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"Occhi allo Specchio". Descrizioni dal vero Orvieto-Montecchio - 9

lunedì 21 agosto 2017
"Occhi allo Specchio". Descrizioni dal vero Orvieto-Montecchio - 9

Quelle che state per leggere sono parole di studenti delle scuole medie, nella fattispecie della 2D del “L.Signorelli” di Orvieto e della 1C e 2C del “M.Buonarroti” di Montecchio. Ma sono strani testi, diciamolo subito. Strani perché non vengono dai banchi di scuola: sono stati scritti in strada, in piazza, in un angolo, al mercato, ai giardini, in un negozio, al bar. Fuori. In precario equilibrio. Strani perché abbiamo chiesto ai nostri alunni di descrivere persone di un’altra città: i ragazzi di Montecchio sono andati sulla rupe a cogliere gli orvietani, e viceversa. Strani perché gli abbiamo detto di provare a non farsi vedere, a osservare la vita dall’esterno, a nascondersi tra le zolle (diceva qualcuno), impicciarsi degli altri e immaginare quello che i sensi non riescono a percepire. Insomma, a diventare scrittori. Che è un po’ diverso da fare un semplice esercizio scolastico. Ecco, questo è il risultato di queste due sedute scambievoli di descrizioni dal vero. Leggendole, noi ci siamo a volte divertiti e a volte commossi. Sempre ci siamo sentiti orgogliosi di questi ragazzi. Buona lettura!

Prof.ri Alessandra Bennati e Andrea Caponeri

UNA COPPIA

Mi trovo a Orvieto, davanti al Duomo, e ho notato una coppia di ragazzi. La ragazza ha una bottiglia di succo di frutta in mano e ci sta giocando. Porta una maglietta bianca sopra jeans di colore verde militare. I capelli biondi tirati su e raccolti in una coda. La fronte liscia e il naso lungo.
Ora ha preso il telefono e sta scrivendo, lo capisco perchè sta muovendo le dita sullo schermo e sento il suono delle notifiche: forse sta chattando con sua madre, che le avrà chiesto se sta bene e che cosa sta facendo.
E’ seduta vicino a un ragazzo, penso sia il suo fidanzato, visto che certe volte si tengono per mano. Il viso è pallido, forse per la stanchezza. L’espressione è neutrale. Ora ha preso il suo zaino nero dell’ Eastpak. Gli occhi sono verdi come la speranza. Dentro lo zaino ha un blocchetto che ora sta tirando fuori, proprio come sta facendo tutto il gruppo di francesi. Infatti, adesso che sta parlando con il suo ragazzo capisco che è una ragazza francese.
La voce è calma. Sta mettendo un cappello blu con la visiera e anche un paio di occhiali da sole. Indossa delle Superstar bianche.
Secondo me il carattere è allegro, lo capisco dall’affetto e dall’amore che prova per il suo fidanzato. Probabilmente sono appassionati di arte; forse una passione che è nata da piccoli e ora si è realizzata. Chissà, forse lei ha seguito dei corsi d’arte e vuole diventare una famosa artista francese...
In effetti ha l’aria da studiosa, appassionata d’arte. Il portamento è rilassato e aggraziato. Ora che noto meglio, ha preso un libro che rappresenta il Duomo e non un blocchetto per disegnare. Una guida sta spiegando a tutto il gruppo e lei sembra essere interessata.
Finita la spiegazione, si spostano davanti al Duomo e osservano le sue parti, forse vogliono fare un’opera d’arte che lo rappresenti, chissà…

Sofia Liviani, II C
A.S. 2016-2017
"M. Buonarroti", Montecchio

MADRE

La persona che descriverò è una donna, giovane, che penso sia anche madre. Ha un’altezza media ed è magra.
Il suo volto è rotondo, i capelli sono biondi e ha un naso piccolo, ma bello. Ha le labbra carnose e si è vestita alla moda: giacca marrone e pantaloni neri, penso con lo scopo di piacere alla gente.
Si trova ai giardini e sta guardando una bambina che credo sia sua figlia perché la guarda come se fosse un diamante e l’avrebbe tenuta e protetta per sempre.
Mi sposto e noto altri particolari: la donna ha le scarpe bianche, tipo Converse, e la fede al dito, quindi è sposata.
Sta parlando con una anziana, forse è sua madre che sta seduta su una panchina. Si è aggiunto anche un altro bambino che è stato portato da un anziano, forse è il padre della donna che osservo. Questo bambino si allontana poi si riavvicina a giocare con la bambina: penso che siano fratelli. Ad un certo punto la bambina mette le mani dentro il cesto del passeggino ed estrae un giocattolo: è una pistola. La porta al bambino, lui la struscia per terra e poi la passa alla bambina che fa finta di sparare. Sono bravi perché ci giocano senza litigare, la condividono.
Mi avvicino ancora e, osservando meglio, vedo che la donna ha gli occhi marroni e sulla mano destra ha altri due anelli: chissà se li ha ricevuti da altri uomini o da suo marito, magari si è separata, non so. Ad un certo punto si accorge che la sto spiando e, come il vento, chiama i bambini e se ne va.
Forse usa proprio i figli per essere notata e cercare un nuovo compagno….

Pierlugi Manzi, II D
A.S. 2016-2017
"L. Signorelli", Orvieto

 

 

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