cultura

Novità e progetti, aspettando il Corteo delle Dame. Annullo filatelico, un libro e tre concerti

giovedì 1 giugno 2017
di Davide Pompei
Novità e progetti, aspettando il Corteo delle Dame. Annullo filatelico, un libro e tre concerti

Una vestizione urbana – più impattante di ogni parola – che prelude a quella dei figuranti dei cortei e simboleggia l'inizio della festa. Tutt'altro che immuni allo scorrere del tempo, eppure puntuali ogni anno nel tornare e vestire di festa la città alta e strana, dalla tarda serata di martedì 30 maggio gli stendardi sono tornati a ingentilire il Palazzo del Capitano del Popolo e le vie principali del centro storico, con i colori dei quartieri, che si fronteggiano al crocicchio della Torre del Moro.

Ai piedi della Rupe, invece, nella galleria del Centro Commerciale "Porta d'Orvieto" da lunedì 29 maggio e fino a domenica 11 giugno è in esposizione "La Bella Orvieto", la mostra che raccoglie alcuni scatti fotografici del Corteo Storico e del Corteo delle Dame catturati dagli obiettivi dell'Associazione Fotoamaorvieto e tre costumi, in particolare due nobili e una dama.

Alla vigilia della Pentecoste – l'appuntamento, inserito nel contesto della quinta edizione di "Orvieto in Fiore", si rinnova domenica 4 giugno alle 12, con la discesa su Piazza Duomo della Palombella – l'Associazione "Lea Pacini" ha presentato mercoledì 31 maggio al Caffè Montanucci il manifesto dell'edizione 2017 – la prima, nel 1994 – del Corteo delle Dame – "oggettivamente bello, la scritta 'Festa del Corpus Domini' sta significare che Orvieto è la città del Corpus Domini!" – e offerto una serie di anticipazioni sulle grandi feste di primavera.

"Ormai da mesi – ha esordito il vicepresidente Lucio Riccettisi è insediato un nuovo comitato di gestione. Abbiamo preferito lasciar correre le polemiche e muoverci con attività significative. Quello che ci interessa sono il Corteo Storico, una delle stelle più brillanti di Orvieto insieme a tante altre manifestazioni, e il Corteo delle Dame, la cui uscita è ormai prossima. Stiamo mettendo a posto una serie di situazioni rimaste in sospeso: costumi e scarpe che necessitavano ampie operazioni di restauro, ma anche la ripresa e l'estensione del tesseramento. Ad oggi, sono oltre 130 i servizi commerciali che hanno apposto una vetrofania con cui aderiscono all'associazione e consentono a chi si tessera uno sconto del 10%".

Prima novità di quest'anno, l'annullo filatelico di Poste Italiane realizzato grazie al sostegno del Caffè Montanucci – che sarà disponibile domenica 18 giugno, dalle 11 alle 18 nell'Atrio del Palazzo dei Sette e per i sessanta giorni successivi negli uffici postali – su mille cartoline che ritraggono quattro immagini ritenute rappresentative del corteo e, sul retro, il logo dell'Associazione Lea Pacini. Per "veicolare Orvieto a livello nazionale". Entro quella data farà, inoltre, il suo arrivo su scaffali di edicole e librerie un volumetto curato da Silvio Manglaviti per Intermedia Edizioni che ricostruisce la storia dei percorsi della processione religiosa, dal 1338 al 1618.

Terza novità annunciata, un "tridente" di concerti realizzati in collaborazione con la Scuola Comunale di Musica "Adriano Casasole" che va sotto il nome di "Orvieto Antiqua. Musicfestival" e che trova ospitalità nella Chiesa di San Giuseppe. Si inizia giovedì 8 giugno alle 21 con l'Ensamble Dan.ca.mus che propone "Donne...tra Sacro e Profano", ovvero danza, canto e musica in strada fra Medioevo e Rinascimento. Domenica 11 giugno alle 17 largo agli ottoni diretti dal Maestro Massimo Bartoletti. Orvieto Brass Choir propone, infatti, "Squilli e Armonie dalla Storia". Giovedì 15 giugno alle 21.30, l'Ensamble Orvietoarmonico fa rivivere, invece, "Suggestioni Barocche" mescolando l'armonia degli archi, la dolcezza del flauto, la melodia del pianoforte.

