cultura

Letteralbar porta il teatro in terrazza. Tre commedie per il primo "Festival Teatrale Estivo"

lunedì 13 luglio 2015
di Davide Pompei
Letteralbar porta il teatro in terrazza. Tre commedie per il primo "Festival Teatrale Estivo"

Il cielo di metà luglio, per soffitto. Il quartiere medievale, come quinta naturale. Tre, le commedie ad ingresso libero per "sorridere sotto le stelle" apprezzando il teatro fuori dal teatro – in terrazza – grazie alla felice intuizione del Circolo Culturale "Letteralbar" di Orvieto, che ha già all'attivo alcune iniziative e due numeri della rivista aperiodica "Le Grandi Firme della Tuscia", e che con il patrocinio del Comune è pronto ad alzare il sipario sulla prima edizione del "Festival Teatrale Estivo".

Obiettivo dichiarato, colmare un vuoto assordante. Ma anche "offrire alle compagnie amatoriali che proliferano nell'Orvietano l'opportunità di esibirsi sulla Rupe e, a tutti gli orvietani, nuove occasioni di piacevoli serate estive nel cuore del centro storico". Cornice d'eccezione, infatti, sarà la grande terrazza del Palazzo del Gusto, prolungamento architettonico del Chiostro di San Giovanni, che il Comune con l'assenso della Provincia metterà a disposizione. Nel caso in cui l'invocata pioggia arrivi ad aspergere l'atteso debutto, gli spettacoli avranno comunque luogo. Al coperto.

"Prendiamo atto con soddisfazione della sensibilità e dell'incoraggiamento dell'amministrazione comunale" affermano dal direttivo. In prospettiva, c'è l'ambizioso – necessario – recupero delle stagioni estive all'Albornoz, da promuovere – di nuovo – ad arena di eventi. Anche senza il ripristino strutturale di gradinate e palchi, erette – e demolite dopo circa un secolo – nel 1841 dall'affittuario orvietano Francesco Ricchi che collocò al centro della Fortezza l'anfiteatro per spettacoli di varia natura. Su tutti, le corse dei cavalli.

La rassegna prende il via mercoledì 15 luglio alle 21.15 con i "Dialoghi d'amore. Lisistrata, Maria, Beatrice e le altre" per la regia di Pina Luongo, a cura della Compagnia Teatrale "Favl" di Viterbo. Uno spettacolo composito che mescola scene tratte da opere teatrali, balletti, poesie. Al centro donne molto diverse, per epoca e indole. Filo conduttore, l'amore che si declina in dieci tipologie. Lisistrata da Aristofane con il suo sciopero del sesso coniugale mette fine alla Guerra del Peloponneso. Giulietta da Shakespeare sfida la sua famiglia per amore, mentre la dolce Desdemona per mano del suo amore muore. Maria, da "Mistero buffo" di Dario Fo, piange suo figlio sotto la croce, Beatrice di Stefano Benni si ribella al ruolo di donna angelicata. Fino al "Duetto buffo di due gatti", ovviamente in amore, su musiche di Gioacchino Rossini.

Secondo appuntamento, giovedì 16 luglio alle 21.15, con "In tre si vive meglio" di Domenico Cafasso. Un testo originale – sia sul piano della tematica proposta, che nella produzione autoriale – portato in scena dal Gruppo Teatrale "L'Allegra Brigata" di Ficulle, per la regia di Donatella Colicigno. Tutto avviene in una casa isolata, in piena campagna. Un temporale che incombe, tre donne sole appena tornate da un funerale. E poi l'arrivo inatteso di un ospite, a sconvolgere la vita delle strane signore. Una commedia brillante, particolarmente attesa come ogni inedito, con molte sorprese e colpi di scena. Due, i triangoli "diversi". Perché tre è il numero perfetto.

 

Scaramantica, invece, la sosta di venerdì 17. A tirare il sipario, sabato 18 luglio alle 21.15 con "Il medico dei pazzi" spetta così alla Compagnia Teatrale "La Batreccola" di Porano. Scritta da Eduardo Scarpetta nel 1908 con il titolo "O miedeco d'e pazze" e oggetto di una trasposizione cinematografica diretta da Mario Mattoli, la commedia in due atti passa ora per il libero adattamento teatrale della regista Felicita Farina, già applaudito altrove. In scena, intrighi ed equivoci imbastiti dal nullafacente Ciccillo che da anni vive a Napoli alle spalle dello zio Felice, convinto di pagare al nipote gli studi di medicina. I presunti pazzi non sono altro che gli eccentrici clienti della Pensione Stella, dove il millantatore alberga insieme a Michele, suo compare. Di mezzo, un debito da onorare, un matrimonio e una matassa di bugie. Risate e lieto fine, assicurati.

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