cultura

Doppia notte bianca sotto il cielo degli Etruschi. Omaggio medievale al Fanum Voltumnae

sabato 26 luglio 2014
di Davide Pompei
Doppia notte bianca sotto il cielo degli Etruschi. Omaggio medievale al Fanum Voltumnae

Memorie, fuochi e magie avevano soffiato, lo scorso anno, interesse e curiosità popolare sulla polvere della storia di un'area come quella archeologica di Campo della Fiera che racchiude ancora preziose notizie da svelare sull'identità locale e le tradizioni culturali dell'Orvietano. Le suggestioni vissute in una sola notte, da sole, non sono sufficienti però a dare continuità alle campagne di scavo con cui si intende riportare a splendere l'area. Secondo gli archeologi, che il "Fanum Voltumnae" sia qui lo conferma la lunga iscrizione dedicatoria che rivela il suggestivo nome con cui gli Etruschi chiamavano il sito. Ovvero, luogo celeste.

È per questo che con i favori delle tenebre di un'estate che non arriva, ad Orvieto, in località Tamburino torna per il quarto anno e in forma raddoppiata la visita guidata allo scavo. "Una formula confermata – anticipano gli organizzatori – che si inserisce nell’ambito delle numerose iniziative di promozione in notturna del patrimonio artistico che il Ministero per i Beni e le Attività Culturali ha realizzato negli ultimi anni, e che hanno il pregio di far leva su una molteplicità di suggestioni visive, emozionali e d’atmosfera che una tradizionale visita guidata non favorirebbe. Con l’ausilio di suoni e luci si pone infatti sotto una prospettiva diversa il grande patrimonio di storia, cultura e arte che sono il carattere distintivo del territorio di Orvieto e che, per queste ragioni, come già accaduto nelle precedenti edizioni, è stato sempre molto apprezzato dal pubblico di ogni età".

L’iniziativa, promossa dall’Università di Perugia nell’ambito della 15esima campagna di scavi in corso è patrocinata da Comune, Paao, Fondazione Cro e Cassa di Risparmio Spa con il supporto logistico della Protezione Civile di Orvieto, che coordinerà il servizio d'ordine. Le date sono quelle di venerdì 1 e sabato 2 agosto. L’ingresso è gratuito. Le serate, tuttavia, costituiscono anche un modo per sostenere in forma volontaria un simile patrimonio culturale e consentire di rilanciare il settore turistico che esso muove. Nello specifico, sono previsti quattro turni di 70 persone ciascuno, a partire dalle 21. Esplicito, l'invito a rispettare l'orario di visita. Per partecipare è necessaria la prenotazione al 339.7541306.

Di grandissimo interesse, i risultati finora ottenuti che documentano l’importanza storica di un luogo che dal VI secolo a.C. fu sede del santuario federale etrusco, con più edifici collegati da una via sacra larga 9 metri, e luogo di culto romano, diventato poi sede della chiesa di San Pietro in vetere in epoca cristiana e medievale. Il tema scelto quest'anno, non a caso, è "La Fiera dei Miracoli". Un chiaro tributo alla chiesa di epoca medievale, nel biennio in cui Orvieto e Bolsena celebrano il giubileo straordinario. La chiesa di San Pietro in vetere era, infatti, l’unica che sorgeva nei pressi del Ponte del Sole, dove avvenne l'incontro tra Papa Urbano IV e il Corporale insanguinato. Il completamento della ricerca della chiesa coincide, dunque, con un evento storico al quale anche gli archeologi hanno dato un significativo contributo, portando alla luce i resti dell’annesso convento e le basi delle colonne del chiostro.

Un sito così carico di storia e di rinvenimenti – preziosi ex-voto, ceramiche greche, monete, gioielli – distribuiti su un periodo di circa duemila anni, dal VI secolo a.C. alla Peste nera del 1348, resta in attesa di essere valorizzato al meglio. Come? "Grazie anche all'intervento di un privato" ha più volte avanzato Simonetta Stopponi, ordinario di etruscologia e direttrice delle campagne di scavo che vengono condotte su concessione ministeriale nella vasta area a sud-ovest della Rupe. Sull’esempio di Cucinelli e Della Valle si continua a confidare, infatti, nel sensibile interessamento di grandi nomi del mondo dell'imprenditoria nazionale. Il riferimento al settore vitivinicolo locale è legato al ritrovamento di una radice di vitigno risalente a 2000 anni fa che l’Università di Perugia è pronta a indagare scientificamente. Così come Orvieto è pronta a schiarire le sue notti, nel nome degli Etruschi.

Lunedì mattina la visita delle autorità