anche l'evoluzione della normativa in materia di caccia. Enrico Morando, legato da un antico rapporto di amicizia con Prosperini, ha ripercorso alcuni dei momenti più salienti della vita politica italiana e della storia del Pci, sovrapponendoli con quelli dell'Orvietano di cui il vice ministro ha una buona conoscenza.
"Ci si interroga sui motivi del nostro risultato elettorale il 4 marzo - ha detto - il nostro partito ha sempre difeso le ragioni della parte più debole della società. Abbiamo combattuto contro il potere padronale, ma nella fase in cui la rivoluzione informatica ha reso possibile la globalizzazione dell'economia, i confini dello scontro tra capitale e lavoro sono usciti fuori dall'ambito dello Stato nazionale ed è entrata in crisi non solo la sinistra italiana, ma la sinistra europea. Ciononostante, il processo è irreversibile e il contesto in cui siamo chiamati a far valere le posizioni dei più deboli è indiscutibilmente quello europeo".
Anche Fausto Prosperini ha commentato il mutato quadro politico, esprimendo preoccupazione per la situazione attuale, raccontando aneddoti inediti e molti "dietro le quinte" della politica orvietana degli ultimi dieci anni. "Tante cose sono cambiate e il nostro partito ha riportato tanti successi ed altrettante sconfitte, ma oggi possiamo dire di aver raggiunto l'obiettivo che ci aveva animato fin da quando iniziammo la lotta contro la mezzadria a fine anni 50, ovvero fare in modo che nessun lavoratore si sentisse mai più in dovere di togliersi il cappello davanti al padrone".

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