"Figlie della Guerra. Un viaggio, un incontro, una storia. La nostra". Doppio appuntamento a Verdecoprente
Si chiama "Figlie della Guerra. Un viaggio, un incontro, una storia. La nostra" ed è il progetto di e con Laura Pece e Stefano Greco ispirato al libro "I Treni della Felicità di Giovanni Rinaldi" che Teatri delle Viscosa porta in scena venerdì 18 novembre alle 21 alla sala polivalente di Montecchio e domenica 20 novembre alle 18 all'oratorio di Guardea. Si tratta della trasposizione teatrale di una bella pagina della storia sommersa, un’esperienza umana, un’incontro, un viaggio in cui trovarsi e riconoscersi.
"I figli e le figlie della guerra - spiegano gli organizzatori - sono i bambini che sopravvivono ai conflitti e che cercano una speranza, ma sono anche gli adulti che hanno la responsabilà nei confronti delle nuove generazioni di costruire ponti e non barriere. I treni della speranza, o della felicità, come vennero definiti dal sindaco di Modena, fu una complessa organizzazione portata avanti dalle donne del Partito Comunista prima e dell’UDI poi, sostenute dalle Anpi di tutta Italia, dalle amministrazioni locali e singoli cittadini e comitati.
Così fu, che dal 1946 al 1952 vennero ospitati, e quindi salvati dalla fame e dai lunghi inverni, più di 100.000 fanciulli tra i 3 e i 12 anni, permettendo loro di avere una speranza, una possibilità. La trasposizione teatrale di questa storia nasce dalla voglia e volontà di raccontare un’ esperienza colelttiva, una vicenda che ci parla del superamento dei pregiudizi e delle discriminazioni, attraverso la solidarietà umana, scaturita non per obblighi di partito o di religione, ma semplicemente perchè lì, dove c’è una crisi, l’unica possibilità è il sostegno reciproco. Storie e racconti che possano traghettarci altrove, ancora oggi, oltre le nostre barriere fisiche e mentali. Riflessi, immagini, ombre e ricordi. Tutto svanisce nel tempo. Resta solo l’esperienza umana. Resta solo un’ immagine. Il nostro lascito. Quello che siamo.
Il lavoro scenico si basa su quadri che narrano le varie tappe di questa vicenda legate dal protagonista, Peppino, figlio della rivolta dei contadini di San Severo, salito su uno degli ultimi treni in partenza per la speranza. Immagini che spezzano la parola; luce, ombre e suoni che diventano ricordi; Il canto, il codice di commedia dell’arte e un buon allenamento all’improvvisazione danno spazio al respiro del sorriso. Il testo è inedito e le musiche composte appositamente per lo spettacolo. Si ringrazia il Centro Universitario Teatrale C.U.T. La Torre e Circo Verde e Verdecoprente Re.Te. 2016".
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