"Un'interpretazione festosa – ha sottolineato Riccetti – del Medioevo, come lo è stata l'invenzione del Corteo Storico, nato da un'intuizione geniale di Lea Pacini che deve servire ancora oggi a tenere unita la città. Un Medioevo sognato, il suo. Una lunga scia del neo-Medioevo, del tardo '800, che ancora oggi per qualche ora fa vivere colori e suoni dando lustro a questo luogo. I costumi del corteo, è bene ricordarlo, non sono abiti di scena indossati all'occorrenza, ma capolavori dell'artigianato irripetibili, opere preziose realizzate da mani sapienti. Aprendo gli armadi, si prova stupore ma anche consapevolezza della necessità di tutelare un simile patrimonio. La pioggia dello scorso anno ha arrecato danni a velluti e tamburi che stiamo fronteggiando".

Sostanzialmente invariato il percorso della 23esima edizione del Corteo delle Dame. L'uscita, divise per appartenenza alle casate secondo i colori dei quartieri, è alle 16 dalla sede dell'Ex Caserma Piave per assistere alle 17 ai vespri in Duomo, un'ora dopo danze e bandiere in Piazza della Repubblica e alle 18.30 in Piazza del Popolo per il Palio della Palombella. Cambiamenti più sostanziosi si profilano per l'uscita del Corteo Storico con la volontà dichiarata di concentrarsi in Piazza del Popolo, in ossequio alla tradizione.

E, disponibilità permettendo, l'uscita di una rappresentanza di nobili delle terre assoggettate e podestà in notturna con le fiaccole, lunedì 14 agosto, nella vigilia della Festa di Maria Assunta in Cielo, patrona del Comune. "Fin dal 1297 era normata una processione che dal Palazzo Municipale raggiungeva il Duomo". Con il reclutamento in corso, le adesioni lasciano sperare. L'Associazione "Lea Pacini" ha preso, intanto, contatti con "una nota emittente televisiva nazionale" che nei giorni precedenti e nel giorno del Corpus Domini documenterà la festa. "E aiuterà ad aprire questo scrigno, finora ad uso e consumo degli orvietani. Due anni fa, fu fondata su richiesta del primo cittadino l'Associazione 'Orvieto Città del Corpus Domini' che sta definendo un protocollo d'intesa con l'Associazione 'Lea Pacini' per lavorare più efficacemente sulle attività legate ai cortei".

Preziosi, come sempre, gli aneddoti di Nazzareno Montanucci, imprenditore e prima di tutto cittadino orvietano con un amore – e un sostegno, sincero e incondizionato – per Orvieto. "Quest'anno – ha detto – compio 70 anni. E ricordo con affetto la grande partecipazione cittadina al corteo religioso del 1951. Io ero vestito da San Giovanni Battista passavo su infiorate di ginestre e rose, tra ali festanti di folla che godeva di questa cerimonia. Tutto ciò che attinge al folklore non è altro che volontà di esprimere una vicinanza alla dimensione religiosa, che attiene all'identità di un luogo.

L'anno successivo impersonavo San Francesco e mia cugina era Santa Chiara. Poi, divenni paggetto con la bandiera della Diocesi, la piuma in testa e la spada. Di fatto non partecipavamo a tutto il corteo. Dalle Suore di Maria Bambina, tra svenimenti per l'emozione e mancamenti per la stanchezza, al massimo arrivavamo a Piazza del Popolo. Lea Pacini mi assegnò il ruolo di tamburino. Lei dimostrava passione, noi perizia. Una volta mentre mi mostrava i bozzetti dei nuovi costumi, fece riferimento al babbo del babbo che aveva aperto il Caffè Martini, a Piazza Sant'Andrea. La sua confessione - 'Era 'n omo per bene, l'tu nonno!' - mi conquistò. La vita continua, tanta gente ci lascia ma prosegue la tradizione".

"Sono convinto – ha chiosato il sindaco Giuseppe Germaniche il nostro corteo sia in buone mani. Grazie a chi, come Reno, dimostra buona volontà, sensibilità, senso di appartenenza a una città, dove una certa conflittualità è congenita. In questo periodo, sono oltre venti le associazioni che promuovono eventi. Come Amministrazione Comunale cerchiamo di sostenerle nelle nostre possibilità. Aver definito Orvieto come 'Città del Corpus Domini' è già una volontà. Nel mondo deve passare questo messaggio. Rilanciamolo, con la collaborazione di tutti".

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