Aperture straordinarie al Castello Baglioni Santacroce di Graffignano

La sua storia è strettamente connessa a quella del paese. La sua struttura, dominata da una torre principale alta oltre 20 metri e da una minore quadrata, legate a un impianto difensivo quadrangolare. Tirato su nel XIII secolo, nel XIV dovette condividere le sorti belliche del potente Comune di Viterbo, che per motivi territoriali, si oppose alla città di Orvieto. I secoli XV e XVI sono caratterizzati da continue dispute territoriali interne alla famiglia, concluse con l’intervento di Papa Adriano VI che confiscò il feudo.
"Nel 1531 i possedimenti vengono restituiti dal Pontefice Clemente VII, tant’è vero che nel 1546 si risolse la contesa con la comunità di Civitella d’Agliano, per il territorio di confine ancora oggi chiamato La Litigata". Cornice medievale, fascino senza tempo, al servizio di un doppio appuntamento che in via del tutto straordinaria torna ad aprire le porte di un gioiello come il castello eretto a Graffignano dalla famiglia Baglioni, signori del Castel Piero, ed ereditato agli inizi del XVII secolo dalla contessa Domitilla Cesi che qui portò la devozione a San Filippo Neri, compatrono insieme a San Martino Vescovo.
Nel 1741, poi, il feudo venne eretto a principato e venduto al principe romano Scipione Publicola di Santa Croce, che ridiede nuova vita ad un territorio lasciato da anni alla rovina. È nel corso dell'800 che gli eredi Santacroce cedettero il castello in enfiteusi ai Paparelli. La collaborazione tra l'Amministrazione Comunale di Graffignano e una serie di associazioni del territorio ha dato il via al "Progetto Open" che, a distanza di un mese dalla mostra con cui Pasquale Altieri, Guido D’Angelo, Massimo de Giovanni, Davide Dormino e Lucrezia Testa hanno raccontano la loro visione del paesaggio, per l'estate promette una serie di eventi che animeranno il castello, riaprendolo al pubblico dopo un lungo periodo.
Domenica 11 giugno alle 18 è la volta della presentazione di racconti "Delitti esemplari nel Bel Paese" di Antonio Fresa. "Nati dalla suggestione dei Delitti Esemplari di Max Aub, i racconti di questa raccolta mostrano alcuni dei tratti terrificanti di un’epoca che, pur lontana dall’esperienza diretta della guerra, sembra aver smarrito il valore della vita. Piccoli episodi della vita quotidiana che possono degenerare in una violenza apparentemente senza senso e senza necessità. L'ironia e lo scherzo sembrano davvero fuori luogo in un’epoca che, nella sua brutalità, sembra mettere in scacco anche la più fervida delle immaginazioni.
Una raccolta di racconti brevi, esplosivi e coinvolgenti, raccontati con cura per i dettagli e le motivazioni che possono ogni giorno trasformare gli incontri, le discussioni e le relazioni in luoghi in cui sono scaricate terribili frustrazioni e disperazioni. Episodi minimali della vita quotidiana che assumono le caratteristiche della tragedia per le dolorose sconfitte e la difficoltà a comunicare che sembrano accomunare i protagonisti". Domenica 25 giugno, invece, alla stessa ora, spazio alla multiculturalità con l'evento “Voci che incontri” organizzato e diretto da Francesco Pecorari.

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