cultura

Un po' di arte. La Tavola della Pentecoste di Calvi dell'Umbria

sabato 3 giugno 2006

Questa Tavola della Pentecoste, attualmente ospitata nel museo civico di Calvi dell'Umbria ricavato dal monastero delle Orsoline, è stata erroneamente attribuita per lungo tempo a Rinaldo Jacovetti, meglio noto come Rinaldo da Calvi, artista nato intorno alla metà degli anni Settanta e attivo fino al 1528, anno della scomparsa. Recenti studi, condotti in particolare da Sandro Santolini, hanno invece indotto a spostare la datazione dell'opera almeno di un trentennio in avanti rispetto all'attività di Rinaldo e a riconoscervi la mano di Camillo Angelucci da Mevale, paesino nei pressi di Visso, nell'Alta Valnerina, che lavorò tra il 1540 e il 1584 raggiungendo una sintesi tra schemi iconografici umbri e raffaelleschi e orientandosi, soprattutto in giovinezza, verso modelli derivati direttamente da Giulio Romano (1499-1546).
La rappresentazione, con al centro la Vergine circondata dagli Apostoli, è ambientata in una stanza di gusto rinascimentale;gli apostoli sono raffigurati con le fiammelle dello Spirito Santo che scendono su di loro; un'apertura sulla destra mostra uno scorcio di paesaggio collinare, probabilmente un panorama calvese. Da osservare la colomba e le lingue di fuoco, simboli in cui è racchiusa la chiave per comprendere l'opera.
Pentecoste è parola d'origine greca (pentecosté heméra, cinquantesimo giorno) che rimanda alla festività ebraica delle Sette Settimane con cui, cinquanta giorni dopo la Pasqua, si esprimeva riconoscenza al Signore per il raccolto (Levitico 23, 10 - 20; Esodo 23, 14 - 17; Numeri 28, 26). Con il passare del tempo, a questa ricorrenza si aggiunsero anche i significati di un annuale rinnovo del patto tra Dio e Israele e la commemorazione della consegna delle leggi a Mosé sul monte Sinai. Nel cristianesimo assume un nuovo contenuto ricordando la discesa dello Spirito Santo - rappresentato da una colomba - sotto forma di lingue di fuoco sopra gli Apostoli, riuniti cinquanta giorni dopo la Resurrezione. Alla vigilia della morte, Gesù aveva infatti annunciato ai discepoli che, dopo il Suo ritorno al Padre, sarebbe disceso su di loro lo Spirito Santo.
L'evangelista Luca, nel secondo capitolo degli Atti degli Apostoli, versetti 1-4, descrive cosa accadde:
Improvvisamente dal cielo emanò un suono come di vento impetuoso che soffia e riempì tutta la casa dov'erano seduti. Apparvero come lingue di fuoco che si dividevano per posarsi su ognuno di loro. Tutti furono riempiti di Spirito Santo e cominciarono a parlare in altre lingue, come lo Spirito consentiva loro di esprimersi. da www.provincia.it/oltre il quadro

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