Ultimato il restauro degli affreschi, riapre al culto la Chiesa di San Giovenale

Forme sobrie, struttura austera. Tre navate, otto colonne. La varietà dei reperti che ne attesta l'origine remota, tradizionalmente fatta risalire al 1004, prima ancora dell'edificazione del Duomo. E, su tutto, lo stupefacente campionario di pittura orvietana che si dispiega dal XIII al XV secolo, restaurato in fasi diverse con vari interventi conservativi. L'ultimo di questi, appena ultimato, restituisce in tutto il suo splendore alla città la Chiesa di San Giovenale.
Dopo tre anni e mezzo, riapre al culto il gioiello dell'architettura romanico-gotica incastonato nel cuore di tufo del quartiere medievale, che secondo gli storici anticamente era un tempio etrusco consacrato a Giove poi trasformato in basilica paleocristiana dedicata al primo vescovo di Narni. Una pre-apertura c'è stata già a metà giugno, in occasione dei quattro giorni di festeggiamenti patronali in onore di Sant'Antonio da Padova. Ora, però, tornano ad essere fruibili a tutti gli effetti gli affreschi.
Quelli della navata destra – Annunciazione, Visitazione, Santo vescovo – datati XII secolo, sono in gran parte dedicati alla Madonna, e ancora sul pilastro sinistro è presente un'Annunciazione, dovuta presumibilmente ad Andrea di Giovanni. L'opera più nota è, però, una Maestà del XV secolo, generalmente conosciuta come "Madonna del Soccorso", donata nel XVI secolo dalla famiglia Ghezzi e rinvenuta, nel secolo XX, sotto una lastra d'argento che la nascondeva. Rappresenta, con ogni probabilità, la copia di un'icona bizantina, dal momento che sia il fondo, sia il tratteggio del manto azzurro, sono in oro.
A presiedere la messa di riapertura accanto al parroco don Enrico Bartoccini sabato 13 settembre alle 18 sarà monsignor Benedetto Tuzia, vescovo della diocesi di Orvieto-Todi. Al termine, la comunità parrocchiale brinderà con i vini della Cantina Cardèto e un omaggio offerto dal Caffè Montanucci, da sempre sensibile alla valorizzazione delle bellezze cittadine. La visita guidata agli affreschi restaurati è messa in agenda per domenica 14 settembre, alle 16, e sarà seguita due ore dopo dal concerto della Corale della Cattedrale di Orvieto “Vox et Jubilum” diretta dal maestro Stefano Benini.
Si tratta, in realtà, di un primo assaggio della presentazione ufficiale – al momento la data individuata è venerdì 17 ottobre – dei lavori di restauro portati avanti dalla Soprintendenza per i beni storici, artistici e quella per i beni architettonici d'intesa con l'Ufficio diocesano beni culturali ecclesiastici, impiegando fondi della Presidenza del Consiglio dei Ministri. Il restauro ha interessato la maggior parte degli affreschi sui quali non si era intervenuti in precedenza.
In particolare, quelli più antichi collocati sui pilastri di tufo all'ingresso della chiesa e i due fascioni decorativi al di sopra degli archi. Dai lavori sono emersi una serie di tondi nella navata centrale, sopra i pilastri, che ora hanno acquistato molta più visibilità. Nel complesso, la chiesa ha recuperato un aspetto più luminoso e brillante. Nessun intervento al livello strutturale, ma – questo sì – l'inserimento di un impianto di riscaldamento adeguato sotto il pavimento della chiesa. Tra le più antiche, e belle, di Orvieto.

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