cultura

A colloquio con Roberto Abbondanza, il baritono internazionale innamorato dell'Umbria

martedì 8 agosto 2017
di Davide Pompei
A colloquio con Roberto Abbondanza, il baritono internazionale innamorato dell'Umbria

Una vita nella musica, una vita per la musica. Da quando, giovanissimo, è entrato a far parte degli organici del Coro della RAI e, successivamente, dell'Accademia Nazionale di Santa Cecilia di Roma, la passione per il canto lo ha sempre accompagnato. Baritono fra i più richiesti, nel suo ruolo e in particolare nella musica lirica contemporanea, in questi giorni il Maestro Roberto Abbondanza è tornato a Castel Viscardo per la 16esima edizione dei Corsi Estivi di Perfezionamento e di Interpretazione Musicale, in corso ancora fino a mercoledì 16 agosto.

Qui, direttamente da Taiwan, Stati Uniti d’America, Cina e Hong Kong sono arrivati anche decine di giovani musicisti, desiderosi di studiare il "belcanto del Belpaese". Fra un vocalizzo e l’altro, alla docenza ai Corsi di Perfezionamento, Abbondanza alterna l'impegno al Teatro Lauro Rossi di Macerata nelle fortunate recite di "Shi", opera da camera di Carlo Boccadoro, con libretto di Cecilia Ligorio, ispirata alla vita di Matteo Ricci.

"Replica dopo replica – spiega – l'opera si sta rivelando sempre più un’esperienza coinvolgente ed emozionante. Sono veramente fiero di poter interpretare il ruolo del protagonista, una personalità di altissimo spessore, un italiano che ha saputo farsi apprezzare in Cina con una tenacia ed una forza assolutamente non comuni. Il primo 'non cinese' ad essere seppellito a Pechino per volere dell’Imperatore. Conciliare l’impegno teatrale con i corsi è faticoso, ma l’insegnamento ai nostri allievi è troppo importante per essere tralasciato".

L’opera contemporanea, spesso bistrattata e considerata sorella minore del grande repertorio popolare, continua tuttavia ad interessare non solo gli addetti ai lavori ma anche il grande pubblico. Le commissioni di un’opera originale scandiscono spesso gli anniversari della vita culturale o civile, ma poi? Quali possibilità avranno questi lavori di perdurare negli anni, al di là dello specifico contesto per cui sono state create? "Il grande problema della diffusione del repertorio contemporaneo – conviene – è proprio questo: spesso ci si 'accontenta' di poche repliche e difficilmente si veicola lo spettacolo in altri teatri.

Sicuramente manca il coraggio da parte delle Direzioni artistiche: ho partecipato a decine di spettacoli che meriterebbero maggiore diffusione. Il pubblico risponde sempre bene quando dietro un progetto c’è intelligenza e buona scrittura musicale. Il linguaggio moderno non è 'più difficile' da capire, ha solo bisogno di essere eseguito più spesso creando un pubblico che potenzialmente esiste, come in molti altri paesi europei ed extraeuropei, ma che ha poche possibilità di ascolto".

E Castel Viscardo? "Ci offre la libertà di poter lavorare in tranquillità e in continuità, secondo una rodata formula didattica che condivo con Isabel Yi Man Chuan. Spazi giusti ed adeguati, strumenti musicali efficienti, organizzazione essenziale ma curatissima grazie al Maestro Riccardo Cambri, totale disponibilità delle istituzioni locali. Il format alla fine è sempre lo stesso, lo abbiamo solo adeguato all’utenza che negli anni si è arricchita anche di numerosi amatori adulti. Il prossimo obiettivo potrebbe essere quello di insegnare anche a bambini, quindi alle 'voci bianche'. Mia moglie ed io già lo facciamo da diversi anni in Asia. Perché non provare anche qui?".

Ad Orvieto, intanto, il Maestro ha collezionato alcune fra le prime esperienze significative della sua carriera, all’inizio degli anni '90. Di recente, è stato ospite dell’Unitre, con alcuni interventi di un certo rilievo culturale all’interno della programmazione musicale. "Non amare questa parte dell’Umbria ed in particolare Orvieto – confida – credo sia impossibile. I borghi antichi sono bellissimi, centinaia di luoghi da visitare, la campagna offre una visione rilassante, l’aspetto gastronomico ed enologico poi sono imbattibili. Anche la mia passata partecipazione alle attività dell’Unitre è stata di grande soddisfazione: trovare un pubblico così attento, partecipe, interessato è cosa rara. Devo riconoscere che il lavoro che la dirigenza sta facendo è notevole. Programmi vari e di assoluto valore culturale, ospiti qualificati e illustri. Un fiore all’occhiello per Orvieto".

Anticipazioni sui prossimi impegni della sua carriera artistica? "Nel prossimo ottobre mi esibirò più volte nel ruolo del Testo nel 'Combattimento di Tancredi e Clorinda' di Claudio Monteverdi. Un brano che ho già interpretato più di cento volte e che ha significato molto nella mia carriera. L’incisione che feci nel 1999 sotto la guida di Rinaldo Alessandrini è unanimemente riconosciuta come un punto di riferimento della discografia mondiale. In teatro nel 2018 canterò in 'Turandot' e nella 'Salomè' di Strauss al Teatro Regio di Torino e riprenderò al Teatro San Carlo di Napoli un ruolo che amo molto, il Sagrestano nella Tosca".

Per ulteriori informazioni:
www.robertoabbondanza.it

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