cultura

Depositato da Antonella Greco, il bozzetto di studio delle porte del Duomo si ricongiunge al Museo Greco

giovedì 25 settembre 2008
In occasione dell'inaugurazione del nuovo percorso espositivo dell'Opera del Duomo, Antonella Greco, figlia del Maestro, ha depositato nel Museo dell’Opera del Duomo un bozzetto di studio in bronzo delle porte del Duomo che fu realizzato dal padre Emilio Greco nel 1962 e che viene collocato all’ingresso del Museo a lui dedicato. Il Bozzetto (bronzo 141 x 75 x 34, circa 100 kg di peso), finora in deposito negli Archivi Emilio Greco di Roma, viene così ricongiunto, in questa esposizione, ai bozzetti grafici delle porte orvietane già donati dall’artista. L'importante studio documenta una prima fase compositiva in cui sono già sviluppate sinotticamente le scene dedicate alle Opere di misericordia, tema di forte valenza interpretativa e sociologica, prescelto per le monumentali ante. Greco stesso ricorda, a proposito della genesi della figurazione: “Scelsi subito di realizzare il pannello della Visita ai carcerati”, il primo effettivamente sbozzato in scala e sollecitato dal ricordo recente della visita di Giovanni XXIII a Regina Coeli. “Affrontai l’immagine del Pontefice benedicente e la grande grata ... Debbo dire che la geometria elementare della grata mi suggeriva soluzioni stilistiche originali e il lavoro ... mi stimolava tutto il giorno senza tregua”. Ma si sofferma poi sulle difficoltà incontrate nel comporre la grande scena del Seppellimento “per il ricordo della tematica così spesso ricorrente in altri rilievi del passato”; e nell’articolare i pannelli successivi, Dar da bere agli assetati, Sfamare gli affamati, Vestire gli ignudi, Alloggiare i pellegrini e Visitare gli ammalati, “specialmente per il numero dispari degli episodi” che rischiava di squilibrare la struttura formale delle due ante. “Il bozzetto rappresenta, in modo estremamente significativo - spiega Alessandra Cannistrà, Curatore del Museo dell’Opera del Duomo di Orvieto - proprio lo stadio creativo intermedio tra il momento grafico, iniziale e immediato, e l’esito finale della realizzazione. E testimonia, nelle variazioni poi condotte nella scultura definitiva, la complessità del percorso creativo affrontato dall’autore: in particolare il processo artistico, avviato dalla suggestione dei modelli arcaici dei ‘primitivi’ italiani – dal maestro del San Martino della facciata della cattedrale di Lucca, al Simone Martini di Assisi - o dal confronto con l’iconografia caravaggesca, richiedeva poi un’affrancazione dai testi figurativi di riferimento per liberare la diversa urgenza espressiva che caratterizza e sostanzia profondamente la poetica di Emilio Greco”.

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